Resit, messa in sicurezza. I primi frutti dell’accordo di programma stipulato da Pianese nel 2008

Resit, messa in sicurezza. I primi frutti dell’accordo di programma stipulato da Pianese nel 2008

GIUGLIANO – La Regione Campania ha avviato con l’assessore all’ambiente Giovanni Romano e il commissario di governo alle bonifiche Mario De Biase, l’azione di messa in sicurezza dell’area Resit di Giugliano. Si tratta, come ha spiegato l’ex sindaco Giovanni Pianese, dell’esecuzione dell’accordo di programma che l’amministrazione comunale ha sottoscritto con Bertolaso nel 2008, prevedendo la messa in sicurezza e la bonifica delle aree inquinate. 


“Constatiamo finalmente che quell’azione intrapresa 5 anni fa – dice Pianese – e firmata con Bertolaso,  si sta lentamente realizzando a seguito della fase della caratterizzazione da parte dell’ARPAC”. 

“In quell’accordo di programma – continua – sottoscritto naturalmente con successivi impegni di governo, erano previste compensazioni con la realizzazione di tutto il sistema fognario che è andato sotto la definizione di accordo NATO. Se però l’ufficio comunale e i commissari straordinari non si affrettano, è chiaro che un accordo di programma non sollecitato resterà morto”.

Se i tempi sono stati lunghi non è dipeso dalla volontà della precedente amministrazione comunale. Secondo l’ex sindaco Pianese, infatti, in attesa di tutte le procedure burocratiche della Regione, lo stanziamento dei 47 milioni, la nomina del nuovo commissario di governo nella persona di De Biase, prima della messa in sicurezza e d’iniziare la bonifica con la copertura necessaria finanziaria, si è proceduto alla caratterizzazione del rifiuto sottostante. 

“Avendo attualmente l’ARPAC terminato la caratterizzazione del rifiuto è cominciata di conseguenza l’opera di messa in sicurezza delle aree inquinate – dice – Ma si fermeranno, perché la copertura finanziaria per procedere alla bonifica, in questo momento non c’è”. 

Inizialmente vennero stanziati 47 milioni di euro. “Poi – continua Pianese – nei vari passaggi di fondi stanziati tra Ministero e Regione, nomina del commissario e le diverse spese che hanno fatto per le spese di consulenza e incarichi per la caratterizzazione del rifiuto, pagando l’ARPAC, sono diventati 39 milioni.