Luci ed ombre all’Emirates. Il Napoli c’è finchè tiene

Luci ed ombre all’Emirates. Il Napoli c’è finchè tiene

Il Napoli torna da Londra con una consapevolezza: non è ancora in forma campionato. Ma guai se lo fosse i primi di agosto. Un prestigioso pareggio contro i padroni di casa dell’Arsenal e la sconfitta col Porto sono il bottino della squadra di Benitez di ritorno dall’Emirates Cup vinta poi dal Galatasaray.

@Armando Di Nardo

Nella prima giornata del torneo di Londra, un Napoli bello a metà pareggia 2-2 contro l’Arsenal di Wenger. La squadra di Benitez gioca un ottimo primo tempo, chiuso sullo 0-2 grazie ai gol di Insigne, abile a sfruttare un errore del suo marcatore, e Pandev, fantastica la sua serpentina. In mezzo ai due gol partenopei, da segnalare il rigore parato da  Reina a Podolski, convincente l’esordio del portiere spagnolo. Gli azzurri, nel 2T, pagano dazio alla stanchezza dovuta alla condizione fisica ancora approssimativa, e non riescono a chiudere la partita con una vittoria, complice anche la reazione d’orgoglio degli inglesi che nel finale vanno in gol con Giroud e Koscielny.

L’atteso esordio di Higuaìn avviene a inizio ripresa, quando il Napoli già era in fase calante. Pochi palloni giocabili per “Pipita”, anch’egli non in ottima condizione fisica e ancora alla ricerca dell’intesa coi compagni. Nulla di preoccupante. Higuaìn è un campione e lo dimostrerà.

Dopo il pareggio con i Gunners, nella seconda partita del torneo contro il Porto, arriva la prima sconfitta in precampionato per il Napoli. La squadra di Benitez, con in campo tante alternative, passa in vantaggio a fine 1T con un rigore di Pandev, fischiato per una spinta sullo stesso macedone. Poi nella ripresa il Napoli cala come nella partita con l’Arsenal, ma complice proprio la partita del giorno prima, stavolta la flessione è ancora più evidente. Le disattenzioni di giocatori già con la valigia pronta poi, fanno il resto. L’autogol di Fernandez e “l’assist” di Dossena permettono al Porto di conquistare una meritata vittoria alla luce di quello che si è visto in campo. 

Finchè la condizione fisica ha retto, si è intravista comunque la mano di Benitez. Il nuovo modo di giocare, fatto di possesso palla prolungato e fraseggi stretti, alla “spagnola” insomma, sta entrando nella mentalità dei calciatori. Significativa la metamorfosi di Insigne che non gioca più largo a sinistra, quasi da “guardalinee aggiunto”, spalle alla porta e con il compito di pensare prima alla fase difensiva e poi a quella offensiva; ma partendo sempre alto a sinistra, ora ha maggiore libertà di accentrarsi e cercare la porta. 

La delizia è Marek Hamsik. Lamina e l’anima. Una membrana perfetta che unisce mediana ed attacco. Si pensava potesse diventare con Benitez un top player, sta dimostrando, nel ruolo a lui più congeniale, di essere già un campione.

Le ombre di questo torneo arrivano soprattutto dal reparto difensivo, cinque gol subiti nelle due gare disputate. Col Porto lo show degli errori individuali, prima l’autogol di Fernandez, poi “l’assist” di Dossena. Questi ultimi, oltre ad una scarsa condizione fisica, evidenziano un disagio psicologico. Brucia il pallone sotto ai loro piedi. 

L’indicazione data dai test dell’Emirates Cup hanno evidenziato quindi, la fragilità difensiva di questo Napoli. Per competere in campionato e in Champions bisogna avere delle alternative valide, dello stesso livello dei titolari, ed in questo momento il Napoli di alternative del genere, nel reparto arretrato, ne è sprovvisto. Da questo Benitez dovrà ripartire e in accordo con la società, intervenire sul mercato.

Urgono 2 difensori, di cui uno di alto livello. Un altro centrocampista che sappia fare entrambe le fasi, che sostenga Behrami nel pressing, nel recupero palla e che sappia dettare i tempi alla squadra, insomma, uno alla Gonalons. Per l’attacco, invece, Jackson Martinez sarebbe la ciliegina sulla torta, ma dopo l’incontro di ieri con i dirigenti del Porto, sembra che la trattativa sia sulla via del tramonto. Il Napoli guarda alle alternative: Osvaldo potrebbe essere il nome su cui puntare. Sanchez il sogno.