Pd, che tristezza. Molino, Palma e la battaglia dei coniugi raccomandati

Pd, che tristezza. Molino, Palma e la battaglia dei coniugi raccomandati

Faide interne e polemiche spaccano il Pd campano. Lello Topo nel mirino dei frondisti. L’ultimo scontro è sulle clientele Il Pd è


Faide interne e polemiche spaccano il Pd campano. Lello Topo nel mirino dei frondisti. L’ultimo scontro è sulle clientele

Il Pd è il partito delle correnti. Spuntano come funghi. I renziani da un lato. I bassoliniani dall’altro. I lettiani sotto. I dalemiani sopra. I bersaniani al centro. I topiani chissà dove. Un megacontenitore di identità politiche per muoversi all’interno del quale occorre armarsi di bussola e spiccato senso dell’orientamento. Certo, come in ogni partito maggioritario, scontri e beghe interne sono all’ordine del giorno. Si discute su tutto, insomma. Come in ogni vero organismo a vocazione democratica, aggiungerà qualcuno. Persino sulle clientele.

mario molinoL’ultimo scontro in ordine di tempo ha prodotto effetti comici involontari. E’ quello scoppiato fra la parlamentare Pd Giovanna Palma e l’assessore Mario Molino di Villaricca. La prima topiana, il secondo cozzoliniano. Uno scontro al vetriolo dal sapore familiare. O familistico, che dir si voglia. L’uno accusa l’altra di aver raccomandato il marito, Domenico Tomo, alla Soresa, società sanitaria che fa capo alla Regione Campania; l’altra, per tutta risposta, accusa l’altro di aver piazzato la moglie nel nucleo di valutazione (Oiv) grazie alla spintarella dell’ex sindaco di Mugnano Giovanni Porcelli. La filosofia è questa: “Perché tu sì e io no?”.

Par condicio clientelarum. La democrazia deve manifestarsi in tutto, ovvio. Lo scandalo – ma siamo abbastanza disincantati per non scandalizzarci più – è scoppiato a seguito di un articolo apparso sul Mattino secondo il quale le larghe intese fra Pd e Forza Italia funzionerebbero anche in Regione. Soprattutto a livello spartitorio. Chiamata in causa dall’articolista, la parlamentare del Pd ha replicato seccamente alle accuse su internapoli.it: “Mio marito ha partecipato al concorso prima che io diventassi parlamentare”. “Ha un curriculum eccellente”, la postilla.

Ma senza entrare nel merito del curriculum, sul quale possiamo anche credere alla buona fede della Palma, resta il dato politico di un partito spaccato da faide interne e pulsioni masochistiche. Le correnti che animano il Partito Democratico sono alla resa dei conti e non perdono occasione per spararsi a vicenda. Il bersaglio ora è Lello Topo, capogruppo del Pd, padre padrone del partito campano. Lui e i suoi fedelissimi – fra cui Giovanna Palma – sono finiti nel centro del mirino. E tutte le armi in guerra sono lecite, persino le accuse reciproche su raccomandazioni di famiglia. Questa è oggi la politica. Praticata spesso da quegli stessi personaggi che annunciano il cambiamento e salutano Renzi come l’uomo della svolta. Salvo sistemarsi amici e parenti come i peggiori esemplari della Prima Repubblica.