Napoli-Villareal, tra scherzo e goliardia

Napoli-Villareal, tra scherzo e goliardia

La sfortuna perseguita gli azzurri e al San Paolo non vanno oltre l’1-1, che premia il Villareal in virtù dello 1-0 dell’andata. Applausi per il Napoli a fine gara, il pubblico partenopeo ringrazia la squadra per aver onorato la maglia, nonostante il risultato bugiardo.

@Saverio Nappo

Uno degli ingressi della Curva B del San Paolo

sanpaolo outPiove a dirotto, ma fa un caldo primaverile. A dire il vero non ricordo neanche più l’ultima volta che ha piovuto. La questione, però, non è la pioggia e la sua improvvisa venuta. Il problema è che non c’è stato avvertimento che annunciasse il suo arrivo e, quindi, ci ha colti di sorpresa. È un acquazzone fortissimo che allaga le vie strette ed intasa i tombini già ingolfati per la troppa incuria. Osservo i ruscelli d’acqua piovana nati in un niente che scendono giù verso il punto più basso di Fuorigrotta, portando via con se le foglie secche degli alberi, qualche bottiglia di birra dimenticata da qualcuno e qualche sigaretta spenta chissà quando. Il San Paolo ha ancora le luci accese e le persone lo guardano silenziose, deluse, quasi prese in giro. Il goliardico di turno ha la maglia gialla e lo scherzo, alla fine, è sempre lo stesso. Un tiro-o forse un cross-, che importa. È uno scherzo, acido, però goliardico. Va accettato per quello che è. Dato che piove, sarebbe meglio che me ne andassi.

san paolo inRisalgo la collina ripensando a ciò che ho appena visto, ascolto i commenti della gente, mi riempio la testa di obiezioni che vorrei esporre ma che alla fine tengo per me. Mi sento come preso in giro. Esattamente. Credo sia una sensazione, più o meno, analoga a quella dei 23.928 spettatori, presenti questa sera al San Paolo per il ritorno degli sedicesimi di finale di Europa League. Il Villareal, dal canto suo, non si è chiuso in difesa, almeno non per scelta tattica. Anzi, la prima azione del match è stata proprio per gli ospiti, ma Reina ha messo subito le cose in chiaro. Credo che, scherzando con i centrali, Albiol e Chiriches, abbia detto loro che stasera per superarlo avrebbero dovuto segnare goal impossibili. Non scherziamo. “Goliardia, portami via”, dove ho letto questa frase che mi ritorna in mente e mi tormenta, mentre ancora sono lontano dalla mia auto che parcheggio ogni volta sempre più lontano? Beh, Tomás Pina, nel tentativo di crossare un buon pallone per i compagni accorsi in area di rigore azzurra, ha inventato un pallonetto improbabile ma perfetto, leggermente a giro, con l’effetto “a foglia morta”. Un goal da cineteca, impossibile, ma reale. Bello come le cose che succedono per caso. Come la Luna dietro gli spalti, in mezzo a due nuvole nere.

Nel primo tempo le cose sembravano andare per il verso giusto, per il Napoli. L’ampio turnover sarriano funziona a meraviglia e il fatto più gradevole e rassicurante è che la cosa non stupisce neanche i più né tifosi né addetti ai lavori. Il vantaggio arriva dopo una supremazia territoriale sconcertante e porta la firma del capitano, Marek Hamsik. Da manuale. 1)Cross dalla linea dei centrocampisti di Valdifiori, su Higuain; 2)Intercetto della difesa spagnola; 3)Pressing altissimo della linea degli attaccanti azzurri che tiene bassa la difesa avversaria; 4)Hamsik scende ad integrare la manovra della linea d’attacco; 5)La difesa troppo bassa non riesce a coprire; 6)Tiro al volo magistrale, sul palo del portiere, raso terra, imparabile. This is football, quello vero!

statI numeri sono impietosi, ed esplicativi, ma non corrispondono al risultato ottenuto che, si sa, è l’unica cosa che conta davvero. Il Napoli ha giocato una partita impeccabile, sempre sul pallone, con il baricentro totalmente spostato in avanti, nella metà campo avversaria, eppure ciò non significa necessariamente che si riesca ad ottenere il risultato sperato. È uno scherzo!? Eh, no. È lo spirito goliardico del calcio stesso, se non vi è chiaro. Però il disegno alla fine si completa sempre e quello che verrà mostrato all’ultimo secondo, togliendo il velo che copre il quadro sul piedistallo, sarà il risultato finale di centinaia di metri di campo macinati e maglie sudate, passaggi fatti e tiri nello specchio, pali e sfortuna, avversari inermi e ”catenacciàri”, rimonte e delusioni, rimpianti, sogni e altre decine di parole che alla fine sono solo soprannomi del calcio.