Mazzata al clan Contini, alleati e parenti dei Mallardo. Tonnellate di droga e vita di lusso

Mazzata al clan Contini, alleati e parenti dei Mallardo. Tonnellate di droga e vita di lusso

Nel maxi-blitz di stamani anche il cognato ed il nipote di “Ciccio e’ Carlantonio”. La cosca napoletana, secondo la Dia, avrebbe assunto da qualche mese il controllo del territorio giuglianese


NAPOLI – Una vera e propria mazzata quella messa a segno quest’oggi dall’Antimafia al clan Contini: 33 arresti ed un sequestro di beni di 20 milioni di euro. E’ stato proprio l’elevato tenore di vita di alcuni soggetti ad insospettire gli inquirenti. Nelle disponibilità della cosca napoletana – egemone nei quartieri Arenaccia, Vasto, San Giovanniello, Buvero di Sant’Antonio e Ponti Rossi – c’erano infatti società, auto, moto, imbarcazioni di lusso, diversi conti correnti e rolex con diamanti.

sequestro clan contini - soldi - orologi  - gdfTutti finiti sotto chiave nell’operazione di oggi, eseguita su richiesta della Dda di Napoli dai carabinieri del Ros e del Nucleo Investigativo con il supporto della Guardia di Finanza. Sigilli anche all’agriturismo “Amici del Bosco” di via Ponti Rossi.

Il blitz è avvenuto al termine di complesse ed articolate indagini patrimoniali che hanno permesso di scoprire l’associazione transnazionale armata finalizzata al traffico di stupefacenti. Gli inquirenti hanno definito i Contini i “signori della droga”. L’inchiesta è partita nel 2011, con l’indagine dei carabinieri finalizzata all’individuazione dei canali di approvvigionamento dello stupefacente: Sud America (asse Italia-Spagna-Colombia per la cocaina) ed Olanda (marijuana). Per l’importazione della cannabis è stato individuato un imprenditore del settore floreale, Felice Barra, che faceva da tramite con la ‘ndrangheta. Tra gli affari più redditizi anche la vendita di “amnesia”, potente marijuana “bagnata” con metadone ed anche eroina.

L’organizzazione usava una cassa comune dove confluivano i proventi dell’attività di spaccio, utilizzati poi per l’acquisto di ulteriori partite di sostanza stupefacente o per il sostentamento delle famiglie degli associati con “mesate” ad affiliati in libertà o detenuti.

La potente cosca napoletana è strettamente legata, però, anche al clan Mallardo di Giugliano. Tra i più pericolosi cartelli camorristici della storia del panorama criminale napoletano spicca la cosiddetta “Alleanza di Secondigliano” formata da Mallardo, Contini e Licciardi di Secondigliano.

MALLARDO-FRANCESCO
Il boss Francesco Mallardo

L’attuale reggente dei Contini, finito in manette nell’operazione odierna, era infatti Antonio Aieta. Le sue tre sorelle hanno sposato i boss Edoardo Contini, Francesco Mallardo detto “Ciccio ‘e Carlantonio” e Patrizio Bosti. Il figlio di quest’ultimo, Ettore, era a capo di uno sottogruppo che gestiva le piazze di spaccio con vedette armate. Un altro sottogruppo era diretto invece da Vincenzo Tolomelli.

Secondo l’ultima relazione della Dia, inoltre, i Mallardo – con tutti i principali boss dietro le sbarre – avrebbero passato il controllo di Giugliano proprio agli storici alleati napoletani. Significativo in tale contesto è anche il ritrovamento dell’auto del ras Michele De Biase detto “Paparella” nel quartiere Vasto. Di “Paparella”, da quel giorno, nessuna notizia. Scomparso nel nulla. A quanto pare il ras delle “Palazzine” (complesso residenziale INA Casa dove risiede la sua famiglia) avrebbe pagato la decisione di organizzare piazze di spaccio anche nel territorio giuglianese, business sempre rifiutato dai Mallardo che avrebbero dunque chiesto ai Contini di punire lo “sgarro” e far scomparire il corpo.