Il boss Nunzio Perrella:”Non solo la camorra nel business dei rifiuti”

Il boss Nunzio Perrella:”Non solo la camorra nel business dei rifiuti”

Le dichiarazioni del pentito sono un fulmine a ciel sereno. E’ in possesso di documenti per dare forza alle sue parole: “ci sono analisi di laboratorio, numeri di telefono e nomi di aziende”

@Saverio Nappo

Analisi su una discarica tossica
La cittadinanza non ha mai appoggiato l'evidente affarismo criminale legato alla gestione dei rifiuti in Campania
Corteo cittadino contro la gestione criminale dei rifiuti in Campania

NAPOLI- Che sia stata solo la camorra a creare il business dei rifiuti tossici industriali è una “favola” a cui nessuno crede più. La camorra è notoriamente il braccio armato, l’esecutore, il terminale. È grazie ai clan camorristici che la soluzione al problema “smaltimento dei rifiuti” è diventata una realtà fin troppo semplice. La semplicità, si sa, spesso è figlia dell’errore, della superficialità, dei sotterfugi. Lo smaltimento dei rifiuti è una casella nera nei bilanci di tutte le aziende, indipendentemente dal settore in cui operano. Chi rinuncerebbe all’opportunità di risparmio e quindi guadagno? A quanto pare, non molti.

Corteo contro la "terra dei fuochi", Napoli, 2013
Corteo contro la “terra dei fuochi”, Napoli, 2013

Nel corso degli anni, però, il sistema camorra ha perso la sua solidità. Alcuni suoi dogmi sono crollati su se stessi. Il numero dei  collaboratori di giustizia è aumentato anno dopo anno. Proprio grazie ai pentiti è stata possibile la ricostruzione della storia nera della tratta dei rifiuti. Nunzio Perrella è il boss che fece entrare la camorra nel business dello smaltimento illecito, assieme ai già noti Gaetano Vassallo, Cipriano Chianese e Gaetano Cerci. Contrariamente a Chianese e Cerci, Perrella e Vassallo hanno tradito il giuramento di omertà, caratteristica principale del mondo controverso della criminalità organizzata e da diverso tempo sono collaboratori di giustizia.

Discarica di Malagrotta, uno degli invasi più tossici ed estesi d'Italia, Roma
Malagrotta, uno degli invasi più tossici ed estesi d’Italia, Roma

Nunzio Perrella, che è collaboratore di giustizia dal 1992, è noto per le sue dichiarazioni sconvolgenti, anche sull’agro giuglianese. In settimana ha parlato ancora, intervistato dalla rete TvSvizzera. Le sue parole sono pesanti e squarciano il silenzio al sapore di omertà, la stessa che caratterizza tanto Gomorra quanto le logge massoniche e i piani alti delle grosse aziende che muovono interi settori dell’economia nazionale.  In passato intervistato da ilFattoQuotidiano, raccontò di come le grosse aziende del Nord Italia, utilizzarono la Campania e il Lazio come sversatoi, servendosi dell’aiuto dei clan camorristici, raggiunti tramite i canali della massoneria deviata.

Tir usato per la tratta dei rifiuti, sequestrato nei pressi di Massa Carrara
Tir “tossico”, sequestrato nei pressi di Massa Carrara

Perrella racconta come decine di tir stracolmi di rifiuti tossici passando per i grossi centri di stoccaggio in Toscana e in Umbria venivano trasformati in tir addetti al trasporto di rifiuti non pericolosi destinati alle discariche di stato in Campania. La trasformazione ovviamente avveniva solo sui documenti di trasporto mentre i carichi non venivano né sfioraticontrollati. Le discariche di stato erano di proprietà dei clan camorristici dell’alto napoletano e del basso casertano, i quali controllavano legalmente gli invasi attraverso la classica tecnica delle scatole cinesi. Risalire ai veri proprietari è stato un’impresa ardua. Quanto ardua? Processo Spartacus, processo Adelphi, processo al clan Bidognetti di Casal di Principe, alle famiglie di Marano, ai Mallardo di Giugliano. Migliaia di pagine, di atti, di ore di indagini alla ricerca della verità.

Operazioni di analisi su una discarica tossica, Frosinone
Operazioni di analisi su una discarica tossica, Frosinone

Il pentito Nunzio Perrella riaccende i riflettori su quello che, ancora oggi, rappresenta il vero paradosso: “Furono arrestati in 115. E non c’erano solo camorristi. Alla caserma di Piazza Carità portarono pure un professore universitario e un avvocato. Loro tornarono a casa mentre io mi sono fatto 21 anni di carcere. Quel professore insegna ancora in università e i ministri, amici degli amici, che pure si sono intascati miliardi con i rifiuti tossici, hanno continuato a farsi eleggere”. La storia è nota ma il cambiamento è lento: “La camorra ha trasportato i rifiuti tossici. Ma qualcun altro ci ha permesso di farlo. E ci ha guadagnato anche più dei clan”. La crepa nel muro dell’omertà e della coscienza della gente è stata aperta, scavarci dentro resta il compito più arduo.