Il calcio come punto di partenza

Il calcio come punto di partenza

La cittadinanza attiva si mobilita in prima persona per richiamare l’attenzione della politica, dei privati e dei media sulla problematica legata allo stato di abbandono dello stadio Alberto De Cristofaro. Chi fa da sé fa per tre

@Saverio Nappo

Il primo passo è stato fatto
Il primo passo è stato fatto

GIUGLIANO- Come spiegarvi la mia prima sensazione? Non me lo aspettavo. Ero così incredulo che non ho potuto fare a meno di esserci per sentire quelle parole con le mie orecchie e incrociare quegli sguardi con i miei occhi. Venerdì 22 Luglio si è tenuta una riunione, nella piazzetta antistante lo stadio De Cristofaro. È una pacca sulla spalla alla classe politica giuglianese, per farla ridestare dallo stato di fastidiosa passività in cui ristagna sul tema “calcio”. La riunione è stata indetta da tifosi, da gente comune, da ultras. Si, ultras, avete letto bene. Poco importa se era il mio compleanno, dovevo esserci. Mi arriva una chiamata sul cellulare e, in Vespa, in pochi minuti sono lì. Ci sono le stesse facce che ho incrociato in altre battaglie combattute per la città di Giugliano, le stesse facce che incrocio ogni volta c’è da schierarsi in prima persona. Sono nel posto giusto, lo sento.

I documenti firmati da tifosi e associazioni
I documenti firmati da tifosi e associazioni

Parla Raffaele per tutti (Raffaele D’Arienzo, delle BrigateBoys). Ha la voce che gli trema e gli occhi lucidi dall’emozione. Spiega ai presenti che quella riunione è un passo che andava fatto e che non poteva più essere rimandato. Il tempo passa troppo velocemente e, si sa, è più facile dimenticare un problema che risolverlo. Raffaele, come tutti i presenti-firmatari della “richiesta”, non ci sta. Non più. Ci sono i Briganti09 e i Kumani97, con lui. Ci sono associazioni di cittadini con lui. Ci sono alcuni consiglieri comunali –Anna Russo, Vincenzo Risso– ad ascoltarlo. Ci sono curiosi, ci sono tv locali, ci sono i giornalisti. L’attenzione è stata conquistata.

Sarebbe riduttivo chiamarlo solo "calcio"
Sarebbe riduttivo chiamarlo solo “calcio”

L’intenzione è di ricollocare lo stadio al centro della vita cittadina, di riportarlo in vita, un po’ alla volta. Dovessero riparare i calcinacci e rifare il terreno di gioco con le loro mani. Non vogliono le luci dei riflettori, Raffaele e i suoi amici. Vogliono lo stadio, di nuovo. Rivogliono quello che gli è stato tolto all’improvviso, senza chiedere, senza una spiegazione. Lo stadio De Cristofaro è il simbolo dell’inadeguatezza moderna, dello spreco, del menefreghismo, dell’assenza di progettualità. Raffaele ed i suoi amici hanno le idee chiare. Non hanno colori politici come vessilli, ma solo una bandiera, come quella che un uomo avvicinatosi in punta di piedi appende alle spalle di Raffaele, mentre parla ai presenti.

La passione alla base di tutto
La passione alla base di tutto

Il Calcio è solo il punto di partenza, Giugliano che torna a vivere davvero è il punto di arrivo. Lo sport è da sempre l’incubatore di sogni e speranze, la culla in cui crescono ambizione e passione. Il polo sportivo in cui lo stadio si trova è un diamante grezzo, è l’anticamera della realtà. Disse un tale: “siamo solo un po’ in ritardo con la vita”. Facci strada, portaci in un futuro più bello Raffaè. La politica ti ascolterà, deve farlo. I privati ti ascolteranno, non possono ignorarti. Giugliano ti seguirà. Ora o mai più.