Violenza sessuale o giochi «hard», cinque minori indagati in provincia di Napoli

Violenza sessuale o giochi «hard», cinque minori indagati in provincia di Napoli

Un video hard riprenderebbe una violenza di gruppo ai danni di una 15enne è nei cellulari di cinque ragazzini e nelle chat di WhatsApp e Facebook


PIMONTE – La verità sull’esistenza del video hard che riprenderebbe una violenza di gruppo ai danni di una 15enne è nei cellulari di cinque ragazzini e nelle chat di WhatsApp e Facebook. I carabinieri stanno spulciando da due giorni i dispositivi elettronici sequestrati sabato mattina a cinque minorenni residenti a Pimonte, piccolo centro dei Monti Lattari dove una ragazzina ha denunciato un episodio che sarebbe avvenuto due mesi fa. Telefonini e computer sono stati sottratti ai minorenni – tutti formalmente indagati – perché potrebbero contenere tracce di una verità orribile. Condizionale d’obbligo, visto che al momento gli elementi raccolti restano top secret, che non ci sono riscontri tangibili sulla vicenda e che la presunta vittima ha denunciato a distanza di molto tempo.

Lo scenario raccontato dalla ragazzina – come si legge su Il Mattino – è molto simile a quello della violenza di San Valentino Torio, nel Salernitano, dove cinque minorenni sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo dopo la denuncia presentata da una 14enne che ha raccontato di essere stata oggetto di abusi da parte dei coetanei in un box auto dove era stata trascinata con la forza. In questo caso, la 15enne sarebbe stata invitata da alcuni amici in un garage sotterraneo di Pimonte, dove avrebbe ricevuto la richiesta di un rapporto sessuale che sarebbe stato ripreso con gli smartphone. Quel video poi, avrebbe fatto il giro tra i coetanei, tutti studenti tra i 15 e i 17 anni, che frequentano le scuole superiori tra Agerola, Gragnano e Castellammare di Stabia. Con gli strumenti elettronici ormai alla portata di tutti, la diffusione del filmato potrebbe essere stata virale, altro elemento da non sottovalutare. Adesso, però, i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia e della stazione di Pimonte stanno valutando, insieme alla Procura per i Minori di Napoli, tutto il materiale raccolto e le dichiarazioni fornite dalla presunta vittima e dai cinque coetanei che l’avrebbero attirata in una trappola, per poi diffondere la clip tra gli amici.

Al momento, nessuna ipotesi è lasciata al caso. Le indagini sono state avviate praticamente da 48 ore, quando la 15enne si è recata dai carabinieri accompagnata dalla mamma per denunciare l’orrore. Possibile che a darle la forza siano stati i fatti di San Valentino Torio, ma non è escluso che proprio quella storia possa aver suggestionato la ragazza inducendola a fornire quella versione. Dubbi sui quali vertono le attività investigative, segretissime, anche se la storia ha già fatto il giro del piccolo centro dei Lattari. A far svanire i dubbi sulla vicenda saranno le chat private di WhatsApp e Facebook, le conversazioni tra i ragazzini, piene di messaggi audio registrati live, ma anche di foto e discussioni. Lì si potrebbero celare le immagini di una violenza di gruppo, tanto atroce quanto gratuita, alla quale avrebbero preso parte almeno cinque minorenni pimontesi. Una vicenda agghiacciante, sulla quale saranno effettuati accertamenti certosini da parte degli inquirenti, proprio per la delicatezza del racconto fornito dalla 15enne, per la facilità con la quale quelle immagini potrebbero essere state diffuse negli ultimi due mesi e per il contesto in cui tutto sarebbe maturato: una cittadina piccola, dove tutti si conoscono e dove il pettegolezzo viaggia più rapido del web.