Cosa succede alla Giugliano che non vedi?

Cosa succede alla Giugliano che non vedi?

In un’inchiesta, integrata con immagini scattate nel quartiere Casacelle, proviamo a mostrare in che stato versa il quartiere dimenticato di Giugliano. Inoltre, con un video, mostriamo come si presenta la strada provinciale che prende il nome dallo stesso quartiere

@Saverio Nappo

Giugliano-Casacelle, incrocio

GIUGLIANO – Ci sono quartieri che nascono con una condanna che pende sul loro destino per il solo fatto di trovarsi lontano dal centro cittadino. Nel caso di Giugliano in Campania, il quartiere lontano dal centro cittadino è Casacelle. Non troppo lontano, ma quanto basta per assomigliare ad un mondo parallelo in cui la realtà è surreale, inconcepibile. Parallela. I pescheti non celano il torto che ricevono, la terra non assorbe più il veleno che la corrode da tanto – troppo – tempo. Eppure basterebbe poco per prendere per mano questo quartiere e accompagnarlo attraverso la soglia dell’anno 2017. Basterebbe poco, tanto quanto basta per arrivarci, partendo dal cuore pulsante di Giugliano che è piazza Matteotti. Una manciata di minuti che, una volta arrivati, sembrano incredibilmente troppi. Perché non è possibile che in così poco tempo si passi dalla modernità nata dai fondi europei per il rifacimento del centro cittadino al degrado avvilente figlio di una mentalità retrograda, parente di disastrose gestioni territoriali passate. Se la città sembra aver dimenticato una parte di se stessa, ci proviamo noi a rinfrescarle la memoria.

Presidio dei militari a Giugliano-Casacelle, anno 2014

A cavallo tra il 2013 e il 2014, tra il governo Letta e il governo Renzi, il decreto per la Terra dei Fuochi diventa legge a tutti gli effetti. Contestualmente, vengono inviati circa 200 militari del diciannovesimo Reggimento “Cavalleggeri Guide” di Salerno della Brigata “Garibaldi” a presidiare le zone definite “rosse”, nell’agro casertano e napoletano. Il quartiere Casacelle è presente in questa lista quindi, di lì a pochi giorni, pattuglie di militari – ora accompagnati dai Carabinieri, ora dalla Polizia, ora dalla Guardia di Finanza – diventano una presenza fissa.   La diffidenza è tanta, ma la differenza si vede e spazza via il malumore dei residenti in poco tempo. I problemi ambientali di Casacelle non vengono risolti, ma la sensazione è che gli sversamenti medio piccoli siano diminuiti notevolmente da quando è stato instituito il presidio dei militari e delle forze dell’ordine. Qualcuno sente aria di cambiamento, vede la luce in fondo al tunnel che resta lunghissimo ma diventa percorribile, in qualche modo. L’inversione di tendenza genera ottimismo tanto che, oggi, 19 gennaio 2017, molti residenti ne parlano con gl’occhi pieni di gioia, come quando si ricordano momenti felici o vecchi amori.

 

Giugliano-Casacelle, rettilineo

Quello era l’inizio di una bella storia che raccontava la (ri) nascita di un quartiere nuovo, al passo con il resto della città. Non c’è un lieto fine a questa storia, sicuramente non oggi. Da sei mesi circa, il presidio di pattuglia è stato richiamato e Casacelle è rimasta sola. Troppo lontana da Giugliano, troppo immersa nel nulla. Provando ad attraversare via Casacelle, arteria provinciale che collega Giugliano a Parete, si ha la sensazione, passo dopo passo, di ritornare a vivere un passato che tutta la Campania sta ancora cercando di dimenticare. Manca il respiro, manca il coraggio di accettare quello che gl’occhi vedono: gli scheletri nell’armadio di una città che cambia per non cambiare mai realmente. Ad un tratto, ci si accorge che vengono a mancare anche le parole per riuscire a spiegare tutto ciò. Le parole le ricerchiamo, quindi, in coloro i quali in questo quartiere ci vivono, ci lavorano, hanno una casa, proteggono a denti stretti le loro speranze. Parlando con loro emerge subito il paradosso sotto forma di domande rivolteci: «Che fine hanno fatto i militari e le forze dell’ordine di pattuglia?» e ancora, «Quando c’erano loro non si stava finalmente meglio?».

 

Giugliano-Casacelle, paesaggio

Guardare negl’occhi questa gente mentre ti parla, mentre ti racconta la sua storia, è come guardare in un buco nero nel quale si intravedono rassegnazione e rabbia, frustrazione e sdegno. Casacelle, però, è casa loro, il loro quartiere, il centro del loro mondo e allora, eccolo, il riscatto che illumina quel buco nero, la raggiante voglia di cambiamento reale che spazza via il disprezzo per il degrado che, ogni giorno, bussa alla loro porta di casa. Ci viene raccontato come, nei giorni di pioggia, c’è chi svuota le fosse biologiche delle sue abitazioni perché qui la rete fognaria non arriva ancora e farla svuotare da ditte specializzate ha un costo che incide pesantemente nei bilanci familiari. Ci viene raccontato come, a notte fonda, il quartiere venga attraversato da camion di piccola e media grandezza che prima di sparire nel buio lasciano alle loro spalle una scia di rifiuti, come quella che ormai occupa la maggior parte della carreggiata dell’unica strada che conduce alle loro case. Ci descrivono la paura che li assale nella stagione della caccia, quando i frutteti si trasformano in Fort Apache, alle prime luci dell’alba. Ci confessano, con lo stomaco chiuso dallo sdegno, che molti cittadini dribblino la raccolta differenziata per poi scaricare il loro tal quale a pochi metri dalle loro abitazioni.

Giugliano-Casacelle, cimitero di animali

Ognuno di questi racconti, suddiviso inconsciamente in sequenze, è intervallato dalla percepibile nostalgia dei militari (e forze dell’ordine) che pattugliavano il quartiere fino a quale mese fa. È una chiara manifestazione del desiderio di tutela, di protezione, di controllo del territorio. Quel territorio che dovrebbe essere il loro porto sicuro. Sarà forse un caso, ma non appena si comincia a parlare di soluzioni ci viene offerto un caffè, quasi come fosse un dono per ufficializzare la richiesta d’aiuto. Offrirebbero un caffè al mondo intero se potesse servire a conquistare la normalità che qui non è mai stata scontata. Auspicano l’istallazione di un sistema di videosorveglianza per condannare chi crede che Casacelle sia uno sversatoio autorizzato da chicchessia. Si domandano se a Giugliano esista la Guardia Forestale o la Guardia Ambientale ma, soprattutto, se esista la volontà di considerare Casacelle un quartiere esattamente come gli altri. Qualcuno suggerisce che lo stato comatoso in cui ancora, nel 2017, versa Casacelle è solo una conseguenza dell’insufficiente livello di informazione della popolazione e della agghiacciante assenza delle istituzioni, comunali e nazionali, lì dove la loro presenza dovrebbe sentirsi forte e chiaro.

Giugliano-Casacelle, alla fine di tutto

Come dargli torto, del resto. Quando andiamo via, zigzagando tra le enormi buche che rendono infame ogni metro del lungo rettilineo che porta alla mondanità del centro cittadino, li vediamo scomparire negli specchietti retrovisori. Ci accompagnano le loro testimonianze e le immagini di questo insolito viaggio all’inferno. Frigoriferi, televisori a tubo catodico e al plasma, sanitari, sifoni, mattoni, mattonelle, cemento incrostato, zolfo, zinco, rame, ferro, ruggine, barattoli di vernice, vetro, olii esausti, pneumatici usurati, pneumatici bruciati, stoffa, suola per scarpe in cuoio verniciato, suola per scarpe in gomma lavorata, solventi, plastiche varie intatte e bruciate, insegne pubblicitarie, legno marcio, pece, guaina per i soffitti, amianto, vetroresina, paraurti e fari di automobili, cassette in legno e in plastica, animali morti, ceramica, polietilene espanso, odio, rancore, disprezzo, incuranza, ignoranza. Andiamo via ma nessuno riesce a dire una parola. Un cartello stradale dice “Strada Provinciale 423, Casacelle, Città Metropolitana di Napoli”. Mi guardo intorno ancora una volta, ci venivo a correre qui, fino a qualche anno fa. Effettivamente, tutti la chiamavano “Via degli Atleti”.

Di seguito, il video della nostra inchiesta:

 

 

Infine, una serie di scatti di quello che è un paesaggio lontano dalla realtà: