Questione Biodigestore, Alfonso Sequino: “il mio NO è politico”

Questione Biodigestore, Alfonso Sequino: “il mio NO è politico”

“Questa terra di tumori, stuprata dai veleni, ha il diritto di essere difesa oggi più che mai”


GIUGLIANO – Biodigestore Si o No? Il mio “NO” non è Tecnico, ma POLITICO. Ci perdiamo in CHIACCHIERE inutili, meglio occupare il tempo per provare a chiedere, anche se in ritardo, un RISTORO per la città.

Mi sono candidato a fare il Consigliere Comunale, non ho competenze specifiche nel settore e la materia non mi ha mai particolarmente appassionato. Con questo non voglio dire che non seguo i temi ambientali o che non mi sono cari, ma voglio dire che compio sforzi maggiori per capire i vari processi legati all’ambiente. Spesso, mi servo della disponibilità di amici che, con pazienza, mi istruiscono. Questi offrono silenziosamente e gratuitamente alla città la loro professionalità e pertanto li ringrazio. Ho meno di 4 anni di esperienza maturati prima di questo mandato e nella pregressa amministrazione, nel bene o nel male, non ci siamo mai imbattuti in temi del genere.

Abbiamo ereditato l’emergenza rifiuti ed affrontata e risolta brevemente in modo brillante; fummo costretti, se la memoria non mi inganna, a far stoccare temporaneamente delle ecoballe su una piazzola di Taverna del RE che però, come promesso, furono di lì a poco rimosse e poi trattammo in Consiglio il tema Termovalorizzatore, della cui costruzione, il civico consesso nella sua interezza, si espresse unanimamente contrario. Solo per mia fortuna, non ero parte attiva dei tempi in cui le Istituzioni permettevano l’arrivo di discariche e veleni sul nostro territorio ed ero troppo giovane quando gli stessi lo svendevano in cambio di opportunità personali o per fare serviligi politici che, alla fine, ci hanno consegnato questo territorio allo scempio.

Oggi, in Minoranza, mi trovo ad affrontare la questione Biodigestore e col tempo ho imparato che, quando una amministrazione utilizza termini che hanno come prefisso “BIO” od “ECO” è quello il momento in cui bisogna preoccuparsi. Come dicevo, non sono capace di valutare l’impatto che un impianto di quelle dimensioni può avere su un territorio, ma di certo, se avesse effetti benefici per la salute, comuni e privati farebbero a gara per portarli a casa propria, stante l’indiscutibile profitto economico.

Sono molte le correnti di pensiero su questo tema e le prevalenti tendono ad affermare che ha effetti negativi sull’ambiente, non di certo devastanti ma, in un territorio già di per se martoriato, non possono di certo passare inosservati. Anche il mio intuito suggerisce la stessa cosa perché, oltre a far fermentare rifiuti e non “fiori profumati del benessere”, quell’impianto, corrisponde strutturalmente ad una banale “bombola di gas” di dimensioni enormi ed in quanto tale certamente pericoloso. Non a caso vengono prescritte per queste strutture, all’autorizzazione, delle distanze minime da rispettare rispetto alle civili abitazioni.

Adesso però, lasciando per un attimo agli esperti le statistiche sugli effetti che potrà avere e la valutazione dei rischi legati alla pericolosità della struttura, proverei, procedendo secondo un mio ordine, a fare delle preliminari valutazioni prettamente politiche e di opportunità.

I rifiuti provenienti da ogni comune della Regione verranno trasportati all’impianto con dei camion. Decine di questi veicoli, non di certo profumati e leggeri di peso, in condizioni normali giungeranno quotidianamente a Giugliano dal Doppio Senso o dall’Asse Mediano, ma nel caso in cui queste arterie saranno interrotte, li vedremo sicuramente scorrazzare al centro città o lungo il litorale. Ciò comporterà una usura delle strade, cattivo odore (specie nel periodo estivo) ed eventuale dispersione di percolato lungo il percorso stradale.

La località Ponte Riccio, che già detiene diverse criticità e che in campagna elettorale, insieme alla fascia costiera giuglianese, avrebbe dovuto rappresentare la zona del rilancio diventerà, ancor più, un punto critico. Le spese della manutenzione stradale, il lavaggio delle strade ed il cattivo odore incomberanno sui cittadini giuglianesi ed i profitti in capo agli imprenditori. Non vi è alcuna, garanzia che non saranno procurati ulteriori fastidi alla popolazione. I cattivi odori, emessi dai rifiuti “de quibus”, si perpetueranno nelle fasi di ricezione, stoccaggio, attesa del caricamento e/o trattamento. Ciò rappresenterebbe un ulteriore deterrente per chi vorrebbe investire in quell’area a scapito della economia locale.

Intanto, senza conoscerne le ragioni, il comune di Giugliano non ha partecipato alla Conferenza di Servizi per la realizzazione di quella struttura dove, ai sensi della L.241/90, si poteva resistere alla costruzione dell’impianto o quantomeno prescriverne una serie di azioni e richiedere, con giusta ragione, un ristoro per i cittadini che subiscono le conseguenze di questo nuovo “insediamento produttivo”.

Verificata la fattibilità, ad esempio, avremmo potuto chiedere la Fornitura di Gas Metano gratuita per gli edifici scolastici, un abbattimento della tariffa sullo smaltimento dei rifiuti presso lo stesso impianto per i cittadini giuglianesi ed infine l’installazione gratuita di centraline per il rilevamento dell’inquinamento.

Va da sè che, la moltitudine di criticità che si presentano, determinerà inesorabilemnte una devalorizzazione del territorio con conseguente svalutazione delle nostre proprietà immobiliari.

Questa operazione, inoltre, è stata condotta, come per l’EcoVillaggio o per i Centri di accoglienza per Immigrati, nel silenzio e nel buio più assoluto e solo quando una parte politica ha fatto “chiasso” si è accesa una lampadina. Non era e non è mia intenzione creare tensione o terrorismo psicologico in città, nè strumentalizzare politicamente la vicenda, ma quell’impianto adesso è già sul nostro territorio ed andrà in funzione.

Inverosimilmente qualcuno ha eccepito di essere stato ignaro della “quaestio” Biodigestore scaricando, in modo strumentale, sull’opposizione consiliare le inevitabili tensioni, riparandosi in modo semplicistico sulla sicurezza di probabili controlli periodici alla struttura che con verosimile certezza non saranno eseguibili vista la nota carenza di risorse.

Oggi, si terrà un convegno, presenziato da “tecnici amici”, volto a tranquillizzare i cittadini sostenendo argomentazioni sulla “bontà” dell’impianto e provando a giustificare la completa inettitudine eccependo l’inevitabile imposizione delle scelte “provenienti dall’alto”.

Desidero da ultimo sottolineare che non vi è un populismo nella posizione assunta in queste righe ma solo una doverosa critica a chi oggi governa questo territorio, confidando che vi sia una chiara ammissione sulla incapacità di gestire la questione ambiente rassegnando le dimissioni o quantomeno consegnando la delega del settore a persone di profilo più competente.

Si deve avere la capacità di intercettare bonifiche e proventi economici anche dalle emergenze che questo territorio ha dovuto subire a prezzo della salute e del benessere. La politica non è un giocattolo. Questa terra di tumori, stuprata dai veleni, ha il diritto di essere difesa oggi più che mai.

 

COMUNICATO STAMPA