Camorra, parla il pentito: “Brancaccio aveva rapporti diretti con gli uomini del clan”

Camorra, parla il pentito: “Brancaccio aveva rapporti diretti con gli uomini del clan”

L’ex sindaco è stato arrestato per associazione di stampo mafioso. Nell’indagine, con lui, figurano anche 22 indagati


ORTA DI ATELLA – Parole pensati quelle rivelate dal pentito dei Russo, Orlando Lucariello, rivolge nei confronti di Angelo Brancaccio, ex sindaco di Orta di Atella agli arresti per associazione per delinquere di stampo mafioso. Nell’indagine oltre all’arresto dell’ex sindaco figurano anche 22 indagati.

 

Il verbale, contenuto nel provvedimento eseguito dai carabinieri ieri stamattina, è del 2012: “Dopo il 2000 è iniziato uno strettissimo rapporto con il Brancaccio che era il vero padrone politico di Orta di Atella, lo è stato e lo è ancora sia nei due periodi in cui è stato sindaco sa quando è stato sindaco di Orta Salvatore Del Prete. Se devo dare una definizione di Brancaccio devo dire che egli è più camorrista che politico per il modo in cui ha gestito gli appalti sul territorio di Orta e soprattutto per gli strettissimi rapporti che aveva con gli uomini del clan, testimoniati anche dal fatto che egli non disdegnava di andare a cena con persone del calibro di mio cognato Salvatore Mundo, di mia sorella, di Raffaele Letizia e di Michele Aletta.

A Brancaccio viene contestato nell’ordinanza emessa dal Gip di Napoli Maria Luisa Miranda il reato di associazione a delinquere di stampo camorristico. Secondo la Dda di Napoli che ha coordinato l’indagine e i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta che l’hanno realizzata, l’ex primo cittadino, vero dominus della cittadina avendo ricoperto la carica tre volte per un totale di 14 anni, sarebbe il principale artefice in accordo con i boss dei Casalesi e dei Mallardo di Giugliano della colata di cemento che negli ultimi anni ha “inondato” l’80% del territorio di Orta, trasformandola in una città dormitorio senza servizi primari, come fogne, strade e aree verdi, e in cui gli appartamenti e le villette, costruite anche sotto i tralicci dell’alta tensione, venivano venduti a prezzi stracciati attirando famigliole da Napoli e provincia. Già nel 2013 la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere aveva indagato Brancaccio e numerosi amministratori comunali per tutta una serie di reati edilizi, sequestrando oltre 1400 appartamenti abusivi e realizzati su terreni non edificabili.

LEGGI ANCHE: 

Le mani del clan Mallardo sull’edilizia: arresti e 22 indagati