Gatta Cenerentola, la fiaba del Basile sul grande schermo

Gatta Cenerentola, la fiaba del Basile sul grande schermo

A bordo di una moderna Megaride per la visione futurista della storia inserita in Lo cunto de li cunti


SPECIALE CINEMA – Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone ci ricordano che la fiaba di Cenerentola è nata dalla penna di Giambattista Basile, letterato di epoca barocca noto per Lo cunto de li cunti. Per omaggiare lo scrittore giuglianese e in coerenza  con la dimensione fiabesca, i quattro autori hanno dato vita a un film d’animazione, Gatta Cenerentola, che però di barocco ha ben poco. Tutti gli omaggi artistici che si rispettino hanno infatti nella resistenza al tempo e nell’adattamento a realtà differenti e ulteriori la loro ragion d’essere. E quale città, meglio di Napoli, poteva raccogliere tale sfida? Raccontata senza concessioni alla retorica  e calata in un’epoca che è contemporanea e futurista insieme, Napoli, riflettendo un po’ di sé in ogni personaggio, è la protagonista assoluta della storia. Che si svolge interamente all’interno del suo porto, in particolare a bordo di una nave, la Megaride. L’imbarcazione iper tecnologica, che nelle buone intenzioni del proprietario e magnate Vittorio Basile (doppiato da Mariano Rigillo) avrebbe dovuto rappresentare il primo passo verso un rilancio dell’intera area, resta però saldamente ormeggiata.

L’anima nera della città rifiuta categoricamente ogni ipotesi di cambiamento. A farsi carico di queste istanze ‘conservatrici’ è Salvatore Lo Giusto, esponente di spicco della criminalità organizzata e, al contempo, affascinante  showman: è impossibile resistere alla sua seducente teatralità tutta partenopea. ’O Re, questo il soprannome del malvivente cui uno strepitoso Massimiliano Gallo presta la voce, si libererà di Basile e piegherà la Megaride ai suoi sporchi interessi personali, ossia narcotraffico, prostituzione e riciclaggio. Nell’intento sarà coadiuvato dalla sua amante Angelica (voce di Maria Pia Calzone), già madre di sei figli, e promessa sposa proprio di Basile, il quale sarà costretto a lasciarle la cura di Mia, figlia che il magnate aveva avuto da una precedente relazione. Bella, formosa, vissuta e appassionata, anche Angelica rappresenta una significativa fetta di Napoli. Pur consapevole dell’errore che sta per commettere, aderisce al piano dell’amato Lo Giusto, opponendosi di fatto anche lei al cambiamento della città. Ma quando scoprirà di non essere ricambiata, farà esplodere la sua ira contro tutto ciò che rappresenta quel relitto, risparmiando però la ingenua Mia, cui Napoli affida la sua speranza di rinascita.

La napoletanità vive anche nelle musiche, curate da Enzo Gragnaniello, Antonio Fresa e Luigi Scialdone, e nella realizzazione stessa del lungometraggio, avvenuta negli studi della Mad Enterteinment (http://www.madinnaples.com/), sita in Piazza del Gesù Nuovo. I limiti del budget non hanno impedito alla creatività partenopea di emergere e di realizzare un film d’animazione apprezzato al Festival dell’Arte Cinematografica di Venezia e nelle sale di tutta Italia. A testimonianza che il buon cinema nasce soprattutto da idee originali.