Juliya, uccisa in casa: trovati condom e proiettili accanto al cadavere

Juliya, uccisa in casa: trovati condom e proiettili accanto al cadavere

La scomparsa era stata denunciata domenica dalla ex cognata a “Chi l’ha visto?”. La donna viveva a Napoli da 20 anni, sospetti su un presunto killer


CERVINO (CE) – Juliya Jasic, originaria del Montenegro, viveva a Napoli da circa 20 anni. Il suo corpo è stato ritrovato a Cervino, piccolo centro in provincia di Caserta, dopo l’allarme a “Chi l’ha visto?”, lanciato dalla ex cognata, risale a domenica, il giorno dopo la denuncia di scomparsa, formale, che l’ex compagno e padre di suo figlio ha presentato in questura a Caserta. Eppure Juliya era scomparsa il 21 ottobre, lasciando solo in casa quel figlio appena diciassettenne avuto con un uomo del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli, un pregiudicato imparentato con un gruppo di spacciatori che opera nella zona di influenza di ciò che resta del clan Elia.

 Inizialmente- come riporta ilmattino.it- ci sono state delle difficoltà per identificare la vittima che era in un lago di sangue nel soggiorno di una casa colonica presa in fitto a nero da un marocchino. Era senza documenti, la vittima, ma sul letto al piano superiore della casa, la polizia ha trovato una borsetta con un cellulare.

Sbloccando lo smartphone è stato possibile dare un nome a quel corpo in decomposizione che ai primi soccorritori non era sembrato neanche quello di una donna. Quando sono arrivati i pompieri il cadavere giaceva su un lato e il volto era coperto da una massa di capelli biondi. Una posa talmente innaturale da far scambiare quella chioma per una parrucca al punto che, prima dell’esame del medico legale, si è sospettato che la vittima fosse un travestito. Secondo quanto reso noto, Juliya è stata uccisa con un colpo di pistola in bocca.

Il proiettile, un calibro 6 e 35, è fuoriuscito dalla nuca. Questo l’esito dei primi esami cadaverici. Per ora non c’è traccia dell’arma del delitto, tuttavia accanto al cadavere sono stati ritrovati altri due proiettili dello stesso calibro e un pacco di preservativi. Un caso o un gesto simbolico? L’assassino ha chiuso tutte le imposte, le porte e i cancelli della casa, poi è fuggito e il corpo è stato ritrovato solo quando la donna che ha fittato la casa al marocchino ha dato l’allarme. Due sere fa.

Al momento, gli investigatori si basano sulle «prove» tangibili, quelle che emergono dai riscontri e dalla perquisizione della casa. Dove c’era una busta di marijuana. E un referto medico di Pronto soccorso risalente a un paio di mesi fa con le generalità di un marocchino senza permesso di soggiorno. Forse quelle sono le vere generalità di Joseph Casablanca, nome che l’uomo attualmente sospettato della morte di Juliya ha fornito alla donna di Maddaloni che gli ha fittato, a nero, quella casa in cui la 38enne è stata ritrovata assassinata. Contro di lui anche il numero di cellulare, inattivo da alcuni giorni, e il profilo Facebook che avrebbe disattivato di recente.

Gli elementi raccolti finora dalla squadra mobile di Caserta, diretta da Filippo Portoghese, sembrano dunque convergere sul marocchino che ha intrattenuto negli ultimi mesi una relazione con Juliya. L’uomo, secondo le amiche della vittima, le aveva fatto una scenata di gelosia la sera in cui è poi scomparsa, dopo avere inviato un sms alla madre in Montenegro.