Licenziamenti all’Asl, sindaci si incontrano a Melito. La FIMMG: “non si generalizzi”

Licenziamenti all’Asl, sindaci si incontrano a Melito. La FIMMG: “non si generalizzi”

“Siamo pronti a condannare con decisione l’operato dei colleghi ma non va condannata un’intera categoria”, dicono Sparano e Calamaro


MELITO DI NAPOLI – Questa mattina a Melito tutti i Sindaci dei comuni rientranti nell’Asl Napoli2 Nord si sono incontrati per discutere della questione relativa alla chiusura dei CUP nelle Asl a partire da lunedì. I primi cittadini hanno firmato un documento nel quale richiedono urgentemente un incontro al dirigente per esprimere la propria preoccupazione in merito sia ai dipendenti che perderanno lavoro sia ai disagi per gli utenti. A tal proposito sulla questione si sono espressi due dirigenti della FIMMG di Napoli.

«Siamo pronti a condannare con decisione l’operato dei colleghi ove si accerti una condotta inappropriata e che questa condotta sia effettivamente in contrasto con quanto prescritto dal rispetto di quanto previsto dall’Accordo  Collettivo Nazionale». A dirlo sono Luigi Sparano e Corrado Calamaro, rispettivamente segretario provinciale e segretario amministrativo della Fimmg Napoli in merito ai provvedimenti resi noti dalla Asl Napoli 2
Nord.

«Attenzione – aggiungono i sindacalisti – a non trasmettere messaggi che possano, attraverso delle semplificazioni, minare però la credibilità di una intera categoria. Perché, senza voler entrare nel merito di casi specifici, atti corruttivi o condotte contrarie al giuramento di Ippocrate sono cosa ben diversa da eventuali incompatibilità. Non dimentichiamo che i provvedimenti adottati dalla Asl Napoli 2 Nord sono legati a situazioni di incompatibilità in cui i colleghi interessati avrebbero percepito compensi per aver di fatto svolto un doppio lavoro quello del medico di medicina generale e quello con altri compiti presso le strutture accreditate, e non, come potrebbe essere frainteso dal comunicato A.S.L., ottenuto compensi per il loro ruolo di medici di medicina generale».

Sparano e Calamaro chiedono grande attenzione perchè “questa situazione non diventi un precedente tale da creare nella categoria una condizione di disagio e precarietà, influendo negativamente
sulla stabilità professionale dei medici di medicina generale”.