ControMafie e Corruzione: caput mundi

ControMafie e Corruzione: caput mundi

Contro la semplificazione e la superficialità come antidoto alla vita mafiosa (e alla confusione da clickbait)

@Rossella Palmieri

ROMA – Dal 2 al 4 Febbraio si è avuta la quarta edizione di ControMafie, gli Stati generali dell’antimafia, organizzata da Libera che ha visto l’incontro nella capitale delle delegazioni nazionali e internazionali dell’associazione (e non solo) dove quest’anno si è avuta l’aggiunta di una nuova parola al nome dell’evento: corruzione.

Quella di ControMafie si presenta come tre giorni di discussione, formazione e interpretazione del lavoro di Libera sul territorio ma soprattutto dell’evoluzione delle mafie e delle attività criminogene che assumono forme e contorni sempre nuovi e diversificati, di come la corruzione sia stata e continui ad essere determinante per la demolizione di quelli che sono i meccanismi vitali di una società e che portano poi le mafie ad essere calamita nel caos.

La Plenaria d’apertura Venerdì 2 si è tenuta al Largo Angelicum con la presentazione del presidente onorario di Libera Gian Carlo Caselli, seguito da diversi interventi come quello della sindaca Virginia Raggi, presidente regione Lazio Nicola Zingaretti, presidente commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho. Ma la platea ha risposto incantata, come un figlio alla voce della madre, alle parole di Don Luigi Ciotti, fondatore nel 1995 e presidente di Libera.

“Oggi c’è una diffusa superficialità del sapere e mancanza di profondità (…) bisogna sconfiggere le mafiosità dentro ognuno di noi, la corruzione è il presupposto della mafia (…) le mafie non sono un crimine contro la legge ma contro la civiltà”

Voce e parole di Ciotti piene di determinata passione danno il via ai Gruppi di Lavoro che hanno visto nel giorno 3 la divisione tematica della platea: “Persone”, “Racconti”, “Religione” e “Economia”. Quattro temi da declinare in relazione all’attività criminale, alla sua fonte, alle sue cooperazioni e alle conseguenze cercando di portare nell’assemblea di chiusura proposte e progetti da attuare nel reale come soluzione e azione contraria a tali conflitti.

Importanti le parole del giornalista Sandro Ruotolo nel suo intervento al gruppo Racconti in contemporanea con i fatti di Macerata “oggi crisi economica, decadenza della politica, sopraffazione della mafia, non ci sono abbastanza anticorpi per fronteggiare il tutto”. Perché è di tutto che si parla, a fronte di chi pensi che mafia, politica, cultura, religione, territorio non siano intrecciati tra loro e si sente di poter semplificare, banalizzando, i comportamenti sociali come pura imitatio stilistica, di serie televisive/cinematografiche. Possiamo dire che le parole portanti della tre giorni di ControMafie siano state queste: semplificazione e superficialità, come nuovi crimini contro l’umanità. E per chi avesse dubbi sull’esistenza/presenza degli intellettuali nelle difficoltà del presente: non solo questi ci sono ma erano lì a parlarne ( Marco Tullio Giordana, Angelo Barbagallo, Giancarlo Cataldo etc.)

Nell’assemblea di chiusura di Domenica 4 è parso evidente come Roma non fosse più solo capitale d’Italia, città eterna e caput mundi, Roma si è trasformata in punto di arrivo e di partenza di un’idea che è diventata nome per poter essere toccata, per poter indicare cose e persone e diventare reale, visibile, con una voce che potesse dire “Io sono Libera”.