Un film in ricordo di Dario, vittima innocente di camorra. Il fratello: “risvegliare le coscienze”

Un film in ricordo di Dario, vittima innocente di camorra. Il fratello: “risvegliare le coscienze”

“Ed è subito sera”, uscito nelle sale giovedì 21 marzo, è tratto dall’omonimo romanzo di Tonino Scala, e racconta del tragico omicidio del 6 dicembre 2004. “Bisogna creare alternative alla camorra”, spiega il fratello di Dario, Pasquale


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NAPOLI – Era la sera del 6 dicembre 2004 quando Dario Scherillo, 26 anni, fu ucciso a Casavatore, la sua città, dai sicari della camorra a causa di uno scambio di persona. La drammatica vicenda, che si colloca nel quadro della faida tra i “Di Lauro” ed i cosiddetti “Scissionisti”, è raccontata nel film “Ed è subito sera”, uscito nelle sale giovedì 21 marzo, tratto dall’omonimo romanzo di Tonino Scala. Ad uccidere Dario furono proprio gli Scissionisti, che in realtà avevano nel mirino un pusher dei Di Lauro. La sua sfortuna fu quella di avere uno scooter dello stesso modello e colore della vittima designata e di avere anche una targa simile a quella del suo ciclomotore. Il ruolo della giovane vittima innocente è interpretato da Gianluca Di Gennaro, attore che ha all’attivo già diversi ruoli significativi, tra i quali lo “Zingariello”, nella seconda stagione di “Gomorra La Serie”. Nel cast del film, il quinto da regista per il romano Claudio Insegno, compaiono anche Franco Nero, nel ruolo di un magistrato, padre di un amico di Dario, figura ispirata a Giorgio Corona, e Salvatore Cantalupo, attore napoletano scomparso poco dopo la fine delle riprese a 59 anni, nel ruolo del padre di Dario.

Dario Scherillo  era di Casavatore e lavorava presso un’autoscuola di Secondigliano. Il ragazzo è ricordato ogni anno il 21 marzo nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.

Nel film è citato anche Pasquale, uno dei due fratelli di Dario,  di qualche anno più grande di lui, che noi de ilmeridianonews.it abbiamo intervistato. Pasquale si occupa dell’autoscuola di famiglia, che anche Dario gestiva insieme a lui.

Quanto può servire questo film a ricordare la figura di suo fratello?

“Mi sono attivato per la realizzazione di questo film da otto anni. Sono state tantissime le difficoltà burocratiche ed economiche che abbiamo trovato per riuscire poi a realizzare quest’opera. Questo perchè mio fratello non aveva un nome eccellente, non avevamo chissà quali conoscenze. E’ stato anche difficile trovare sponsor, abbiamo ricevuto tanti ‘no’ e porte in faccia. Alla fine, come si noterà anche guardando il film, abbiamo trovato la disponibilità di Albanella, comune in provincia di Salerno. Il mio scopo- spiega Pasquale- era dar vita a qualcosa che risvegliasse le coscienze. Le pallottole non hanno colpito solo mio fratello, dobbiamo sentirci tutti colpiti. Dobbiamo ricordarci che questi episodi possono accadere a tutti. Voglio far capire ai ragazzi una volta per tutte che il camorrista non è un esempio da seguire. Il camorrista finisce sempre male, o viene ucciso o viene arrestato. Proporrò di portare questo film in tutte le scuole d’Italia, non solo del napoletano”.

C’è qualcosa che ti senti di dire agli autori dell’omicidio o alle loro famiglie?

“No, voglio soltanto giustizia. Noi stiamo combattendo alla ricerca di giustizia da quel maledetto giorno. L’autore materiale dell’omicidio fu poi successivamente ucciso ma i mandanti non sono mai stati individuati nè trovati. Proprio il 21 marzo, giorno in cui è uscito il film, è stata chiesta l’archiviazione caso del caso da parte del pm, ma noi ci siamo opposti a questa decisione”.

Cosa pensi che di concreto si possa fare per debellare in maniera energica il fenomeno?

“Credo che per prima cosa ci sia bisogno di creare delle alternative ai giovani che poi, giocoforza, entrano a far parte della criminalità organizzata. E’ proprio quello che sfrutta la camorra: la mancanza di alternative. Napoli è sempre stata particolare, anche nelle piccole cose, siamo abituati a dare tutto per scontato. Credo che già la scelta di  De Magistris, un magistrato, come Sindaco, sia qualcosa di positivo. Ho notato, comunque, che qualcosa si sta muovendo, di positivo, negli ultimi anni. Ad esempio, quando viene arrestato un camorrista, non vedo più quelle patetiche scene di protesta da parte del vicinato ma vedo solidarietà alle forze dell’ordine”.

Tuo fratello è ricordato ogni anno il 21 marzo attraverso una manifestazione di “Libera contro le mafie” ed a lui è dedicata l’aula consiliare del comune di Casavatore. Cos’altro è stato fatto per ricordarlo?

“Prima di questo film c’è stata una canzone, intitolata ‘Dario c’è’, dedicata a lui, mentre gli alunni della scuola media De Curtis, che lui frequentava, hanno dato vita ad un  cortometraggio dedicato a lui. L’augurio è che tutto questo possa contribuire a smuovere le coscienze”.

In foto: Pasquale Scherillo, fratello di Dario, con una t-shirt dedicata a lui in occasione di una manifestazione di “Libera” in sua memoria e lo stesso Dario

 

 

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