Il Napoli sfiora l’impresa e la Juventus festeggia nello show allo Stadium

Il Napoli sfiora l’impresa e la Juventus festeggia nello show allo Stadium

Emozioni a ripetizione a Torino, dove il Napoli riesce a rimontare tre gol alla Juventus prima di capitolare definitivamente con la sfortunata autorete di Koulibaly. Lozano a bersaglio all’esordio


juventusjuventus koulibaly

TORINO – La Juventus festeggia, al termine di una partita dai due volti e mille emozioni. Allo Stadium finisce con un pirotecnico 4-3 a favore dei bianconeri di Sarri, decisa in pieno recupero dalla sfortunata autorete di Koulibaly. Prima, la squadra di Sarri si era portata sul triplo vantaggio grazie alle marcature di Danilo, Higuain e Ronaldo, rimontato poi dalle reti azzurre di Manolas, Lozano e Di Lorenzo. Ma, a prescindere dal risultato, cosa ha detto la partita dello Stadium?

Dominio juventino a centrocampo

Come a Firenze, il Napoli del primo tempo non è mai sceso in campo. Come contro la Fiorentina, la squadra di Ancelotti ha subito a lunghi tratti la fisicità della Juventus che con Khedira, Pjanic e Matuidi ha, sin dalle prime battute, preso in mano le redini del centrocampo, mollandole solo in pochissime circostanze, agevolati, così com’erano, dalla coppia di mediani presentata da Ancelotti (Zielinski-Allan) incapace a) di fare da filtro davanti alla linea difensiva b) di alzare il baricentro cercando di allungare la squadra c) di attivare l’attacco azzurro con palloni interessanti. La conseguenza è un primo tempo imbarazzante nel quale la JUventus segna due gol e ne fallisce altrettanti in maniera clamorosa con Khedira, assoluto dominatore della mediana. Nella ripresa Ancelotti cerca di limitare i danni (di cui ha enormi responsabilità) trasformardo l’improponibile 4-2-3-1 in un più ordinato 4-4-2, spostando il fino a quel punto inutile Zielinski sulla sinistra, riportando Ruiz in mezzo al campo e inserendo Lozano a fianco del “desaparecido” Mertens. Ma la frittata era parzialmente già fatta e servita.

Koulibaly non pervenuto

Il destino da’ e toglie. E da ieri sera lo sa anche Kalidou Koulibaly, sfortunato protagonista e suo malgrado, colui he ha deciso la partita dello Stadium. Sembra lontano un secolo quel momento in cui il senegalese si libra in aria e stacca prepotentemente e di testa trafigge imparabilmente Buffon. Dopo due stagioni, nello stesso minuto, lo stesso stadio, Kalidou svirgola un pallone all’apparenza innocuo giunto dalla tre-quarti di campo ed infila Meret con un sinistro al volo che, sfidiamo lo sfortunato difensore, lo volesse rifare di proposito, faticherebbe un bel po’. Episodio sfortunato, assolutamente, che va a rovinare una rimonta che avrebbe portato incredibilmente un punto nella cascina azzurra. Ma, al di là dello sfortunato autogol, Koulibaly non ha mai dato idea di irreprensibilità durante l’arco della gara. Sul gol di Higuain, ci sono pesanti responsabilità del centrale azzurro, che abbocca fin troppo ingenuamente alla finta dell’argentino. ll vero Kalidou è un’altra cosa.

Problemi a destra

Sette gol in due partite sono davvero troppi. Non sempre si possono fare quattro gol per vincere una partita, ergo sarebbe meglio per Ancelotti trovare un equilibrio tale da non fare la conta dei danni (e dei gol subiti) al termine di ogni gara. La difesa vista allo Stadium ha vissuto chiare difficoltà per oltre un’ora di gioco (fino allo 0:3 di CR7) nella quale centrocampisti ed attaccanti juventini hanno fatto ciò che hanno voluto. Enormi falle si sono sviluppate sul versante destro della difesa azzurra, dal quale sono nati i gol della Juventus. Complice a) Allan ancora a corto di condizione, b) Callejon dal quale è impossibile pretendere la doppia funzione di attaccante che spinge e simil-terzino che raddoppia la marcatura all’occorrenza e c) Di Lorenzo troppo attaccante e troppo poco difensore, le frecce bianconere (Douglas Costa in particolare) hanno messo a ferro e fuoco quel settore di campo, ieri sera palesemente il punto debole del reparto difensivo partenopeo.

Aspetti positivi

Non tutto è da buttare, nonostante la sconfitta che brucia e vrucerà sicuramente per tanto tempo ancora. Non vi fosse stato lo sfortunato episodio dell’autogol, nonostante tutte le imperfezioni che si sono palesate, il Napoli sarebbe tornato a casa con un insperato punto, frutto di una rimonta clamorosa, tutta firmata dai “new deals”, Manolas, Lozano e Di Lorenzo. Indubbiamente una testimonianza di carattere e di personalità, arrivata però quando la partita sembrava non aver più niente da dire e che la Juventus ha interpretato come “virtualmente vinta”, atteggiamento tipico anche del Napoli versione “sarriana”. Complice una disposizione tattica indubbiamente più lineare ed una Juventus praticamente negli spogliatoi a festeggiare, gli azzurri hanno trovato forze fisiche e mentali grazie all’uno-due firmato Manolas-Lozano che hanno dato vita a venti minuti di buonissimo Napoli che ha messo l’avversario alle corde fino a trovare l’insperato pareggio di Di Lorenzo. Peccato, nel finale, non aver potuto usufruire del Llorente della situazione, capace con la sua stazza di tenere alta la squadra e guadagnare qualche fallo utile a spezzare il forcing finale bianconero che, di fatto, è costato la capitolazione finale.

Sosta come manna dal cielo

Arriva la sosta di campionato ed non può arrivare in un periodo migliore. Sembra un paradosso, nonostante siano passate solo due giornate di campionato, ma Ancelotti deve riordinare le sue idee e capire come questo Napoli possa giocare possibilmente in maniera lineare ed omogenea per tutto l’arco dei novanta minuti. Questo Napoli in versione “dottor Jekyll e Mr.Hyde” non può andare da nessuna parte, ma a favore degli azzurri, tra quindici giorni, giocheranno il ritorno di Milik, l’innesto di Llorente, un calcio-mercato che finalmente ha smontato le tende e la possibilità per molti dei giocatori, oggi a corto di condizione fisica, come Koulibaly, Allan e Ruiz, di ritornare ai livelli che sono più consoni.

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