Dopo il Milik-Show la rivoluzione. Ancelotti esonerato!

Dopo il Milik-Show la rivoluzione. Ancelotti esonerato!

Tripletta di Milik, facile vittoria sul Genk e qualificazione agli ottavi di Champions, ma in tarda serata arriva la comunicazione dell’esonero di Ancelotti. Al suo posto, già allertato Gattuso


Dopo il Milk-Show, Ancelotti esoneratoDopo il Milk-Show, Ancelotti esonerato

NAPOLI – Il Milik-show regala gli ottavi di finale al Napoli. Nella serata di grazia del polacco, numero 99, gli azzurri ritrovano la strada smarrita ed asfaltano il Genk con un sonoro 4:0. Almeno, un obiettivo è stato raggiunto, tra mille peripezie e vicissitudini, quando sarebbe stato possibile farlo in maniera assolutamente più serena.

Ma, di questi tempi, la serenità non regna a casa-Napoli e l’ennesimo colpo di scena post-partita ne è la conferma: Ancelotti non è più l’allenatore del Napoli.La comunicazione della società arriva alle 23.40 che sancisce la fine del rapporto con il tecnico romano ed suo staff. Pronto Gattuso in rampa di lancio la cui firma è attesa per oggi.

Della partita non c’è tanto da dire. Una gara che si è messa subito bene grazie al gentile omaggio del portiere belga che regala a Milik, al rientro, il pallone del 1:0; in seguito, bastano meno di quaranta minuti per Arek per timbrare il secondo gol su suggerimento di Di Lorenzo, e la tripletta, grazie al penalty che Mertens gli concede, per la prima tripletta “italiana” del ex-centravanti dell’Ajax.

Nel secondo tempo, poco o nulla da segnalare, se non il quarto gol, segnato da Mertens ancora su rigore, che si avvicina sempre di più al record di Marek Hamsik, stasera ospite d’onore in tribuna al San Paolo. Poi, il fischio finale di Cakir che manda tutti negli spogliatoi ed il Napoli agli ottavi di finale. Si festeggia, si fa per dire. Men che meno Ancelotti che, da ieri sera è l’ex-allenatore della società partenopea.

Ovvio che, in queste circostanze, l’aspetto tecnico della partita passi in secondo piano. La rivoluzione tecnica era nell’aria e lo stesso Ancelotti sembrava avvertire i primi sintomi di un esonero, pressochè imminente, nella conferenza stampa pre-gara con il Genk. Purtroppo per lui, gli ultimi risultati, la pessima classifica, l’ammutinamento, quello sfacciato, dopo il Salisburgo e poi quello “silenzioso” attuato attraverso prestazioni inguardabili hanno spinto la società ad una decisione inevitabile quanto tardiva.

Dunque, prendiamo questa qualificazione agli ottavi come ennesimo punto di (ri)partenza della stagione, guardando con positività ad una squadra che si appresta ad iniziare un nuovo ciclo con un altro tecnico, verosimilmente Gennaro Gattuso, anche lui ex-milanista come Donadoni e Ancelotti, due allenatori che a Napoli non hanno lasciato il segno.

Si spera che Gattuso sappia trovare soluzioni rapide per tirare fuori il Napoli dalla crisi che rischia di diventare irreversibile, e tale sarebbe stata con Ancelotti ancora al timone della nave azzurra. Gattuso sarà chiamato prima di tutto a ricomporre un gruppo, oggi visibilmente disgregato, prima mentalmente poi tecnicamente. Ci sarà da lavorare tanto, prima sugli uomini, per restituire loro quella dignità quasi persa in queste ultime settimane, poi sui calciatori, per ritrovare il senso del gruppo, della collettività e del reciproco sostegno, una volta capisaldo di una squadra che giocava a memoria e della quale oggi resta solo un malinconico ricordo.

Sarà una risalita ardua ma, d’altra parte, Gattuso è un allenatore (ed un uomo) che non ha paura di affrontare le situazioni di petto, di guardare i suoi ragazzi, uno per uno, negli occhi e dire le cose come vanno dette. Al Milan era quasi riuscito nell’impresa titanica di condurre i rossoneri in Champions League, nonostante difficoltà economico-gestionali quasi insormontabili. Al Napoli, una sfida ancora più dura: sedere sulla panchina del “maestro” Ancelotti e dimostrare che l’allievo può superarlo, riportando gli azzurri laddove devono stare.

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