Covid in Campania, Ministero della Salute e Cts: “Nuove chiusure se i contagi non calano”

Covid in Campania, Ministero della Salute e Cts: “Nuove chiusure se i contagi non calano”

La decisione riguarderà le zone urbane a maggior incidenza di casi


CAMPANIA – Continua a correre il Covid 19 a Napoli e in Campania e così comincia ad aleggiare lo spetto del lockdown. Secondo quanto trapela dal Comitato tecnico scientifico e dallo stesso Ministero della Salute se entro dieci giorni l’indice di diffusione dei contagi non dovesse calare si potrebbe prendere effettivamente in considerazione di chiudere le zone urbane a maggior incidenza di casi anche a fronte dell’oggettivo sovraccarico che pesa sul sistema ospedaliero e delle difficoltà dei dipartimenti di prevenzione nel tracciare una massa di casi ormai troppo vasta.

Da qui a chiudere l’intera Campania il passo sarebbe a quel punto breve in quanto isolare una grande città come Napoli è praticamente impossibile dal punto di vista logistico. L’unica alternativa, come riportato da Il Mattino,  sarebbe riuscire a potenziare il lavoro di contact tracing delle Asl per tentare di gettare quanta più acqua sul fuoco possibile puntando anche sugli alberghi per le quarantene (Covid resort) sottraendo una quota dei postici al contagio intrafamiliare. L’obiettivo è tagliare la linea di fuoco che ormai si allarga a macchia d’olio. Un risultato che tra l’altro dovrebbe arrivare in porto in pochi giorni per vederne gli effetti positivi considerata la scia lunga dei contagi. La provincia di Napoli è oggi quella con il più alto numero di malati rispetto agli abitanti in Italia e il numero di nuovi casi cresce più rapidamente. Dati che si collocano in uno scenario nazionale in cui si assiste a una recrudescenza dei contagi che partono dall’innesco continuo di nuovi focolai. Il profilo di crescita è molto simile a quello di altri paesi europei ma con alcune settimane di ritardo e in Italia, Napoli e La Campania anticipano di una settimana il profilo di molte aree del paese.

Molto netta la posizione di Walter Ricciardi, consulente tecnico del ministro della Salute Roberto Speranza: “Diverse aree metropolitane tra cui Napoli, Milano, Genova e Roma sono già fuori controllo dal punto di vista della sorveglianza della pandemia con numeri davvero troppo alti per essere contenuti con il metodo tradizionale del testing e del tracciamento”. “Secondo l’Oms una percentuale di positivi al tampone del cinque per cento – aggiunge Nicola Fusco, ordinario di Matematica della Federico II che dall’inizio dell’epidemia monitora l’andamento dei casi con un apposito algoritmo – è da considerare un dato allarmante e percentuali superiori al dieci per cento dovrebbero suggerire restrizioni drastiche compreso il lockdown. Fare questa scelta sarebbe saggio e tempestivo”. “I cittadini possono fare molto per mitigare la situazione – conclude Nino Cartabellotta medico epidemiologo della fondazione Gimbe – adottando comportamenti e precauzioni come se fossero in lockdown limitando al massimo gli spostamenti e le attività sociali”.

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