De Luca a “Che tempo che fa”: “Venerdì in strada camorra e neofascisti”

De Luca a “Che tempo che fa”: “Venerdì in strada camorra e neofascisti”

“Potevamo fare due scelte in questa situazione, o chiudere tutto per un mese e far raffreddare l’epidemia o prendere misure intermedie. Il governo ha scelto la seconda strada”


CAMPANIA – A “Che tempo che fa”, la trasmissione in onda su Rai 3 condotta da Fabio Fazio, ha parlato ieri sera il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, che si è espresso in merito agli episodi di protesta violenta di venerdì sera avvenuti a Napoli, ma anche in generale sulla situazione di gestione del Coronavirus in Campania.

“Chiariamo innanzitutto – ha esordito De Luca – che il 90% dei cittadini di Napoli hanno dato prova straordinaria di autodisciplina e responsabilità nei mesi scorsi e che c’è un malessere sociale profondo che merita rispetto e comprensione, ma merita soprattutto risposte concrete e rapide”.

“Nei mesi scorsi abbiamo lavorato per due battaglie, quella contro il Covid e quella dell’emergenza economico-sociale che ne è derivata. Abbiamo attuato un piano di 1 miliardo e 17 milioni di euro dati a 200.000 pensionati, 130.000 piccole imprese e 60.000 professionisti. Per quanto riguarda la nottata di venerdì, i protagonisti c’entrano ben poco col disagio sociale: tra la folla c’erano e pezzi di camorra, pezzi di antagonisti, e di neofascisti. Non c’entra nulla la paura del lockdown, l’organizzazione era già stata prefissata da una settimana prima”.

“Abbiamo avuto perlomeno due arresti di due spacciatori, mi auguro sia l’inizio di una svolta radicale all’interno del territorio anche secondo questo punto di vista. Oggi la priorità è quella di varare un piano di aiuto socio economico a livello nazionale alle categorie colpite che si basi sul modello campano. La gente oltre che avere la vita salva deve avere anche il pane alle fine del mese”.

“Attualmente abbiamo un livello alto di asintomatici, cominciano a riempirsi le terapie intensive e quando questo succede non è possibile fare lo screening completo dei possibili contagi. Quando hai 20.00 casi, infatti, non puoi controllare tutta la rete di contatti di un singolo positivo, ciò significa che ogni cittadino deve essere medico di sé stesso. Potevamo fare due scelte in questa situazione, o chiudere tutto per un mese e far raffreddare l’epidemia o prendere misure intermedie. Il governo ha scelto la seconda strada. Questa seconda strada ha delle criticità, ossia il fatto che senza dubbio tutti i comparti delle palestre, della ristorazione, dello spettacolo ne risentiranno.”

“Per quanto riguarda la sanità campana non ho paura di eventuale saturazione al momento, siamo stati soggetti a aggressione mediatica da circa un mese. Addirittura è stato detto che l’Asl Napoli 1 Nord fosse stata commissariata per infiltrazione camorristica, il che era un falso clamoroso. Al di là di queste aggressioni abbiamo comunque una situazione che regge, abbiamo aumentato le terapie intensive da 300 a 600. Abbiamo fatto un miracolo in questi mesi combattendo a mani nude, siamo orgogliosi della nostra gestione”.