Il 9 novembre nuovo Dpcm: come sarà il nuovo lockdown

Il 9 novembre nuovo Dpcm: come sarà il nuovo lockdown

La data di lunedì 9 novembre sarebbe il limite in cui entrerebbero in vigore le nuove misure


ITALIA – Il tempo stringe e la curva del contagio non accenna a calare e l’ipotesi di un nuovo lockdown si fa sempre più insistente. Giuseppe Conte sostiene che servono 14 giorni dall’introduzione delle restrizioni dell’ultimo Dpcm per vederne gli effetti su contagi e ricoveri.

Secondo le ultime indiscrezioni, il premier è al lavoro su un nuovo Dpcm che sarà pubblicato la prossima settimana e che porterà ulteriori restrizioni nella vita sociale per evitare il lockdown totale. La data di lunedì 9 novembre sarebbe il limite in cui entrerebbero in vigore le nuove misure. Il presidente del Consiglio predisporrà un’ulteriore stretta con chiusure delle attività commerciali, ulteriori incentivi allo smart working nel settore pubblico e nel privato e paletti per gli spostamenti interregionali, probabilmente con il ricorso all’autocertificazione.

La nuova stretta in arrivo servirà a fronteggiare il cosiddetto “scenario 4”, quello più temuto e delineato in un report dell’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero. Lo “scenario 4” prevede la “situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt maggiore di 1,5)”. Al momento sono 5 le regioni a rischio lockdown totale, ovvero si trovano nello scenario 4. Sono Lombardia, Campania, Liguria, Lazio e Valle d’Aosta, a cui si aggiunge la provincia autonoma di Bolzano.

Sono due le ipotesi sul tavolo in merito al nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in arrivo entro lunedì 9 novembre. In estrema sintesi: un lockdown morbido, soft o “alla francese”, oppure un lockdown duro, quasi “totale” come quello di marzo. È alta l’attenzione sui ricoveri ospedalieri e sulla curva epidemiologica.

  • la prima è quella più drastica, ovvero chiudere tutto per almeno un mese lasciando aperte soltanto le fabbriche, le scuole materne e quelle elementari e i negozi dei generi di prima necessità rendendo possibile muoversi da casa se non per motivi validi e validati con il modulo di autocertificazione. Sarebbe una situazione molto vicina al lockdown totale;
  • la seconda prevede invece chiusure a livello regionale e comunale, incentivi allo smart working nel pubblico e nel privato e paletti per gli spostamenti interregionali, sempre con il modulo di autocertificazione.