Il Nobel arriva a Giugliano, la dottoressa Bottone nel World food Programme

Il Nobel arriva a Giugliano, la dottoressa Bottone nel World food Programme

Rossella ha voluto lanciare un messaggio: “La fame è un problema che riguarda tutti e dobbiamo impegnarci per risolverlo”


NAZIONALE – La World Food Programme, l’agenzia per gli aiuti alimentari delle Nazioni Unite,  ha vinto il Nobel per la pace. La motivazione per la quale il comitato dei Nobel ha deciso di assegnarle il Premio Nobel per la Pace 2020 è stata la seguente: “Per i suoi sforzi per combattere la fame, usata come arma di guerra. Per il suo contributo al miglioramento delle condizioni per la pace in aree colpite da conflitti e per il suo agire come forza trainante per evitare l’uso della fame come arma di guerra e conflitto”.

Un grande riconoscimento, che meritava attenzione ed uno sguardo più approfondito. Proprio per questo la nostra redazione ha raggiunto Rossella Bottone, originaria di Giugliano, analista del World food Programme.

COSA RAPPRESENTA  IL NOBEL

Rossella ha dichiarato:” Per noi è mettere in evidenza che il problema esiste e c’è. il Nobel della pace è una cosa importante , la fame e la pace sono una cosa sola. Il premio per noi è stato un grande orgoglio, già nel 2018 il quartiere di sicurezza delle Nazioni Unite riconobbe ufficialmente che spesso la fame viene utilizzata  come arma di guerra. Sembra scontato ma la fame e la guerra sono collegate, gli immigrati non partono con l’intenzione di arrivare in Europa per far soldi o chissà cosa,  questa gente parte perché è disperata ha fame. Se ti trovi in Eritrea o in Somalia dove la situazione è esasperante non sai più cosa dar da mangiare ai tuoi figli o sei giovani e non hai prospettive, stai morendo di fame, e quindi non hai altra scelta: immigrare. Il Nobel è il riconoscimento del lavoro che noi facciamo. La fame accentua il conflitto, la gente presa dall’esasperazione o prende le armi o scappa via. Per quanto riguarda il concetto ‘aiutiamoli a casa loro’, sono d’accordo, ma bisogna farlo veramente. Se tu riesci a sfamare i tuoi figli a vedere un futuro per te, e riesci a mettere un piatto a tavola allora non prendi la decisione di voler migrare.

SCONFIGGERE LA FAME, RAGGIUNGERE LA SICUREZZA ALIMENTARE E MIGLIORARE LA NUTRZIONE ENTRO IL 2030

A tal proposito Rossella ci ha fatto alcune precisazioni: “La data non è stata stabilita da noi ma dall’agenda globale degli obiettivi di sviluppo solidale che tutti gli stati firmano che sono 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. Tra i vari nel 90 si firmò l’accordo degli obbiettivi del millennio, Millennium Development Goals, e la data di scadenza era il 2000. Nel 2000 già c’era un obiettivo: ridurre a metà la fame. Ci sono stati grandi progressi dal 90 però arrivati alla scadenza del 2000 ci sono tantissime persone che oggi nel mondo comunque non riescono a coprire i propri bisogni alimentari, molti bambini malnutriti. Quindi gli stati arrivati alla scadenza si sono riproposti questa nuova data.”

IL PROGETTO A LUNGO TERMINE: ALIMENTAZIONE SCOLASTICA

“Noi lavoriamo anche per programmi a lungo termine e il più importante di tutti – ha dichiarato Rossella – è l’alimentazione scolastica. Tantissimi paesi dove andare a scuola è un sacrificio perché bisogna garantire che questo bambino abbia delle risorse e garantirgli un pasto significa che quest’ultimo si recherà a scuola. Nello specifico se la madre è a conoscenza del fatto che a scuola verrà assicurato un pasto a suo figlio, allora sarà  incentivata a mandarlo. Quindi diventa una sorta di scambio, il bambino che viene a scuola porta anche a casa un pacco alimentare per la sua famiglia. Altra cosa importante è quella di interrompere la malnutrizione del bambino dalla pancia, con la nutrizione della madre e con i primi 2 anni di vita, soprattutto,  bisogna assicurarsi che assumano dei pasti bilanciati.  Lavoriamo anche tantissimo con l’agricoltura, li aiutiamo a migliorare i sistemi di produzione. Soprattutto, li aiutiamo  ad ottimizzare la produzione dei prodotti  in modo da renderli autonomi. Successivamente li mettiamo in collegamento con le scuole,  gli agricoltori  vendono i loro prodotti allo Stato il quale li utilizza per il programma alimentare delle scuole. L’obbiettivo per ora è il 2030. Speriamo di ridurre la fame.”

“Fra i 17 obbiettivi – ha continuato – è quello della fame zero. Quindi la WFP è incaricata di appoggiare i paesi nel raggiungere la fame zero”

CONOSCIAMO ROSSELLA

Rossella Bottone lavora per l’agenzia da circa 15 anni, precisamente dal 2005, e nello specifico in un’area di programma: quella che mette in opera i progetti che noi mettiamo in campo. Ho lavorato in Guatemala, Congo, Haiti, Senegal, Roma e attualmente a Panama nella sede Regionale per l’America Latina.  Lei è un’esperta della valutazione dei bisogni, nello specifico: coordina delle inchieste sul campo, in caso di emergenze, per valutare il piano economico da poter destinare a chi ha bisogno.

LAVORO E PASSIONE

Il lavoro di Rossella non è per niente facile: ti porta a stare lontana dai tuoi affetti più cari, come la famiglia che risiede a Giugliano, ma per lei questo non è semplicemente un lavoro ma è prima di tutto la sua passione. Come da lei raccontato: “C’è stato un punto di partenza legato alla mia educazione cattolica. Il mio punto di partenza è stato il volontariato, a 18 anni presa la maturità ho preso lo zaino e sono andata in Nicaragua in una missione salesiana. Avevo un solo desiderio: ‘Fare qualcosa di buono nella mia vita’. Poi il mio desiderio è mutato ed ho scelto di farlo diventare il mio lavoro. Così ho deciso di specializzarmi, essendo un lavoro in cui è richiesta molta professionalità, ho deciso di preparami acquisendo progressivamente la professionalità che poi mi ha portato ad nelle Nazioni Unite. Tutto nasce dalla mia voglia di voler fare del bene ma soprattutto dal mio incontro con la povertà a Nicaragua che mi ha segnato tanto.”