Maxi truffa del carburante nel napoletano, preso noto imprenditore: confiscati beni per 10 mln

Maxi truffa del carburante nel napoletano, preso noto imprenditore: confiscati beni per 10 mln

Aveva numerose auto e moto di lusso. Il soggetto è ritenuto responsabile di una maxi evasione dell’I.V.A


SAN GIORGIO A CREMANO – I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, coordinati dalla Procura della Repubblica di Nola, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore di San Giorgio a Cremano operante nel settore della commercializzazione di prodotti energetici, ritenuto responsabile di una maxi evasione dell’I.V.A. Contestualmente, le Fiamme Gialle stanno procedendo al sequestro finalizzato alla confisca di beni, anche di lusso, del valore di circa 10 milioni di euro.

In particolare, le Forze dell’Ordine hanno rinvenute: 4 auto Ferrari (Ferrari FL31 decappotabile anno 2007, Ferrari FL16, anno 1998, Ferrari FL 52 Coupè, anno 2015, Ferrari FL 100, anno 1987); 2 auto Porsche (Porsche 997 turbo, anno 2009, Porsche 982 CB12, anno 2017), 1 Mercedes classe A, anno 2019, 1 Audi Q8, anno 2020, 1 Fiat 500 “Topolino”, anno 1954, 1 Triumph “Spitfire”, anno 1977, 1 Peugeot 208, anno 2016, 1 Mercedes Classe E, anno 2012, nonché 70 motocicli d’epoca (31 lambrette d’epoca e 39 vespe piaggio e ciclomotori d’epoca).

L’attività investigativa ha consentito di accertare una maxi evasione fiscale posta in essere dalla PA.GI. Carburanti S.r.l., società operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, la quale, per diversi anni di esercizio, ha dichiarato costi fittizi per oltre 44 milioni di euro evadendo in tal modo l’Imposta sul Valore Aggiunto per circa 10 milioni
di euro. Secondo la ricostruzione operata dagli specialisti del II Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli sotto la direzione della Procura della Repubblica di Nola, la società si sarebbe collocata al centro di un numerosissimo gruppo di imprese fantasma dislocate sull’intero territorio nazionale, la cui finalità era quella di
consentire, tra l’altro, alla PA.GI. carburanti di evadere sistematicamente, e per diversi milioni di euro, le imposte derivanti dagli acquisti dei prodotti petroliferi.

Il titolare della Pa.Gi., dominus della frode Iva, data la sua pluriennale esperienza nel campo del commercio di prodotti petroliferi ha impiegato, sistematicamente, nel corso del tempo, società diverse facenti capo a soggetti compiacenti per attuare le sue finalità illecite e frodare il Fisco per somme rilevantissime. Nella veste di amministratore unico della Pa.Gi. Carburanti S.r.l. ha ricevuto, annotato in contabilità ed indicato in dichiarazione gli importi relativi alle fatture emesse dalle società cartiere (circa 50 nell’ultimo quadriennio), concernenti transazioni commerciali fittizie.

Il meccanismo fraudolento scoperto è quello tipico della cd. “frode carosello”: tra il venditore all’ingrosso e il soggetto commerciale acquirente del prodotto si interpongono società cartiere (missing trader) create al solo fine di consentire ad altri operatori economici di evadere le imposte, mediante la giustificazione contabile delle cessioni di beni effettuate da ulteriori imprese, realmente operative, che vengono celate al Fisco. Durante le investigazioni, proprio al fine di fornire la prova degli acquisti “sotto costo” effettuati dalla stessa S.r.l. operante nel settore dei carburanti, è stata effettuata una puntuale e innovativa attività di analisi confrontando le quotazioni giornaliere “Platt’s” con i prezzi di acquisto praticati in favore della PA.GI. Carburanti S.r.l. rilevando che il costo di vendita del prodotto alla citata società è stato nettamente inferiore rispetto a quello normalmente praticato dagli operatori all’ingrosso del settore e, in alcuni casi, anche
inferiore al prezzo del primo fornitore.

In definitiva, l’indebito risparmio d’imposta ha consentito alla società attenzionata di praticare dei prezzi di vendita del tutto al di fuori del mercato, accaparrandosi una grande fetta di mercato, sia nazionale che regionale con una vorticosa movimentazione di cifre per importi rilevantissimi, così ponendo in essere una concorrenza sleale con grave nocumento alle aziende del settore che operano regolarmente.