Scoperta truffa choc, tamponi a domicilio e falsi referti negativi: coinvolto anche un giuglianese

Scoperta truffa choc, tamponi a domicilio e falsi referti negativi: coinvolto anche un giuglianese

L’uomo, in accordo con la compagna, le faceva sottrarre i test dal reparto di ortopedia dell’ospedale presso cui prestava servizio


CIVITAVECCHIA – Risale a questa mattina l’incredibile notizia, riportata dal Messaggero, secondo la quale un’infermiera dell’ospedale San Paolo, in accordo con il suo compagno, sottraeva alla struttura tamponi illecitamente per poi somministrarli a domicilio ai pazienti, consegnando loro referti negativi falsi. I  coinvolti sarebbero Simona I., 35 anni, nata a Napoli ma residente a Civitavecchia e Domenico D., 50 anni, nato a Giugliano in Campania. L’accusa è di concorso in falsità materiale, sostituzione di persona ed esercizio arbitrario della professione medica.

La vicenda ebbe inizio a settembre quando il giuglianese esegue tamponi ai lavoratori di una ditta di pulizie di Roma. Quando arrivano i risultati tutti i dipendenti erano risultati negativi, tuttavia una delle lavoratrici era rimasta insospettita dal fatto che nel foglio, intestato all’ospedale Spallanzani, ci fosse una postilla secondo la quale si attestava che non era esclusa la sua positività. La donna, dunque, decide di recarsi alla sede di via Terme di Traiano, dove le viene detto che quel foglio non era mai stato prodotto dall’Asl Roma4.

La posizione dei due accusati è attualmente molto grave, dato che il fatto di aver comunicato falsi responsi potrebbe essere ricondotto all’aver contribuito alla diffusione del contagio del Coronavirus all’interno della Regione Lazio.