Focus Napoli – Roma. Il più bel Napoli della stagione nella notte di Diego

Focus Napoli – Roma. Il più bel Napoli della stagione nella notte di Diego

Il Napoli, in maglia Argentina, in onore di Maradona, si produce nella sua migliore prestazione stagionale. Roma surclassata con quattr reti: il poker firmato da Insigne nel primo tempo, Fabian, Mertens, Ruiz nella ripresa. Azzurri si rilanciano in classifica, in piena bagarre per l’inseguimento al Milan


Insigne onora la memoria di Maradona, dopo il gol

NAPOLI – Finisce come meglio non ci si poteva aspettare il big-match contro la lanciatissima. Nella prima partita di campionato dopo la scomparsa di Maradona, per il quale il San Paolo è stato tapezzato di striscioni in suo onore, come quando più di trent’anni or sono, in questo stesso stadio deliziava, settimanalmente, quesi ottantamila spettatori. Diego non c’è più, ma il Napoli si, e travolge la Roma con un roboante 4:0 che rilancia gli azzurri in classifica. Apre le marcature la parabola di Insigne su punizione (30′), poi show azzurro nella ripresa, con le segnature di Fabian (64′), Mertens (81′) e Politano (86′).

COSA E’ PIACIUTO

Saranno state anche le motivazioni particolari che hanno spinto ulteriormente il Napoli, ma il ritorno al 4-3-3 (perchè si può scrivere anche 4-2-3-1, ma si legge molto diversamente) ha inciso non poco dul destino di questa partita. Si vede dopo pochi minuti quanto gli azzurri siano più predisposti a questo tipo di modulo, facendo scorrere più fluidamente il gioco, trovando molto spesso la verticalità che il 4-2-3-1 non ha mai offerto, nè con Osimhen, nè com Mertens, nè con Petagna in veste da centravanti, ma soprattutto gli inserimenti senza palla dei centrocampisti, mai come in questa partita (ed in questa stagione) funzionali e produttivi per tutti i novanta minuti. Era così difficile tornare a ritornare sui vecchi passi, dopo delusioni in serie?

E, allacciandoci a questo discorso, una menzione di merito va spesa per le prestazioni di Zielinski e Fabian. Il polacco così nel vivo del gioco non lo si vedeva da mesi, se non da stagioni. Il 4-3-3 ha il potere di revitalizzarlo e, soprattutto nel primo tempo, di renderlo il vero regista offensivo della squadra, dettando tempi e modi di agire. Cerca anche il gol. non lo trova, ma la prestazione convincente compensa la mancanza. Al gol, d’altro canto, ci pensa Fabian, che finalmente sfodera il sinistro come ai bei tempi e gela Mirante. Un gol dei suoi, che mancavano da troppo tempo, anch’egli penalizzato dal modulo che, giocoforza, gli imponeva un baricentro almeno trenta metri più indietro rispetto al suo modo di giocare più efficace. Potrebbe essere l’inizio di una risalita, non si sa, ma cnhe in questo caso, ci teniamo stretti la sua prestazione più che buona, infiocchettata dal gol della sicurezza.

Buona anche l’amministrazione del risultato. La Roma incerottata vista al San Paolo non è stata mai temibile, ma buoni meriti vanno sicuramente al Napoli, che ha giocato ad almeno tre marce in più. Gli azzurri non hanno mai abbassato la guardia, neppure sul 2:0 quando, solitamente, la squadra si abbassa troppo, lasciando spazi e gioco all’avversario di turno. Contro la Roma non succede, neppure quando la Roma cambia veste, rinunciando ad addomesticabile Dzeko, per puntare tutto sulla freschezza di Mayoral ed il talento di Mkhitaryan, che stavolta stecca la partita.

Torna al gol Mertens, Insigne gioca una signora partita, ma chi sta meritando una certa considerazione è, senza dubbio, Matteo Politano. Giocatore che, in maglia azzurra, è partito in sordina, quasi un oggetto misterioso (potreste togliere anche il “quasi”), ma nella nuova stagione sembra un altro giocatore. Corre, rincorre, tira, segna e non segna, suda la maglia fino all’ultima goccia di sudore. Una forma di Callejon più ruvida, meno tagli dietro l’ultimo difensore, ma con un senso del gol più da centravanti che da punta esterna. Il gol contro la Roma non è decisivo, ma aumenta di una spanna il morale del calciatore e le sue possibilità di giocare essere preso in considerazione come titolare e non come prima riserva d’attacco.

Bello anche il tributo di Insigne, che sfodera la maglia del Napoli, simil-Argentina con la numero di dieci di Diego. Un gesto che si va ad aggiungere a centinaia di testimonianze, sparse per il mondo, della grandezza di Maradona e di quanto fosse rispettato e benvoluto, da compagni ed avversari. Il calcio ha perso la sua stella più luminosa, ma nel cuore di tutti gli amanti del calcio, a maggior ragione quelli partenopei, quella luce sarà accesa per sempre nel cuore e forgiata a fuoco nella memoria. Grazie ancora, Diego.

COSA NON E’ PIACIUTO

Impossibile trovare qualcosa che sia andata storta in una serata come questa, se non le circostanze per cui questa serata è stata resa così particolare. Cercando il pelo nell’uovo, lascia interdetti la gestione dei calci d’angolo. Contro la Roma, il Napoli ne ha battuti tantissimi, ma con scarissimo costrutto. Soprattutto gli angoli da destra, con il povero Mario Rui, che produce più chilometri per andare da una fascia all’altra per a) appoggiare corto, b) fare una finta, c) farsi ridare il pallone e crossare (sparacchiare è un termine più adatto) senza esiti da sottolineare. Come detto, un dettaglio insignificante, in una serata che andrà ricordata non solo per il risultato.

RESTA AGGIORNATO, TORNA ALLA HOME PAGE E CLICCA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK