Focus Lazio v Napoli. Un Napoli “immobile” vale la seconda sconfitta consecutiva

Focus Lazio v Napoli. Un Napoli “immobile” vale la seconda sconfitta consecutiva

All’Olimpico, un brutto Napoli rimedia la seconda sconfitta di fila. Con un attacco decimato da infortuni e squalifiche, gli azzurri non sono quasi mai pericolosi e vengono condannati da due disattenzioni difensive: Immobile nel primo tempo, Luis Alberto nel secondo, decidono il match. Koulibaly e Lozano fuori per infortunio. Azzurri attualmente fuori dalla zona-Champions


Immobile: gol ed assist contro il Napoli

ROMA – Dopo il Meazza, è l’Olimpico il teatro della seconda sconfitta consecutiva in casa Napoli. Finisce 2-0 per i biancocelesti di Simone Inzaghi, che regolano gli azzurri con un gol per tempo: prima Immobile (9′) poi Luis Alberto (54′) per una sconfitta, a differenza di Milano, abbastanza meritata, che trascina il Napoli fuori dalla zona-Champions, adesso quinto ad un punto dalla Roma.

COSA E’ PIACIUTO

Ben poco, quasi nulla. Non si può salvare granchè in una gara approcciata male, sia tatticamente che mentalmente. L’unica cosa positiva è che la sosta natalizia dista solo una partita, sperando che il Napoli in versione Babbo Natale non decida di ridestare anche il toro di Giampaolo, in stato catatonico ormai da mesi. Per il resto, gara da dimenticare, salvo qualche sporadico tentativo di raggiungere il pareggio, ma davvero poca roba per poter impensierire una Lazio non appariscente, ma pratica.

COSA E’ NON PIACIUTO

Gli infortuni sono un’attenuante, ma fino ad un certo punto. Un’aggravante il fatto  di avere a disposizione tre attaccanti di ruolo e due centrocamposti offensivi e schierarli tutti dall’inizio, con la consapevolezza di non poter avere soluzioni alternative a partita in corso. Grave lettura da parte di Gattuso, che forse questa partita la perde prima ancora del fischio d’inizio.

Gli infortuni, dicevamo. Non bastavano Osimhen, Mertens e l’assenza di Insigne, assenze per i quali il Napoli ha pagato dazio, ma contro la Lazio vanno registrate le defezioni di Lozano, uscito malconcio dopo un contrasto di gioco con Radu ed anche Koulibaly che, nel primo tempo, ha accusato un malanno muscolare. Il senegalese è uscito dopo circa un’ora di gioco, con un’ammonizione pendente e al termine di una prova incolore. Ma, sicuramente l’incidente del primo tempo è stata causa della sostituzione. Detto questo, la sosta arriva a fagiolo (c’è ancora la partita contro il Torino) per recuperare giocatori e attendere sviluppi di mercato ormai alle porte. Questo Napoli ha bisogno di calciatori

Seconda sconfitta di fila. Zero gol fatti, ma la delusione forte è stato l’atteggiamento remissivo della squadra, mai in partita. Si vedeva fin dall’inizio un mordente diverso tra le due squadre: la Lazio più cattiva, più reattiva, più solida, più attenta. Più tutto, sostanzialmente. Il Napoli, negativo in tutto. Errori banali, palloni sanguinosi che erano inviti a nozze per le veloci ripartenze laziali, per non parlare degli errori madornali che sono costati le due reti.

Da qui, ci allacciamo al discorso di cui sopra. Primo gol della Lazio: cross di Marusic, lasciato liberissimo, da Di Lorenzo, di mirare la testa di Immobile; Maksimovic, che non salta, non marca, non cerca di disturnare Immobile che stacca praticamente da solo ed insacca. Secondo gol: Mario Rui cambia casacca per dieci secondi, il tempo necessario per perdere l’ennesimo pallone in uscita ed attivare l’iter per il raddoppio laziale. I due gol fungono da preambolo per dire quanto il Napoli sia stato un disastro in fase difensiva. Tre passi indietro rispetto al Meazza, quando una maggiore organizzazione tattica aveva imbrigliato Lukaku e Martinez. grazie anche al supporto di un centrocampo da battaglia.

Già, il centrocampo. Dicono che nel calcio la partita si vince in quel settore. Ma si da per scontato che ambo le squadre dovrebbero averne uno. Quello del Napoli ci risulta irreperibile. Ruiz si avvia ad essere un caso su cui riflettere attentamente. Lo spagnolo sembra non reggere più i ritmi del calcio italiano (che non sono poi così fulminei) ma soprattutto non riesce (o non vuole) prendersi responsabilità che con vadano oltre il passaggino indietro o una sventagliata in orizzontale che, talvolta, mette i brividi. Il fatto che non possa giocare in una mediana a due lo hanno capito un po’ tutti tranne mister Gattuso che insiste a proporre Fabian in un ruolo non suo, esponendolo a brutte figure che non meriterebbe. Se poi aggiungiamo un Bakayoko che in fase di impostazione vale, più o meno, quanto Fabian in copertura, si comprende facilmente quanto la Lazio abbia avuto terreno fertile per coltivare il seme della vittoria. Per non parlare di Marusic e Lazzari che hanno fatto il bello (per la Lazio) e cattivo (per il Napoli) tempo.

Serata storta anche per gli attaccanti, quelli superstiti. Confusione, tanta, troppa. Giocare con Petagna da perno centrale implicherebbe un gioco che si sviluppa sulle fasce e cross fatti apposta per incentivare la fisicità dell’ariete. Invece è proprio Petagna che deve sgobbare per andare a procurarsi palloni, in particolar modo sugli esterni, liberando spazi nei quali nessuno si inserisce e lasciando l’area di rigore sguarnita, quando dovrebbe essere lui il catalizzatore delle azioni di attacco e non l’ideatore. Neppure Politano, Lozano e Zielinski combinano grosse cose, ma il loro utilizzo sin dall’inizio, porta il Napoli a non avere più risorse da sfruttare a gara in corso. Magari, una gestione diversa avrebbe prodotto un risultato diverso. Ma, avendo visto il Napoli di stasera, il dubbio resta.

 

RESTA AGGIORNATO, TORNA ALLA HOME PAGE E CLICCA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK