Focus Juventus v Napoli. Un rigore tradisce gli azzurri e la Supercoppa va ai bianconeri

Focus Juventus v Napoli. Un rigore tradisce gli azzurri e la Supercoppa va ai bianconeri

Al Mapei Stadium di Reggio Emilia va in scena la Supercoppa. Il primo trofeo stagionale prende la strada di Torino, grazie alla vittoria dei 9-volte Campioni d’Italia, per 2:0, sugli azzurri. Nella ripresa CR7 e Morata condannano alla sconfitta un pessimo Napoli, che spreca un penalty con Insigne, in lacrime a fine gara


CR7 porta in vantaggio la Juventus

REGGIO EMILIA – Al termine di un’intensa partita, la Juventus si porta a casa il primo trofeo stagionale, battendo il Napoli per 2:0. Tutte nel secondo tempo le marcature dei piemontesi, che sbloccano il match, fino a quel momento abbastanza bloccato, con Cristiano Ronaldo (64′) raddoppiando con Morata a tempo scaduto (95′). Il Napoli deve però recitare il mea culpa, per il rigore sbagliato da Insigne che, sullo 0:1, avrebbe rimesso il Napoli in carreggiata (80′).

COSA E’ PIACIUTO

Ben poco, in realtà. Si salvano in pochi in questa finale. Probabilmente la tensione, l’aria pesante che si è respirato attorno al duello Juventus v Napoli, esteso non solo alla partita di stasera, ha congelato tutte le buone intenzioni del Napoli, rimaste solo nella testa. Dalla mediocrità della triste serata reggiana si salvano Di Lorenzo, che ha giocato discretamente, cercando anche di partecipare attivamente all’abulica fase offensiva partenopea; Lozano, autore dell’unica azione degna di nota, un colpo di testa in tuffo che chiama Szczesny alla grande parata; Mertens che, al primo pallone toccato, si procura il calcio di rigore che avrebbe rimesso in discussione l’esito del match ed infine Demme, motorino inesauribile, sicuramente il meno peggio della spedizione azzurra in terra emiliana, che ha cercato di portare dinamismo ad un centrocampo in netta difficoltà per quasi tutta la partita. Tutti gli altri, dietro la lavagna.

COSA NON E’ PIACIUTO

L’atteggiamento con il quale il Napoli ha approcciato questa partita. La squadra non è mai entrata in partita se non in qualche spezzone davvero esiguo. Per il resto, i partenopei hanno assistito più o meno passivamente al palleggio dei bianconeri che, per inciso, non hanno fatto tanto di più degli azzurri, ma quel poco è bastato. Timidi, imbolsiti, lenti, poco reattivi. Merito, soprattutto di una lettura tattica migliore di Pirlo, che per una volta è lui a dare uno schiaffo a Gattuso. Pessima anche la reazione dopo il gol subito da Ronaldo, che praticamente si può tradurre in una non-reazione. L’episodio del rigore è, per l’appunto, un episodio, generato dalla furbizia di Mertens, ma non il frutto di un forcing volto alla ricerca del pareggio. Per non parlare della confusione finale, uno zibaldone di attaccanti messi in campo da Gattuso, ormai alla frutta, che non ha creato una sola palla gol. Rigore a parte, l’altra parata di Szczesny è un rimpallo maldestro di Chiellini. Insomma, mentalmente il Napoli è rimasto a casa, probabilmente ancora a crogiolarsi sulla prestazione contro la Fiorentina.

Tatticamente, come detto, Pirlo le ha suonate di brutto al suo amico Ringhio. L’idea di alzare la linea di difesa quasi a centrocampo, per evitare le veloci ripartenze del Napoli e schiacciare, sul nascere, la proposta di manovra azzurra si rivela la chiave di volta e di (s)volta della partita. Il Napoli non riesce quasi mai a mettere il naso oltre la metà campo. Giocare un 4231 con vocazione ultradifensiva è un paradosso e, difatti, l’utilizzo di Petagna non solo non aiuta, ma talvolta è anche deleterio. Il numero 37 non tocca palla in settanta minuti e, essendo non al meglio, ci si chiede perchè onon inserire Mertens prima, o almeno un ariete come Llorente, se si vuole, perseguire la stessa filosofia di gioco. Il Napoli soffre, inoltre, il pressing alto che la Juventus esercita sui portatori di palla, lasciando campo libero al solo Manolas che, con i piedi è un mezzo disastro. Ne deriva la carenza di produttività offensiva ma allo stesso tempo, paradossale a dirlo, Szczesny è stato più impegnato di Ospina. Altro elemento importante: la Juventus fisicamente stava meglio del Napoli: mai un duello vinto dagli azzurri, sempre secondi sulle palle vaganti e, dettaglio da non sottovalutare, la squadra era stanca mentalmente ed il gol preso da Ronaldo è emblematico, con un disastroso Bakayoko nei panni di assistman involontario, che si fa colpire dal pallone. Certe partite si vincono soprattutto sui dettagli.

Insigne ha avuto la clamorosa occasione di riportare nuovamente in corsa il Napoli. Il calcio di rigore banalmente calciato fuori è la ciliegia avariata su una torta bruciata, che è stata la partita del numero 24 azzurro. Per carità, i rigori si calciano e si sbagliano, le partite si perdono e si può giocare una pessima partita. Purtroppo per Insigne, si dice che i grandi campioni sono quelli che, anche in giornata negativa, riescono a tirare fuori conigli dal cilindro.
Purtroppo Lorenzo non è riuscito a capovolgere le sorti di una partita, negativa per se e la sua squadra, spedendo a lato la più facile delle occasioni. La freddezza, in queste partite è d’obbligo, un fattore dove il capitano (non solo lui) paga dazio, stasera più delle altre volte. Insigne finisce in lacrime a fine partita; il senso di colpa per aver rovinato una finale è enorme. Fa parte del gioco.

Partita in netto calando per Manolas e Koulibaly. Il centrale greco ha annaspato (e si sapeva) in fase di appoggio, quando la Juventus gli ha dato agi, modi e tempi per erigersi a primo costruttore della manovra: compiti che non sono nelle corde dell ex-romanista. Se a questo, aggiungiamo orribili strafalcioni in copertura, si puàò facilmente comprendere come mai il greco è uno dei peggiori in campo. E’ lui che sfiora l’autogol che produce il corner da cui nasce il giol di Ronaldo. E’ lui che perde la marcatura del portoghese, che si trova un comodo pallone da sbattere in rete. Insomma, una serata da dimenticare in fretta, per lui e anche per Bakayoko.

Il guineiano non riesce a costituire il solito argine davanti alla difesa, andando in netta difficoltà alla ricerca di un pallone che si trova costantemente tra i mediani bianconeri. Cerca di tappare qualche buco qua e la, ma in più di una circostanze si perde in finezze che non fanno parte del suo repertorio e che, anzi, rallentano una manovra offensiva già abbondantemente lenta. E poi, il gol di Ronaldo è frutto di una sua colossale disattenzione: il pallone gli sbatte in testa e diventa il migliore degli assist. Ronaldo ringrazia. E’ evidentemente stanco, perchè sta giocando tanto, troppo. Probabilmente la presenza di Demme, che corre più di lui, gli ha fatto abbassare la soglia della concentrazione, sempre altissima a causa della presenza di Fabian fino alla scorsa settimana. Resta un giocatore imprescindibile, ma se gioca male anche lui, per il Napoli son problemi seri. E si è visto.

 

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