Focus Napoli – Juventus. Insigne a cento all’ora e gli azzurri escono dal tunnel

Focus Napoli – Juventus. Insigne a cento all’ora e gli azzurri escono dal tunnel

Gli azzurri escono dalla crisi battendo i Campioni d’Italia grazie al penalty di Insigne che raggiunge (finalmente) i cento gol in azzurro. Gattuso salva la panchina e il Napoli si rilancia in classifica


Insigne dedica il suo gol numero 100 alla moglie

NAPOLI – Al Maradona di Napoli, nel big-match della ventiduesima di campionato, gli azzurri di Gattuso riemergono dalla crisi battendo la Juventus grazie al calcio di rigore trasformato da Insigne (31′). Il capitano azzurro festeggia, da match-winner, nel miglior modo possibile il suo centesimo gol in maglia azzurra. Partita intensa, di grande sacrificio e sofferenza. nel secondo tempo quando la Juventus cerca con insistenza il pareggio, ma fermata da un eccellente Meret.

COSA E’ PIACIUTO

Una vittoria stoica, che restituisce orgoglio e dignità dopo una settimana di polemiche intense ed equilibri appesi ad un filo. Peccheremo di provincialismo, ma la vittoria sulla Juventus è sempre un toccasana, a maggior ragione in questo periodo storico, di grande difficoltà, in cui versa la squadra. Alle teste basse, i musi lunghi e la mani sui fianchi, simboli di resa incondizionata, stasera si sono rivisti i sorrisi e la felicità per aver raggiunto un obiettivo, perchè battere la Juventus, per il tifoso partenopeo è una missione da compiere e da completare vittoriosamente. Se la vittoria di stasera sia un ennesimo punto di (ri)partenza lo sapremo solo “vita natural durante”; la speranza è di vedere il Napoli volitivo, arcigno e carico di stasera. Lo step è fare in modo che la squadra faccia suo quello spirito combattivo visto stasera, applicato anche contro squadre che non siano la Juventus: nelle battute finali del match, alcuni dei ragazzi erano davvero stremati, vittime di crampi ma pronti a contrastare ed opporsi agli attacchi bianconeri. Mantenendo questo atteggiamento si può ambire a qualcosa di positivo. Diversamente, no.

Meret si erge a protagonista della squadra, risultando se non il migliore, tra i migliori dei suoi. Prodigiosi alcuni suoi interventi che salvano il risultato ma, quello che stupisce (ma non più di tanto) è la capacità di entrare immediatamente in clima partita, sapendo di partire da titolare solo una manciata di minuti prima del fischio d’inizio. Buona parte di questa vittoria è merito suo, ultimo baluardo di una difesa che trema ma, almeno stavolta, non cade.

Finalmente Insigne arriva in tripla cifra. Cento gol in maglia azzurra, l’ultimo dei quali giunto nell’appuntamento più importante e sentito. Il karma del calcio da’ e toglie, quanto è vero: dal rigore sbagliato a Reggio Emilia, l’inizio di una crisi apparentemente infinita, al penalty decisivo che stavolta il capitano trasforma con freddezza. Un gol importante per lo stesso Insigne, la cui ricerca iniziava a diventare un’ossessione; per la squadra che esce (almeno per ora) dalla crisi di risultati; per mister Gattuso, finito sulla graticola dopo le ultime, incolori, prestazioni. Essere giunti ad questa cifra così importante non autorizza a riposare sugli allori: il record all-time dei marcatori azzurri, detenuto da Mertens è ancora lontano, ma alla portata. Quello che chiediamo è più continuità e cattiveria sotto rete.

Apparentemente suicida la squadra proposta da Gattuso, si è rivelata invece un’arma vincente. Il 4-2-3-1, con il solo Bakayoko a schermare la difesa B partenopea lasciava presagire una passeggiata di piacere per CR7 e compagni; al contrario, la difesa bianconera, soprattutto nel primo tempo, ha sofferto la vivacità e la velocità degli attaccanti azzurri che, nonostante non abbiano fatto vedere grosse cose negli ultimi sedici metri, molto di più hanno mostrato sul fronte offensivo, giocando sulla lentezza che a volte sembrava impadronirsi della oleata difesa bianconera. Bravo il mister a coprirsi quando le forze fisiche iniziavano a mancare, inserendo un mediano in più e togliendo un attaccante. Questa vittoria è anche di Gattuso, giustamente criticato dopo le ultime uscite, ma che stasera è promosso con merito.

COSA NON E’ PIACIUTO

Vincere contro la Juve è motivo di gioia tale da nascondere, almeno per una volta, i limiti che questa squadra ha ancora, sia chiaro. La difesa resta scricchiolante, con la valida attenuante dell’assenza della coppia di centrali titolare. Solo un grande Meret evita la capitolazione in varie occasioni, quando la Juventus, nel secondo tempo, è padrona del campo ma non trova il gol del pareggio.

In attacco altra giornata da “vorrei ma non posso”. Schema ultra-offensivo ma tiri in porta davvero pochi. C’è tanta buona volontà nel portare palloni verso l’area juventina ma davvero poca incisività al suo interno e, al tempo stesso, poca presenza in proporzione al numero di attaccanti schierati in campo. C’è sciogliere il dilemma Osimhen: se si impernia il gioco d’attacco sul nigeriano, si deve giocare molto più sulla profondità, ma per farlo è necessaria una velocità di gioco che il Napoli non sembra avere nelle sue corde e, così facendo, il suo centravanti, da acquisto più costoso della storia sta diventando un attaccante qualsiasi.

Secondo tempo di sofferenza perpetua. La Juventus diventa padrona del campo ed il Napoli annaspa vistosamente. L’assenza di Demme si è fatta sentire nel momento in cui i partenopei non riuscivano più nell’azione di filtraggio delle incursioni bianconere. L’ingresso di McKennie può essere la chiave di volta per scardinare la già pericolante difesa azzurra, ma Pirlo commette l’errore di decentrare lo statunitense, schierandolo sull’out di destra, impedendogli di far male per vie centrali. Comunque sia, il Napoli soffre tantissimo il giro palla bianconero che è veloce ed incisivo anche per vie esterne, laddove il Napoli offre spesso il suo fianco scoperto. Per fortuna, il pericolo è scampato senza subire danni. La speranza, sul breve periodo, è di recuperare qualche infortunato e lo smalto e la freschezza che il ritmo frenetico, con cui si gioca attualmente, impedisce di avere.

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