Vaccini, Draghi cambia il piano: AstraZeneca agli anziani, vaccinare subito gli insegnanti

Vaccini, Draghi cambia il piano: AstraZeneca agli anziani, vaccinare subito gli insegnanti

Per il presidente incaricato Mario Draghi la priorità è velocizzare il piano vaccinale


ITALIA – Il presidente incaricato Mario Draghi, durante le consultazioni, ha ripetuto in più occasioni: la priorità ora è velocizzare il piano vaccinale.

La partenza lenta, o quanto meno con i tempi dell’Unione europea che non sono paragonabili a quelli di Israele e Regno Unito, rischia non solo di allungare la triste lista dei decessi per Covid, ma di rinviare la ripresa economica. Per questo Draghi ora vuole rivoluzionare la strategia, sia pure nel segno della continuità con la conferma al Ministero della Salute di Roberto Speranza. Nei giorni scorsi il professor Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, parlando di vaccinazioni ha detto che fino ad oggi abbiamo giocato una partita amatoriale, ora “dobbiamo alzare il livello alla Champions League”. E per farlo, è la proposta di Ricciardi sul tavolo, è necessaria una autorità del vaccino, qualcuno che si occupi a tempo pieno dell’organizzazione. Se Draghi prenderà questa direzione, andrà a ridimensionarsi il ruolo di Domenico Arcuri.

Ma l’insistenza con cui Draghi ha ripetuto che è necessario vaccinare tutto il personale scolastico impone anche una svolta sul fronte di AstraZeneca: malgrado il via libera anche ai più anziani da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità e di altre nazioni europee come Germania e Francia (in questo caso fino a 65 anni), l’Italia mantiene un limite di 55 anni, che ovviamente complica la possibilità di vaccinare tutti i professori. Ieri il dirigente del settore Prevenzione del Ministero della Salute, il professor Gianni Rezza, ha confermato che nelle prossime ore si svolgerà un tavolo tecnico che affronterà questo tema: se passerà la linea di autorizzare fino a 65 anni il vaccino di AstreZeneca, la immunizzazione di massa nelle scuole (studenti esclusi) diventerà molto più semplice, tenendo conto che nel mese di febbraio sono attese 1,2 milioni di dosi, mentre nel secondo trimestre dovrebbero arrivarne oltre 20. Draghi è consapevole che quello che serve, al di là di una riorganizzazione della logistica perché sia meno frammentaria, è avere a disposizione un numero abbondante di dosi.  Non a caso, nei giorni scorsi, è trapelato che si attendono belle sorprese da Bruxelles sul fronte della disponibilità di ulteriori dosi di vaccini. Ci sono due fronti: convincere le compagnie farmaceutiche ad aumentare le forniture, essere pronti a sfruttare al massimo l’autorizzazione di un nuovo vaccino attesa per metà marzo (Johnson&Johnson). Va anche detto che diversi esperti sono convinti che da aprile-maggio lo scoglio non sarà più il numero di dosi a disposizione, ma una organizzazione efficiente pronta a somministrarle. Ecco allora che si torna al tema del potenziamento del personale, della digitalizzazione e anche di una gestione più centralizzata che eviti, come succede ora, che le Regioni vadano in ordine sparso.