Apre a Napoli la prima “Casa del rider”: il progetto per un delivery etico, sostenibile e sociale

Apre a Napoli la prima “Casa del rider”: il progetto per un delivery etico, sostenibile e sociale

“Sarà un luogo di accoglienza dove i rider potranno trascorrere il tempo tra una consegna e l’altra e dove potranno riposarsi, avere uno spogliatoio: insomma, un po’ di umanità”, ha detto il presidente dell’associazione Napoli Pedala


NAPOLI – “Casa rider sarà un luogo di accoglienza dove i rider potranno trascorrere il tempo – che non gli viene pagato – tra una consegna e l’altra e dove potranno riposarsi, ricaricare i device, posare gli zaini, avere uno spogliatoio: insomma, un po’ di umanità”. Lo dice Luca Simeone, presidente dell’associazione Napoli Pedala, in occasione dell’inaugurazione nella Galleria Principe di Napoli della prima casa del rider d’Italia.

All’evento hanno partecipato, tra gli altri, Adele Pomponio, direttrice regionale vicaria Inail Campania, Alessandra Clemente, assessora comunale al Patrimonio, ed Andrea Borghesi, segretario generale NIdiL Cgil. L’idea di realizzare questo luogo, ospitato nei locali della Bicycle House, è nata “quando un annetto fa ero a Milano – spiega Simeone – e leggevo sui giornali della cronaca locale che una grossa multinazionale dichiarava di voler aprire uno spazio come questo. Non si è visto nulla di tutto questo e allora ci siamo rimboccati le maniche, abbiamo fatto vari incontri e abbiamo pensato che Napoli fosse una città con la giusta maturità per aprire un luogo del genere”.

Per il presidente di Napoli Pedala “cavalcare una bici o uno scooter e affrontare consegne disumane da una parte all’altra della città per quattro spiccioli è una situazione sulla quale dobbiamo fare attenzione e luce. Da questo luogo – ancora Simeone – chiamiamo a un patto di cittadinanza tra i consumatori, le aziende e i rider sul tema dei diritti per far nascere da questa esperienza un delivery etico, sostenibile e sociale”.