Covid a Napoli, i contagi aumentano e riesplode l’emergenza ossigeno

Covid a Napoli, i contagi aumentano e riesplode l’emergenza ossigeno

Intanto si aggrava la situazione al Cardarelli, pronto soccorso pieno


NAPOLI – I casi aumentano e nelle farmacie niente ossigeno per i pazienti soccorsi a domicilio dal 118. Potremmo dire che la storia si ripete esattamente come tre mesi fa. Tra le varie cause, come riportato da Il Mattino,  la difficoltà nel turn-over per le forniture nei festivi, mancata riconsegna delle bombole vuote in farmacia, aumentato fabbisogno da parte dei pazienti Covid in assistenza domiciliare le principali cause della carenza: una spia accesa sull’incremento della febbre epidemica in città ma anche procedure di approvvigionamento spesso farraginose e burocratizzate visto che molte farmacie non accettano la richiesta del medico di emergenza e richiedono invece, a norma di regolamento, la ricetta del medico di famiglia o del dottore di continuità assistenziale di notte e nei festivi. Intanto si aggrava la situazione al Cardarelli: in un video girato al pronto soccorso si vedono tanti pazienti l’uno accanto all’altro in una situazione caotica e senza distanziamento. In esaurimento anche le barelle.

Solo  domenica scorsa, come riportato da Il mattino, in due diversi interventi di soccorso a Napoli per  pazienti in difficoltà respiratoria, di cui uno affetto da Covid conclamato e l’altro cardiopatico – la richiesta del medico del soccorso di una bombola di ossigeno in farmacia è rimasta inevasa a causa della indisponibilità del presidio gas salvavita.

“Allo stato attuale non ci risultano carenze – replica Nicola Stabile, dirigente di Federfarma – i fornitori stanno assicurando il servizio e tranne rari casi che possono verificarsi nei giorni festivi per un aumentato fabbisogno, mediamente ogni farmacia ha sempre tre o quattro bombole in deposito. Va sottolineato che il contesto è quello di una Regione che con circa 80mila attualmente positivi a Sars-Cov-2 ha il più alto numero di contagiati d’Italia sebbene un terzo di pazienti ospedalizzati in meno. Segno che esistono molti più malati curati a domicilio che per precauzione o per necessità si procurano sempre una bombola a casa”.