Focus Sassuolo – Napoli. Azzurri ad un passo dalla vittoria, ma condannato dalla sua inegnuità

Focus Sassuolo – Napoli. Azzurri ad un passo dalla vittoria, ma condannato dalla sua inegnuità

Al Mapei Stadium partita spettacolare e densa di colpi di scena nel 3-3 finale tra Sassuolo e Napoli. Neroverdi a bersaglio con due rigori, trasformati da Berardi e Caputo e un’autorete di Maksimovic. Per il Napoli, Zielinski, Di Lorenzo ed Insigne su rigore, tre gol non sufficienti per un Napoli condannato da pesanti ingenuità difensive.


REGGIO EMILIA – Partita scoppiettante al Mapei Stadium, con un finale pirotecnico non adatto ai deboli di cuore. Finisce 3-3 tra Sassuolo e Napoli, con gli azzurri capaci di mandare all’aria una vittoria ormai scritta, facendosi raggiungere sul finale dai nero-verdi di De Zerbi, andati per primi in vantaggio, nel primo tempo, grazie all’autorete di Maksimovic (34′), pareggiato istantaneamente da Zielinski (38′); sul finale di tempo il rigore di Berardi (45′) riporta in vantaggio gli emiliani. Poi, nel secondo tempo la rimonta azzurra firmata da Di Lorenzo prima (72′) ed il rigore di Insigne al (pen)ultimo secondo (90′). L’ingenuità di Manolas causa, infine, il rigore trasformato da Caputo (93′).

COSA E’ PIACIUTO

Difficile, a mente fredda, ragionare su una partita così strana nella sua evoluzione e così altrettanto pirotecnica nel suo finale. Impossibile, dopo un’ora di gioco, pensare che il Napoli potesse recriminare per due punti persi dopo una prestazione, fino a quel momento, su livelli medio-bassi, eppure è così. Il fattore-fortuna ha contribuito notevolmente sugli sviluppi del risultato che, non fosse stato per la combinazione traversa-palo di Berardi e Caputo, sarebbe andato a netto appannaggio degli emiliani. Eppure, questo Napoli, così raffazzonato, pieno di difetti, senza attaccanti, è riuscito ad andare vicino al colpaccio, uscendo alla distanza contro un Sassuolo più fresco fisicamente (grazie al rinvio di Torino – Sassuolo) ma che alla distanza è calato vistosamente. Peccato mortale, aver concesso il rigore finale per un’ingenuità che non ha aggettivi. Obiettivamente, il Sassuolo non avrebbe meritato la sconfitta ma, d’altro canto, di partite così, il Napoli ne ha perse, eccome. Il calcio non è una scienza esatta, stasera si è avuta l’ennesima conferma.

Insigne è stato uno dei pochi fari, capaci di dare illuminazione al gioco del Napoli. Sfortunato in occasione del gol annullato (questione di centimetri), non si è mai scoraggiato soprattutto quando, nel secondo tempo, la squadra è arrivata ad un passo dal tracollo. Sulla fascia sinistra è stata la spina del fianco del Sassuolo, creando i presupposti del pareggio di Di Lorenzo e trasformando con freddezza il penalty che è valso l’effimero vantaggio. Sicuramente, il migliore in campo degli azzurri. Giusta la sfuriata dopo il gol del 3-3, a tempo scaduto. Non si può prendere gol così, ed è giusto alzare la voce (da buon capitano) chiamando i compagni di squadra a darsi una svegliata. Peccato che, a quel punto, non c’è stato più nulla da fare

COSA NON E’ PIACIUTO

Sarebbe inutile rimarcare, per l’ennesima volta, quanto sia allucinante la fase difensiva del Napoli: un apparato pieno di falle, costituitoto da calciatori che si muovono senza logica e cognizione di causa. Un disastro se si tratta di impostare dal basso; un disastro sulle marcature; ingenuità ed errori madornali in sequenza hanno permesso al Sassuolo di imperversare su tutto il fronte d’attacco, senza che i partenopei riuscissero a rispondere alle sollecitazioni in maniera adeguata. Il paradosso è che i tre gol del Sassuolo sono tre calci da fermo (una punzione e due rigori), ma la facilità con la quale la squadra di De Zerbi si affacciava al limite dell’area azzurra, è sembrata quasi scolastica. La sciagurata espulsione rimediata da Koulibaly, contro il Benevento, si è rivelata ancora più deleteria, a posteriori, considerate le prestazioni di Maksimovic prima e Manolas dopo. Due catastrofi difensive, a cui imputare gran parte delle responsabilità su una potenziale vittoria buttata via.

Entrando nel dettaglio, Maksimovic si conferma castastrofico, restando in linea con le ultime prestazioni che lo hanno relegato al rango di seconda riserva, scavalcato da Rrahmani nelle gerarchie di Gattuso. Sciagurato nel colpo di testa che sancisce il gol del vantaggio del Sassuolo, collocando il pallone nell’angolo alto alla destra di Meret, il karma gli darebbe opportunità per rifarsi nella ripresa, quando a due passi da Consigli, dovrebbe mirare e centrare lo stesso angolo delle stessa porta insaccata nel primo tempo, stavolta quella giusta. Il pallone spedito alto è segno che per Nikola non è aria. Tralasciando gli errori più vistosi, non si può non notare la goffaggine in fase di appoggio, quando ogni pallone toccato abbassava la vita media di ogni tifoso partenopeo.

Poteva essere uno dei pochi cambi azzeccati da Gattuso, richiamando l’improponibile Maksimovic per inserire il più esperto Manolas, che sarebbe servito a gestire un pareggio (il greco è entrato sul risulttao di 2-2) e forse una vittoria, non fosse stato per la stupidaggine che è costata il calcio di rigore. Determinate ingenuità non dovrebbero far parte del registro di un centrale scafato come il greco, uccellato da Haraslin che lo pianta sul posto sullo scatto breve, costringendolo al fallo (ingenuo ed inutile) da rigore. Se i titolari della difesa commettono questi scempi, perchè sorprendersi degli erroracci delle lolo riserve?

Per l’ennesima volta, Gattuso si lascia ingolosire dal 4-2-3-1, proponendo simultaneamente tutti gli attaccanti a dispozione, restand all’occorrenza senza cambi (in attacco) a partita in corso. Non è la prima volta che accade questo, con un allenatore che, costretto ad inseguire il risultato, deve inserire in campo solo mediani e laterali. O davvero si deve pensare ad Elmas centravanti come risorsa studiata a tavolino? Suvvia, non scherziamo. Eppure, nonostante la pochezza (numerica) dell’attacco, quasi quasi il colpo di magia riusciva. Peccato per quel “quasi quasi”. Resta, comunque, una gestione dei cambi inverosimile, al limite del grottesco.

Se gattuso volesse una lezione di come si produce una buona trama di gioco partendo dal basso, andasse a riguardare il video di questa partita. Il Sassuolo visto nel primo tempo è stato quasi sempre padrone del campo, facendo girare a vuoto i calciatori azzurri, dietro un pallone che raramente riuscivano a recuperare dai piedi dei palleggiatori nero-verdi. L’azione che porta al rigore, causato da Hysaj è da vedere e rivedere, con l’azione che parte da Consigli e finisce su Caputo, fermato irregolarmente dall’albanese. In generale si sono viste ottime tessiture di gioco: quella precisa impronta di gioco, una precisa identità conferita alla sua squadra da De Zerbi che, fin quando la tenuta fisica ha retto, ha fatto la differenza e che segna la differenza tra una squadra che gioca e un’altra che prova a farlo, ma con risultati discutibili.

La gestione del ultimo possesso di palla è allucinante ed allarmente: una rimessa laterale a favore che non deve essere altro che un pretesto per far scorrere tempo, per giocare con il cronometro, per attendere il fischio finale di Abisso, che sarebbe giunto nel momento esatto in cui quel pallone fosse stato scagliato lontano dall’area azzurra. Una condotta scolastica ed elementare; un pizzico di malizia che insegnano nelle scuole calcio fin da ragazzini. Una lezione, evidentemente, alla quale i calciatori azzurri erano assenti. Incredibile, mai visto beccarsi una ripartenza veloce al minuto 93, dopo aver avuto la fortuna di essere passati in vantaggio al minuto 90. Senza giustificazioni, senza logica, senza scusanti una leggerezza di questo genere, a causa dei quale il Napoli ha cestinato due punti di importanza capitale per la rincorsa alla Champions. Complimenti.

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