Giugliano, il mistero delle lettere a firma falsa dei consiglieri: nessuno si indigna?

Giugliano, il mistero delle lettere a firma falsa dei consiglieri: nessuno si indigna?

Il caso sollevato dal consigliere comunale Paolo Liccardo coinvolge diversi esponenti della politica cittadina


GIUGLIANO – Definirle lettere anonime non è corretto, si tratta di qualcosa di peggiore. Negli ultimi tempi lo sport cittadino a Giugliano sembrerebbe essere diventato lo scrivere missive accusatorie nei confronti di qualcuno e firmarle con nomi di politici per poi spedirle alle forze dell’ordine e al Comune.

A denunciare pubblicamente questa poco simpatica pratica è stato per primo Paolo Liccardo, consigliere comunale di minoranza eletto tra le fila del centro destra. Sarebbero almeno due le lettere a sua firma – falsa – contenenti gravi accuse verso un ex assessore della precedente amministrazione, durante la quale lo stesso Liccardo era in maggioranza.

Liccardo oltre ad aver sporto denuncia ne ha parlato durante un consiglio comunale. Abbiamo però la certezza che analoga vicenda sia stata vissuta da altri protagonisti della politica giuglianese, tra chi è attualmente in carica e chi no. La prassi, dunque, è molto diffusa e fa sorgere diversi interrogativi: nel mirino c’è l’ex assessore o chi viene utilizzato come firmatario a propria insaputa? Quante lettere sono state prodotte e quante persone sono state coinvolte? Soprattutto, chi è il regista occulto dell’operazione?

Le forze dell’ordine sono al lavoro per trovare le risposte. Intanto l’ex sindaco Poziello chiede che le lettere giunte al Comune siano rese pubbliche, mentre l’attuale fascia tricolore Pirozzi parla di macchina del fango e invita ad alzare il livello del dibattito politico. D’altronde, cosa altro dovrebbe fare? Tirato “per la giacchetta” da più direzioni, ha invitato tutti ad elevare la qualità del dibattito e pensare al bene della città.

Al termine della seconda guerra mondiale molti combattenti giapponesi restarono per anni nella foresta ignorando che il conflitto fosse finito con una sconfitta. Anche la campagna elettorale giuglianese è finita da diversi mesi, qualcuno avvisi chi non se n’è ancora accorto.

Tornando alle lettere, sulla vicenda il silenzio della politica è preoccupante. Si parla di buoni spesa, dei post inopportuni del presidente della terza commissione, delle beghe da condominio che attraversano ora l’una ora l’altra parte, ma non si è ancora vista una seria presa di posizione su un argomento così squallido.

Squallido, perché in tempi e contesti diversi farebbe quasi sorridere. Non ora, non qui. Non durante una pandemia che miete vittime ogni giorno e affama le famiglie, non in una città dove carabinieri, poliziotti e finanzieri dovrebbero essere lasciati liberi di indagare su camorra, roghi e bande armate di razziatori, piuttosto che su grafomani amanti della delazione per interposta persona.

Giugliano città della mela annurca, della fiaba o della firma falsa? Suvvia, siamo seri.