Migranti, nuovi illeciti nell’accoglienza: arrestati 3 uomini di Qualiano

Migranti, nuovi illeciti nell’accoglienza: arrestati 3 uomini di Qualiano

Le indagini hanno appurato che gli stranieri fossero costretti a pagare di tasca propria anche le foto per i documenti, a ricevere cibo scarso e trattamenti pietosi


CASSINO – Camere sovraffollate senza armadi né mobilia, cibo scarso e di pessima qualità e costretti a pagarsi persino le foto per i documenti necessari per il permesso di soggiorno e le lezioni di italiano. L’operazione “Pecunia no Limes”, che ha visto la conduzione di un lavoro sinergico da parte di Guardia di Finanza e Polizia, ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari tre ai domiciliari, cinque interdittive con divieto di esercitare attività imprenditoriale e al sequestro di oltre un milione di euro. L’inchiesta è partita da una protesta avvenuta a Cassino al Cas “Villa Benedetto” di via Vaglie, gestito dall’Ati lo scorso 8 marzo del 2018.

In quell’occasione gli ospiti pacificamente spiegarono il trattamento loro riservato: pagavano con la loro “paghetta” le foto dei passaporti o le stesse lezioni di italiano. Spiegarono di non essere in possesso di carte sanitarie, d’identità, di abbonamenti per autobus o treni e di ricevere pasti scarni e poco variegati. Proteste continuate, poi, anche nei giorni successivi per la mancata assistenza sanitaria: quando stavano male, raccontarono alle forze di polizia, un antinfiammatorio, senza visite. Oltre a vestiario scarso, con letti collocati pure in bagno e nelle cucine.

In base a queste informazioni, che misero in moto le indagini, il gip Scalera ha deciso di porre agli arresti domiciliari tre uomini di 49, 55 e 57 anni di Napoli e Qualiano, tutti e tre considerati gli imprenditori a capo delle strutture. Divieto di esercitare attività imprenditoriali per altri cinque soggetti, considerati i “gestori”, indagati a piede libero: tra costoro, due di Cassino. Nel dettaglio: C.S., classe ’82 di Napoli; F.E., del ’78 di Cassino; C.F. del ’63 di Roma; M.F. del ’70 di Cassino e R.C. classe ’84 di Napoli.

Secondo quanto accertato dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Cassino, coordinata dal tenente colonnello Rapuano, e dagli agenti del Commissariato guidato dal vice questore Salerno, l’illecito nella gestione degli immigrati sarebbe avvenuto su due piani: quello della truffa ai danni dello Stato, con pasti pagati meno di un terzo del valore dichiarato o la mancata fornitura di vestiario, servizi, lezioni; o ancora la testimonianza della presenza di ospiti nella struttura quando gli stessi venivano fermati anche fuori dall’Italia, e sul piano dell’autoriciclaggio dei soldi “distratti” dalle cifre dichiarate.