Militare campano morto di cancro a causa dell’amianto: alla vedova 300mila euro

Militare campano morto di cancro a causa dell’amianto: alla vedova 300mila euro

La vittima è stata in servizio negli aeroporti di Capodichino (Napoli), Grazzanise (Caserta), Gioia del Colle (Bari), e Treviso


CAMPANIA – Sarà risarcita con circa 300mila euro la moglie di un militare dell’Aeronautica, originario della Campania, morto a causa di un cancro pleurico dovuto all’amianto. E’ quanto riconosciuto alla vedova dopo una battaglia durata 6 anni.

Ad assistere la donna è stata l’associazione Contramianto che ha spiegato che il militare avrebbe contratto il mesotelioma pleurico respirando amianto mentre svolgeva l’attività di motorista, lavorando tra motori di aerei ed elicotteri coibentati con le fibre di asbesto. La vittima è stata in servizio negli aeroporti di Grazzanise, Gioia del Colle (Bari), Capodichino (Napoli) e Treviso.

“Il risarcimento ottenuto è un diritto legittimo per quella morte da mesotelioma che come documentato da Contramianto – si legge in una nota dell’associazione – è strettamente legata all’inalazione delle fibre cancerogene di amianto respirate dal sottufficiale nel luogo di lavoro riparando velivoli militari”. L’amianto, riferisce l’associazione, è stato utilizzato per la realizzazione di alcune parti degli aerei su cui il militare aveva operato nella sua lunga carriera per quarant’anni dal 1950 al 1990.

“Gli accertamenti svolti hanno reso evidente la presenza di amianto in numerosi componenti fino a raggiungere le centinaia di unità per alcuni velivoli di cui la gran parte guarnizioni e fascette di fissaggio e sostegno appartenente al sistema di propulsione e ai sistemi secondari dei velivoli – riferisce Luciano Carleo, responsabile dell’associazione – Altra area di esteso utilizzo di amianto negli aeromobili è stato quello delle guarnizioni di attrito dei freni che erano in grado di rilasciare consistenti quantitativi di polveri contenenti fibre di amianto in aria”.