Focus Bologna – Napoli. La mossa-Lozano mangia le Torri. Spalletti sorride e rivede il secondo posto

Focus Bologna – Napoli. La mossa-Lozano mangia le Torri. Spalletti sorride e rivede il secondo posto

Al Dall’Ara il posticipo tra Bologna e Napoli va appannaggio degli azzurri, grazie alla doppietta di Lozano, con un gol per tempo. Azzurri adesso a -2 dal Milan, secondo. Rientri per Mario Rui ed Osimhen.


BOLOGNA – Nel freddo pomeriggio del Dall’Ara, Bologna e Napoli si affrontano in uno dei tre posticipi della ventiduesima giornata. I tre punti vanno alla squadra di Spalletti che, con un gol per tempo, regola il Bologna in una partita in pungo per quasi tutta la gara e decisa dalla doppietta di Lozano, con un gol per tempo. Da attaccante vero  il primo gol, girando al volo un cross di Elmas (20′); depositando a porta vuota il pallone servitogli da Fabian ad inizio ripresa (47′). Da segnalare un palo dello stesso spagnolo, nel primo tempo, mentre sul fronte infortuni vanno sottolineati i rientri di Mario Rui e di Osimhen. La classifica vede adesso gli azzurri a due punti dal Milan, fermato in casa dallo Spezia.

COSA E’ PIACIUTO
Nell’ultima puntata lo avevamo lasciato dietro la lavagna, dopo l’intervento omicida sulla caviglia di Gonzalez. Il passaggio a “hombre do partido” è questione di pochi giorni, poichè il protagonista indiscusso della partita del Dall’Ara è proprio il Chucky Lozano. Si vede subito che è in palla e che ha voglia di riscatto dopo la partita di coppa Italia: va vicino al gol dopo pochi minuti, ma poi infila l’angolo alla destra di Skorupski. Il suo moto perpetuo tra la destra ed il centro mette in crisi la difesa felsinea, che non gli prende mai le misure. Poi arriva il raddoppio, di classe, ad inizio ripresa, che chiude un match praticamente mai iniziato, e sfiora anche la tripletta. Un’ottima risposta.

Partita dominata contro un Bologna decimato dalle assenze; ciò non toglie molto alla prestazione del Napoli, che in formato trasferta riesce a dare la migliore immagine di se. Proposta di gioco di ottima fattura, manovra fluida e veloce, azioni da potenziale gol in quantità di gran lunga maggiore di quanto si vede ultimamente al “Maradona” e maggior cinismo sotto porta, sebbene stasera la partita sarebbe potuta chiudersi con una forbice anche superiore ai due gol. Solo negli ultimi minuti cala il rendimento, preferendo una gestione del punteggio e delle risorse.

Il Napoli man mano riprende forma riacquisendo i suoi tasselli, partita dopo partita. Al Dall’Ara si è rivisto Fabian dall’inizio, ma soprattutto Mario Rui ed Osimhen, quest’ultimo assente da oltre due mesi. La qualità ne guadagna, soprattutto in mezzo al campo, con lo spagnolo e Lobotka a giostrare a piacimento, potendo, di conseguenza, impostare una partita sul possesso palla, con la coadiuvazione di Elmas e Zielinski. Dietro, si soffre poco, se non negli ultimi venti minuti finali, mentre in attacco, con Osimhen si riacquista peso offensivo e velocità delle queli, con Petagna e Mertens (per caretteristiche diverse dal nigeriano) il Napoli non ha potuto usufruire.

Bene la difesa, dopo la disfatta rimediata contro la Fiorentina. Rrahmani e Juan Jesus proseguono nel loro processo di crescita e di intesa reciproca, che li rende, in attesa di Koulibaly, una coppia difensiva di buona affidabilità. Anche Meret era sotto osservazione, ma anche il giovane portiere si disimpegna bene, nonostante la sua serata sia abbastanza tranquilla, ma era importante ritrovare, soprattutto tra i pali, la serenità necessaria per interpretare al meglio un ruolo così delicato.

C’era da monetizzare il pareggio tra Atalanta e l’Inter e il tonfo interno del MIlan contro lo Spezia (in concomitanza della partita degli azzurri), quindi questi tre punti hanno un peso specifico maggiore rispetto ai canonici tre punti. Missione compiuta con Milan ed Inter più vicine ed una squadra che, come detto, recupera i suoi pezzi, gara dopo gara. Spalletti può guardare al futuro con fiducia.

COSA NON E’ PIACIUTO
Gestione del punteggio o stanchezza? Gli ultimi venti minuti vedono un Napoli meno propositivo, lasciando al Bologna qualche decina di metri di campo rispetto a quanto concesso nei precedenti settanta. Il pericolo di un episodio fortuito e sfavorevole, che avrebbe potuto rimettere in gioco il Bologna era un ipotesi da tenere in conto, giocando molto più bassi. Il palo di Svanberg su punizione mette i brividi (e non per il freddo), ma per il resto gli uomini di Mihajlovic ci mettono la foga e nient’altro.

In una serata tranquilla sembra ingeneroso trovare qualcuno da “bocciare”, ma quella di Mertens non è una bocciatura, ma semplicemente l’aspettarsi sempre qualcosa di diverso, di fantasioso, qualcosa “da Mertens”. Sarà che il belga ci ha abituati fin troppo bene, ma stasera il numero 14 si “accontenta” di svariare su tutto il fronte d’attacco, lasciando varchi aperti agli inserimenti di attaccanti esterni e centrocampisti. Lavoro oscuro ed efficace, ma per uno come lui, è il minimo sindacale.

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