Focus Napoli – Udinese. V come Victor: Come a Verona, doppio Osimhen e tre punti per gli azzurri

Focus Napoli – Udinese. V come Victor: Come a Verona, doppio Osimhen e tre punti per gli azzurri

Partita tesa e vibrante al Maradona e tre punti fondamentali per il Napoli che doma una buona Udinese solo nel secodno tempo, rispondendo al vantaggio di Deulofeu con la secondao doppietta consecutiva di Osimhen che, diffidato ed ammonito, salterà Bergamo (con Rrahmani). Espulso Marì nel finale. Infortunio per Di Lorenzo.


NAPOLI – Finalmente il Napoli torna alla vittoria tra le mura amiche e lo fa in un match delicatissimo e sofferto fino alla fine contro l’ottima Udinese di Cioffi, messa alle corde solo grazie alla doppietta di Osimhen, la seconda consecutiva per il nigeriano, che ripete il repertorio esibito a Verona, rispondendo al vantaggio di Deulofeu (22′) assistito da Pereyra, bravo a mirare e trovare l’angolino alla destra di Ospina, con l’uno-due servito in undici minuti: prima la perentoria incornata su punizione calciata da Mario Rui (52′); di prepotenza su cross di Di Lorenzo e pallone collocato sul secondo palo di Silvestri (63′). Gli azzurri non rischiano più, coadiuvati dalla superiorità numerica per effetto dell’espulsione di Pablo Marì (82′) a pochi minuti dalla fine.

COSA E’ PIACIUTO
Come a Verona, Osimhen si ripete: doppietta decisiva e fondamentale per la rincorsa al titolo degli azzurri. Le modalità con cui va a bersaglio sono, anch’esse, l’esatta copia dei due gol realizzati al Bentegodi: colpo di testa potente e preciso, puntuale all’appuntamento con il gol su assist (così come a Verona) di Di Lorenzo. Dopo un primo tempo in cui non riesce ad essere incisivo, si scatena nella ripresa senza neppure dover ricorrere al suo strapotere atletico; gli basta farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Riesce a mettere a sgno anche il suo terzo gol personale, ma un paio di centimetri di troppo gli negano la prima tripletta italiana. E’ in forma straripante, per questo fa ancora più rabbia l’ammonizione rimediata nel finale, che gli costerà la squalifica e l’assenza nella delicata trasferta di Bergamo. Almeno, Spalletti avrà due settimane per preparare la squadra in funzione della sua defezione.

E’ il solito Napoli in versione casalinga nel primo tempo, ma completamente trasformato nel secondo, quando la squadra scende in campo con il giusto mordente alla ricerca della vittoria. Spalletti attua immediatemente i correttivi che cambiano il volto al match, sacrificando Fabian per inserire Mertens e dare un volto ancora più offensivo alla formazione e mettere l’Udinese in guardia. Il messaggio è chiaro ma l’esito per nulla scontato. Per fortuna (e per bravura) i partenopei trovano subito il pareggio acquisendo la spinta e la fiducia necessaria nella ricerca del vantaggio, che arriva poco più tardi. Mentalmente, i ragazzi sono riusciti a mentenere la calma, a non demoralizzarsi e non innervosirsi al gol di Deulofeu: diversamente, sarebbe stato un disastro. Per questo, questa vittoria assume una connotazione che va ben oltre i tre punti.

Dopo un primo tempo di sofferenza, Mario Rui e Di Lorenzo hanno alzato i giri e offrendo un contributo più sostanzioso alla manovra, il Napoli è andato in crescendo, trovando molte più soluzioni e alternative nel secondo tempo di quanto ne avesse prodotte durante il primo. Disinnescato il pericoloso Molina, il portoghese si è fatto vedere molto più spesso nella metà campo friulana, avendo anche il grande merito di pennellare la punizione sulla quale Osimhen non ha perdonato Silvestri. Sfiora anche il terzo gol, quando lo stesso Silvestri smanaccia sul palo una sua precedente conclusione. Proposta offensiva a parte, anche in fase di contenimento non è mai dispiaciuto. Idem per Di Lorenzo che, in tandem con Politano, ha dato più spinta sul versante destro e trovando l’imbucata giusta per mandare in gol il nigeriano. S’infortuna dopo uno scontro con Silvestri, ma a quel punto il suo dovere l’aveva già fatto: dovrebbe essere una botta e nient’altro.

Finalmente sfatato il tabù Maradona, allorquando il Napoli non portava a casa i tre punti dalla partita contro la Salernitana, datata il lontano 23 Gennaio. Tre punti che consentono di guardare con quel pizzico di fiducia in più alle gare casalinghe, nelle quali il Napoli trova enormi difficoltà nella ricerca del gol, nella produzione di gioco e di gestione mentale del punteggio. Sistematicamente regalato il primo tempo ad una coriacea Udinese, il Napoli ha giocato il secondo tempo come se fosse una finale: o dentro o fuori. Altro non c’era da fare in una partita che valeva il proseguo o l’arresto della corsa al titolo.

COSA NON E’ PIACIUTO
Due ammonizioni, due diffidati e due assenze pesanti in vista della trasferta di Bergamo: Rrahmani e Osimhen vengono ammoniti per due falli di mano, forse evitabili e non saranno disponibili contro i nerazzurri di Gasperini. Sarà difficilissimo, per Spalletti rimpiazzare Osimhen in stato di grazia, avendo il solo Mertens come punta disponibile; per Rrahmani c’è pronto Juan Jesus, che in questa stagione non ha fatto rimpiangere neppure l’assenza di Koulibaly. Una doppia assenza che non ci voleva.

Meno Lobotka del solito, nel pomeriggio del Maradona. Lo slovacco viene limitato fortemente nello sviluppo dell’azione, braccato a uomo quasi sempre da almeno uno dei mediani di Cioffi, inoltre è leggermente in ritardo su alcune chiusure, una delle quali genera il gol di Deulofeu, ma le colpe vanno equamente divise con i suoi colleghi di reparto che, prima di lui, vengono tagliati fuori dalla rapida ed incisiva azione dei friulani. Sale di rendimento nella ripresa fino ad una sufficienza che, per quanto mostrato finora, è un modesto minimo sindacale.

Peggio di Lobotka, sicuramente Fabian Ruiz, sacrificato da Spalletti dopo un primo tempo incolore, nel quale lo spagnolo non riesce ad imporsi e ad imporre il suo palleggio. La robusta linea a cinque della mediana di Cioffi lo mette a disagio, togliendogli spazi e tempi di gioco, complice anche una linea a tre che limita il suo raggio d’azione. Dalla sua parte, i friulani sfondano abbastanza agevolmente trovando, alle sue spalle, zone di campo interessanti per poter colpire. Spalletti lo sacrifica per rilanciare un Napoli più votato all’attacco, rinunciando al suo sinistro che, a Roma per esempio, fu decisivo nonostante una partita sofferta. Ha avuto ragione il mister e per Fabian ci sarà occasione di riscatto a Bergamo, tra due settimane.

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