Giovane giuglianese morto in ospedale, parla il padre: “Me lo hanno ucciso”

Giovane giuglianese morto in ospedale, parla il padre: “Me lo hanno ucciso”

Il ragazzo si era trasferito in Calabria con la famiglia da circa due anni


POLISTENA (REGGIO CALABRIA) – Non accennano a calmarsi le polemiche sulle cause della morte di Marco Salvatore Gervasio, il ragazzo di 21 anni di Giugliano che circa due anni fa si era trasferito con la famiglia in Calabria. Il giovane, da tutti conosciuto come Emanuele, per motivi ancora in fase di accertamento, aveva assunto una enorme quantità di farmaci e per questo motivo era stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Polistena, in provincia di Reggio Calabria. Qui, dopo ben due giorni di ricovero è deceduto in seguito ad un arresto cardiaco (quanto dichiarato dai medici del nosocomio calabro).

I genitori però non ci stanno a credere a quanto dichiarato dai medici e giù in Calabria, in seguito a questo decesso, si sta scatenando un vero e proprio terremoto politico-sanitario.

Per la morte del ventunenne, secondo quanto riportano fonti locali, la Procura della Repubblica di Palmi ha iscritto nel registro degli indagati i dottori Giovanni Plateroti, Maria Stella Cosentino, Umberto Startari  e Francesco Pellegrino. Il Pubblico Ministero presso il Tribunale di Palmi dott. Vincenzo Lanni, ha disposto, come atto irripetibile, l’autopsia sul corpo del giovane Marco Salvatore al fine di stabilire la modalità, la causa e i mezzi che l’hanno causata, il rispetto dei protocolli e l’eventuale responsabilità dei medici che si sono avvicendati nelle cure prestate al giovane nelle ore in cui è stato ricoverato presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Polistena prima del suo decesso.

Il giovane, secondo quanto riportato dalla testata Approdocalabria, è rimasto due giorni nell’indifferenza più totale quando invece il protocollo sanitario prevedeva che bisognava contattare il centro veleni per capire dove mandarlo. L’ospedale in questione è da tempo sotto i riflettori della cronaca locale in quanto sprovvisto anche di una terapia intensiva e non nuovo a casi di malasanità.

I giornalisti della testata hanno seguito tutta la vicenda ed hanno intervistato il padre di Emanuele, Anselmo Gervasio che ha dichiarato quanto segue: “Me lo hanno ammazzato! Mio figlio quando è arrivato stava dormendo e loro non hanno fatto nulla per svegliarlo. Mi hanno detto che le cose pian piano si risolvevano e poi alle 18:00 mi hanno riferito che le cose stavano pian piano andando meglio. Un’ora dopo però, un’ora altra telefonata, mio figlio era stato colpito da arresto cardiaco e dopo 5 minuti mi hanno comunicato che era morto. Lo hanno tenuto due giorni e due notti. Non si può uccidere un ragazzo di 20 anni!”

La morte del giovane è diventata un caso che ha superato i confini locali, è stata disposta una ispezione da parte dell’Asl; anche la politica è attenta a quanto accaduto.

I funerali del ragazzo si terranno nella giornata di domani alle ore 11:00 alla chiesa di San Pio X a Giugliano.

L’INTERVISTA AL PADRE