Napoli, cardiologo falsificava cartelle cliniche e minacciava infermieri: “Qui comando io”

Napoli, cardiologo falsificava cartelle cliniche e minacciava infermieri: “Qui comando io”

Sono stati versati sul conto della società della moglie circa circa 6 milioni di euro


NAPOLI – Il cardiologo Giuseppe De Martino, come riportato da Il Mattino, è finito agli arresti domiciliari. Lo scorso anno, in una precedente inchiesta condotta dal pm Henry John Woodcock, era stato rinviato a giudizio per falsificazione di cartelle cliniche.

ACCUSE PIU’ PESANTI 

Il medico, che operava presso la Clinica Mediterranea di Napoli ,  faceva risultare di essere in sala operatoria mentre invece era in vacanza sulla neve in un relais di Madonna di Campiglio, ma soprattutto effettuava interventi più invasivi – bisognerà dimostrare se necessari – perché avevano un costo maggiore rispetto a quelli semplici.  De Martino è accusato di aver somministrato degli anestetici senza averne titolo oppure di aver minacciato infermieri ed altri operatori della Clinica Mediterranea che si rifiutavano di iniettare gli anestetici senza la supervisione degli specialisti. È proprio grazie alle denunce interne della struttura napoletana che è scattata quest’ultima inchiesta condotta dai pm Mariella Di Mauro e Fabrizio Vanorio. L’accusa, che è riuscita comunque a far convalidare la richiesta degli arresti domiciliari dal gip Giovanna Cervo, ha messo sotto indagine il medico originario del Salernitano per falso ideologico e materiale, violenza privata e minacce per costringere a commettere un reato. Per ben 32 volte, in appena quattro giorni, quindi falsificando – secondo le acquisizioni di prova effettuate dai Nas dei carabinieri – delle cartelle cliniche, mentre invece il professionista era a Madonna di Campiglio. Come riportato da Il Mattino.

ACCUSE GRAVI

Le accuse forse più gravi riguardano però le modalità e la tipologia di interventi effettuati da De Martino. “Pratiche pericolose”, secondo la testimonianza di Giuseppe Galano, direttore del 118 di Napoli. Preferiva interventi più complessi a quelli più semplici per poter chiedere più soldi. Se un intervento di ablazione semplice ha un costo di poco meno di 4mila euro, uno di ablazione ibrida costa quattro volte tanto: 16mila euro.  Inoltre, stando a quanto riferito dall’accusa, il medico aveva preteso e ottenuto che la Clinica acquistasse gli strumenti utilizzati per le operazioni da una società di intermediazione di proprietà della moglie. In poco tempo la Mediterranea – estranea alle indagini – ha versato sul conto di questa società della consorte di De Martino circa 6 milioni di euro. Un intervento rischioso: in un caso è anche morto un paziente che ha fatto scattare un’indagine separata a carico di De Martino, già conclusa, per omicidio colposo e sulla quale si attende il rinvio a giudizio. C’è un altro episodio in cui un paziente, un 40enne, è morto dopo l’intervento, ma i familiari dell’uomo non hanno sporto denuncia.

Secondo quanto scritto sulle carte, risultava in sala operatoria ma chissà dov’era perché ad operare i pazienti, di certo non era lui. In più, oltre ad assentarsi, minacciava e aggrediva chi aveva il compito di compilare le cartelle cliniche. Contro gli infermieri: “Qui comando io”, urlava. Quando poi la direzione generale ha provato a fermarlo, ecco che De Martino cercava di colpire un manager pedinandolo e – si proponeva in un’intercettazione – di scoprire l’esistenza di un’amante del manager così da inviare delle foto alla moglie di chi voleva ostacolarlo. “De Martino – spiega il suo legale Alfonso Mutarelli – respinge ogni accusa e già il 25 luglio nell’interrogatorio di garanzia, fornirà ogni chiarimento”.

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