Focus Napoli – Rangers. Cholito-Ostigard per la dodicesima di fila, ma il primo posto si deciderà ad Anfield

Focus Napoli – Rangers. Cholito-Ostigard per la dodicesima di fila, ma il primo posto si deciderà ad Anfield

Quinta vittoria in Champions, dodicesima di fila, tra campionato e coppe per il Napoli che passa agevolmente anche contro il modesto Rangers, che regge dieci minuti prima di cadere sotto i colpi di Simeone (doppietta) e Ostigard che, sul finale, chiude la contesa, dominata dagli azzurri. Il Napoli si giocherà il primo posto del girone a Liverpool, nella spettacolare cornice di Anfield, nell’ultima giornata della fase a gironi.


NAPOLI – A voler trovare il pelo nell’uovo in un’altra serata d’autore, possiamo dire che il Napoli rischia (potenzialmente) di arrivare secondo in girone dominato fin dall’inizio. Merito del Liverpool che, dopo il cappotto subito al Maradona, non ha perso più un colpo, tenendo il passo degli scatenati partenopei che, nella spettacolare cornice di Anfield potranno “permettersi” il lusso di perdere anche con tre gol di scarto per poter staccare il biglietto degli ottavi (quello è stato già fatto nella scorsa giornata) come prima classificata.

Un merito che gli azzurri hanno conquistato dopo l’ennesima prestazione di gran livello, contro un avversario modesto ma sceso a Napoli giocandosi le ultime possibilità di qualificazione all’Europa League. Peccato per i pur generosi scozzesi, essere incappati, con questi intenti, contro una delle squadre più in forma dell’intero continente, che diverte e si diverte a creare calcio. 3-0 il finale del Maradona, un’altra grande prestazione sotto il profilo della maturità e dell’approccio alla partita, interpretata dai ragazzi di Spalletti come se la posta in palio fosse molto più alta ed importante della “sola” qualificazione da prima in classifica.

Il rischio di prendere sotto gamba la partita contro una squadra rocciosa ma poco dotata tecnicamente vien prontamente ridotto allo zero in un quarto d’ora, il tempo necessario al Cholito Simeone (8) di insaccare la sua personale doppietta e condurre la partita sui binari al Napoli più congeniali: gestione di palla ed amministrazione del risultato sono stati il leit-motiv per i restanti settantacinque minuti, nei quali il Napoli ha comunque sfiorato più volte il terzo gol, poi trovato da Ostigard (7), a coronamento di una discreta prestazione, impreziosita dal gol della sicurezza.

Simeone e Ostigard, il primo non giocava un minuto da tre partite, il secondo, scavalcato nella scala gerarchica da Juan Jesus, nel ruolo di vice-Rrahmani,  due ragazzi che, in questo Napoli, chiamare “riserve” appare assai ingeneroso, soprattutto per il centravanti, che si toglie lo sfizio di segnare i suoi primi gol partendo da titolare. Sempre sul pezzo, vivo nel cuore del gioco e letale nel cuore dell’area di rigore, quando premia due inviti a nozze fornitigli dai due terzini d’assalto: prima Di Lorenzo (7) suggerisce il taglio in profondità dell’argentino che fredda McGregor con un destro che tanto somiglia a quello di Osimhen all’Olimpico; poi Mario Rui (7) che verso Simeone ha una predilezione particolare, essendo il terzo assist partito dal suo sinistro: il colpo di testa del Cholito non lascia scampo a McGregor.

Ci perdonino Mario e Giovanni, per averli definiti due “terzini”: stasera i due laterali azzurri hanno disputata la consueta partita di grandi contenuti, interpretando il ruolo secondo nuove definizioni. Non più un laterale che ara la navata laterale del campo ma, piuttosto, un centrocampista aggiunto e, in certi casi, un vero e proprio trequartista, come, in qualche circostanza il capitano si è divertito nell’interpretare il ruolo, senza tralasciare la fase difensiva, nella quale nè il portoghese, impegnato contro Tavernier, uno degli uomini di punta tra gli scozzesi, nè Di Lorenzo, che in cooperazione con Politano, hanno ridotto ai minimi termini Yilmaz.

Cooperazione, appunto, lo spirito di sacrificio e l’abnegazione, la voglia di aiutare il compagno, i raddoppi di marcatura, il pressing sui portatori di palla, gli ingredienti di questo Napoli bello e vincente, capace di infilare dodici vittorie di fila, battendo record su record e scrivendo pagine importanti della sua storia (recente ma non solo). Detto di Politano (6,5) che ha corso come un forsennato fin quando ne ha avuto forza, non vanno messe in secondo piano le buone prestazioni di Ndombele (6,5) e di Elmas (6), bravi a far circolare il pallone, fraseggiare sullo stretto ed andare anche vicino al gol (traversa del francese) sotto la direzione del solito Lobotka (6,5) autore dell’ennesima prestazione oltre la media, ma con l’aggravante di un alleggerimento troppo confidenziale che ha prodotto l’unico intervento di Meret (6) in tutta la partita sulla conclusione di Morelos, sul finale di primo tempo; prima e dopo solita routine dello slovacco, con la miriade di palloni conquistati, giocati e smistati intrisi di un’intelligenza tattica superiore.

Poco importa se il Napoli di stasera era orfano di pedine importanti (per scelta e per obbligo) come Zambo Anguissa, Zielinski, Kvaratshkelia, Osimhen e Rrahmani, la squadra gioca sempre allo stesso modo, la mentalità che inculcato Spalletti (7,5) ai suoi ragazzi è quella di “fare calcio”, anche a Gaetano (sv) e Zerbin (sv) entrati acquisire minutaggio ed esperienza a due ragazzi che a questa squadra possono dare qualcosa, inteso come contributo di qualità e non come semplice ripiego per far rifiatare il Kvara o il Lobotka di giornata.

Quel contributo di qualità fornito, partita dopo partita dal buon Kim (6,5), autore anche stasera di una partita esemplare nell’arginare un avversario scomodo come Morelos: il colombiano, sgomita, lotta, entra duro, mette sempre il piede, lui ormai abituato al rovente clima del calcio scozzese, ma contro il centrale azzurro neppure tanto ardore agonistico riesce ad essere deterrente efficace. Kim non è solo bravo a sorvegliare la sua zona, ma diventa sempre più abile a “leggere” le circostanze di gioco, permettendogli di arrivare sul pallone un attimo prima dell’avversario. Anche Ostigard, dal piede più ruvido, con Min Jae al suo fianco, sa di potersi permettersi qualche errore di impostazione, sapendo di avere spalle coperte dal sudcoreano.
Ed è anche il contributo di Raspadori (6,5), proposto nel ruolo-ibrido di ala sinistra che, all’occorrenza, si trasforma in attaccante di appoggio dietro Simeone. All’ex-Sassuolo manca il gol, sfiorato con un colpo di testa nel corso del primo tempo, ma la sua partita è fatta di tanto movimento nel grande lavoro di raccordo tra i reparti che si sobbarca, quello che a Spalletti piace tantissimo, forse più di un gol.

Insomma, anche questa sera il Napoli ha fatto il suo dovere: ha giocato (bene), ha divertito (tanto) gli oltre 40.000 del Maradona, che vengono allo stadio a godere di uno spettacolo che vale quasi sempre l’esoso prezzo del biglietto. Se questo porterà a vittorie importanti non è possibile saperlo. C’è da godersi il momento, la partita, le emozioni che questo Napoli sta regalando da Agosto a questa parte. E già da domani, questa vittoria sarà già passato: sarà tempo di pensare al Sassuolo, che scenderà a Napoli, memore di una scoppola epocale subita nella scorsa stagione, meditando vendetta. Occhi aperti.

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