Napoli e la virtù targata Adl: costruire mentre altrove si distruggono

Napoli e la virtù targata Adl: costruire mentre altrove si distruggono

Un Napoli in volata scudetto mentre altrove prendono corpo procedimenti di giustizia sportiva e penale, merita di essere sottolineato soprattutto per la bontà del progetto targato Aurelio De Laurentiis.


Perseverare nella buona condotta è sempre stato il marchio di fabbrica della gestione oculata dell’impresa messa in piedi da Aurelio De Laurentiis. Quello che sta emergendo sul fronte Juventus, pone per l’ennesima volta l’accento su come sia assolutamente elevato il rischio di incartarsi e mandare allo scompiglio un’attività così importante, soprattutto a certi livelli.

Fino alla scorsa estate, i tifosi partenopei si sono sempre divisi sul modo di operare del patron del club azzurro. Non siamo qui adesso a raccontare l’ovvio, perché poi a fatti concreti e conclamati, risulta facile sottolineare la bontà del progetto, l’oculatezza di un rischio mai affrontato (d’impresa), ed era forse questo il tallone di Achille più grande che sembrava pervadere le sorti di un club che ambiva al massimo a qualche piazzamento UEFA (almeno in Champions e nell’Europa che conta), intascarne i suoi introiti, e qualche Coppa Italia (2) o Supercoppa italiana (1) e nelle parentesi sono ovviamente inserite le vittorie ottenute sotto la gestione dell’attuale presidente partenopeo.

Tornano in mente i momenti dei famigerati “Grassi e Regini”, per anni rinfacciati al club che poteva investire di più in sede di mercato per portare il tricolore in terra azzurra. Oggi probabilmente, per quanto potesse risultare impossible poterlo comprendere prima, ci si rende conto che fare quel passo più lungo rispetto alle proprie risorse, avrebbe forse dato l’opportunità di conquistare gioie effimere, mettendo a rischio le finanze del club, un club che si è sempre dimostrato in ascesa nonostante le poche risorse a disposizione ed una gestione volta all’autofinanziamento: tradotto nel caso specifico, significa comprare calciatori ad un prezzo e rivenderli al doppio se non il triplo, ma sempre ed anche in questo caso, in maniera attenta e senza depauperare l’insieme.

Il Napoli di oggi è solido e probabilmente sarà maturo il tempo di cogliere i frutti di un lavoro durato anni, carpito in ogni suo minimo dettaglio, ed adattato alle esigenze di un club che vuole restare ai vertici ed alle esigenze dei propri tifosi che vogliono poter coronare un sogno chiamato scudetto.

Questo, senza soffermarci sulle scaramanzie di rito perché sarebbe a questo punto inopportuno, lo deciderà ovviamente il campo, ma il Napoli oggi è lì e si è saputo ricostruire ancora, a modo suo, mentre qualcun’altro ha saputo distruggersi altrove.

Dallo scudetto del bilancio a quello del campo il passo potrebbe essere brevissimo, ma chi ha dubitato della bontà del progetto oggi si è già ricreduto da mesi, e non c’è cosa più costruttiva che rivedere le proprie posizioni e comprendere che attraverso momenti incomprensibili, si celava una virtù.