Focus Eintracht Frankfurt – Napoli. Oltre confine è la stessa storia: azzurri dominanti in Germania con Osi ed il capitano

Focus Eintracht Frankfurt – Napoli. Oltre confine è la stessa storia: azzurri dominanti in Germania con Osi ed il capitano

Con un gol per tempo il Napoli regala vittoria e spettacolo alla Deutsche Bank-Park di Francoforte, ponendo una seria ipotetica per la storia qualificazione ai quarti di Champions. Al tap-in di Osimhen nel primo tempo segue lo splendido raddoppio di Di Lorenzo, a sancire il 2-0 che gli azzurri porteranno in dote a Fuorigrotta, nella gara di ritorno. Kvaratshkelia sbaglia un rigore sullo 0-0. Padroni di casa in dieci per l’espulsione di Kolo Muani a metà ripresa.


Eintracht - Napoli 0-2

FRANCOFORTE – Il messaggio arriva forte e chiaro anche sulle rive del Meno: la dimensione del Napoli non è solo “made in Italy”, ma espande la sua brillantanza e luminescenza calcistica anche oltre il confine. In Germania, gli azzurri, arrivati per la prima volta agli ottavi di Champions nelle veste da favoriti dal pronostico, erano chiamati a confermare lo status di dominatori della Serie A, trasponendo l’enorme mole di qualità ed estetica calcistica anche in territorio continentale.

La risposta non si è lasciata attendere ed i partenopei hanno corrisposto alle attese con una prestazione di estrema solidità, cinismo e spettacolo, che si è traduce in un gol per tempo, con i quali gli azzurri dominano alla Deutsche Bank-Park. Un 2-0 finale, che è anche bugiardo per quello che si è visto in campo, nel quale il Napoli è apparso timoroso, forse nervoso, nei primi dieci-quindici minuti di gioco, periodo nel quale l’Eintracht ha mostrato un buon approccio alla gara, fatto di generosità e spinta emotiva, guidata dal focoso pubblico di casa.

Il solo squillo di Kolo Muani, in verità neanche troppo pericoloso, ha funto da sveglia agli azzurri che, dal ventesimo minuto in poi, ha preso decisamente in mano le redini del gioco, spingendo nella propria metà campo i tedeschi, che sempre meno frequentemente mettevano becco fuori dal recinto, complice la difesa altissima del Napoli, efficace nell’impedire ogni velleità di ripartenza, aiutato da un Lobotka spaziale, quasi munito di teletrasporto per la capacità e velocità di spostarsi da una parte all’altra del campo, sia in fase di pressing, in raddoppio di marcatura, in costruzione, in copertura preventiva,  in recupero palla: lo slovacco è l’anima di questa squadra ed elemento indispensabile ed insostituibile.

La vittoria di prestigio in terra tedesca è frutto, naturalmente, di una sostanziosa prova di collettivo, nella quale tutti hanno avuto la loro parte nell’acquisizione del 2-0 che fan ben sperare per la partita di ritorno, ma che lascia qualche piccolo rammarico per la mancanza di cinismo nel dare il colpo del K.O. all’Eintracht ridotto in dieci per l’espulsione di Kolo Muani per il fallaccio su Anguissa, la cui tibia è fortunatamente rimasta illesa nel’intervento-killer del giovane centravanti. Il terzo gol avrebbe chiuso definitivamente i conti già stasera, riducendo il ritorno a Fuorigrotta ad una semplice sgambata di metà Marzo.

Probabilmente, il doppio vantaggio sarà da stimolo per la squadra a non abbassare la guardia nella gara di ritorno, laddove si necessita di sangue freddo e grande fermezza mentale, quella che gli azzurri hanno avuto nel primo tempo della Deutsche Bank-Park, quando Kvaratshkelia ha sprecato sullo 0-0, in quella che poteva essere la sliding-door della partita. Da quel momento il Napoli ha aumentato il suo volume di gioco ed il penalty sbagliato, da possibile elemento penalizzante, sul piano psicologico, si è trasformato nell’incipit di una nuova partita, nella quale il Napoli ha giocato praticamente da solo.

In cinque minuti, i padroni di casa sono andati vicini al tracollo, passando dal palo di Lozano al penalty sbagliato da Kvara, per poi subire il terrificante uno-due di Osimhen, in due azioni-fotocopia griffate Lozano, di cui solo una è risultata valida. Il tap-in del nigeriano porta in vantaggio gli azzurri; due minuti dopo un piede avanti di un paio di centimentri ne vanifica la doppietta.
Ma è un Osimhen che è sul pezzo, coadiuvato dal messicano numero undici che, in territorio continentale riesce a dare ed offrire prestazioni migliori ed a cui manca il gol come l’acqua per un assetato. Ci va vicino Hirving, prima con il palo che poi si trasforma nell’azione del rigore, poi nella ripresa con un contropiede che decide di finalizzare presonalmente, scelta poco saggia al cospetto di qualche compagno meglio piazzato. ma Chucky gioca per la squadra e riesce a rendersi utile e trovare continuità, che gli sta permettendo di vincere, negli ultimi tempi, l’infinito ballottaggio con Politano.

Questione di precisione, questione di centimetri, ma il Napoli in campo non si ferma a piangere sul latte versato e mulina gioco, guidata dal faro slovacco che accende la luce in mezzo al campo, costretto a fare, come accaduto a Reggio Emilia, gli straordinari: Zambo e Zielinski non riescono a muoversi sulla stessa lunghezza d’onda dello slovacco, ed è per questo che, quando Lobo viene marcato a vista, e le due mezze ali non si prendono la responsabilità di giocare il pallone, il Napoli deve cercare la costruzione di gioco sugli esterni: più diffcile a sinistra, perchè Olivera non ha il piede di Rui, Zielo è difficile da reperire e Kolo Muani è l’elemento più pericoloso dell’Eintracht; dall’altro lato, Di Lorenzo riesce a dialogare più fluidamente con Lozano, aiutato da Rrahmani che, come Venerdì scorso, piace sempre di più il ruolo di primo regista, anche se con risultati più o meno soddisfacenti, ma non è da lui attendersi certe cose.

E poi, là davanti, chi di dovere fa il resto: Kvicha non è spumeggiante come al solito, perchè le marcature di Glasner si fanno sentire, ma ciò non toglie che quando il georgiano si accende qualcosa può sempre accadere. Il penalty sbagliato può essere considerato episodico, anche se sono tanti i penalty sbagliati in Champions (questo il terzo, con tre tiratori differenti), perchè poi l’estroso tornante si fa perdonare (come se ci fosse qualcosa di cui farsi perdonare, dopo una stagione come questa) con la solita giocata ad effetto che affossa i tedeschi, nel frattempo, rimasti in dieci. Kvicha quando si accentra e s’inserisce a destra crea panico e angoscia, ma soprattutto i presupposti per il raddoppio, al termine di una manovra corale e spettacolare, nella quale vengono chiamati in causa Zambo Anguissa e Di Lorenzo, a cui spetta il compito di finalizzare, con un sinistro a giro sul secondo palo, la semi-ruleta di Kvicha che di tacco invita il capitano alla conclusione. Roba da palati fini e dal gusto estetico di un certo lignaggio.

Fa paura questo Napoli perchè dopo il raddoppio decide di abbassare il ritmo del gioco, facendo scattare quel pizzico di rammarico: un altro gol si poteva anche farlo sebbene qualche azione pericolosa c’è anche stata; ma la solidità mentale e la sicurezza con la quale il Napoli gioca ad alzare ed abbassare la velocità di palleggio riduce all’impotenza molte squadre, alle quali si annovera anche l’Eintracht, che comunque appena può mette il naso fuori dal suo centrocampo cercando un gol che avrebbe inaspettatamente riaperto il discorso qualificazione. A Kamada spetta l’onore di sporcare i guantoni dell’inoperoso Meret, spettatore non pagante per quasi tutta la ripresa, ma troppo poco per poter impensierire questa squadra così forte e sicura dei suoi mezzi.

Poi il fischio finale dell’arbitro Soares chiude la contesa, che proseguirà a Fuorigrotta a metà Marzo, in un confronto che Spalletti definisce, diplomaticamente, ancora alla pari. Due gol di vantaggio sono tanti, ma basta un episodio per potere riaprire il discorso qualificazione, ma con un obiettivo quarti di finale così vicino e a portata di mano, questo Napoli ha l’obbligo ed il dovere di non fare passi falsi. La prima parte è stata eseguita a dovere, chi ben comincia è a metà dell’opera: nella gara di ritorno c’è da sugellare la qualificazione e portare laddove la squadra partenopea non è mai arrivata prima. Un altro tassello, un pezzo di storia che va incastonato nel mosaico azzurro. Ma adesso c’è l’Empoli, e c’è di nuovo aria di campionato: anche sul suolo italico c’è un dovere da compiere ed una storia da scrivere.

 

I voti: Meret (6); Di Lorenzo (8); Rrahmani (7); Kim (7,5); Olivera (7); Zambo Anguissa (7); Lobotka (8); Zielinski (6,5); Lozano (7,5); Osimhen (7,5); Kvaratshkelia (7).

Dalla panchina: Elmas (sv); Simeone (6); Ndombele (sv); Politano (6)
Il mister: Spalletti (7,5)

 

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