Focus Sassuolo – Napoli. Altre tre picconate verso la cima. La premiata ditta Osi-Kvar abbatte anche il tabù Mapei-Stadium

Focus Sassuolo – Napoli. Altre tre picconate verso la cima. La premiata ditta Osi-Kvar abbatte anche il tabù Mapei-Stadium

Altra vittoria esterna per l’inarrestabile marcia della capolista partenopea, che espugna anche il difficile campo del Sassuolo grazie alla sua coppia d’assi che risolve la partita nel primo tempo. I capolavori di Kvaratshkelia e Osimhen fissano il risultato sul 2-0 finale, che spediscono gli azzurri, momentaneamente, a +18 sull’Inter.


REGGIO EMILIA – Altre tre picconate, nella scalata che porta allo Scudetto, un altro schiaffo a chi chiedeva al Sassuolo un regalo che potesse riaprire il campionato e a chi pensava che le sirene della Champions League, ormai alle porte per gli azzurri, potessero in qualche modo distogliere le attenzioni dal campionato, forti di un vantaggio spaventoso di quindici punti.

Invece la capolista non si ferma, aumentando, per almeno ventiquattro ore, il vantaggio di altre tre lunghezze sull’Inter, lontana adesso a diciotto punti, un’eternità, con una prova di grande spessore e solidità in un campo storicamente ostico, come quello del Mapei Stadium, dove più volte gli azzurri hanno lasciato punti preziosi, in alcuni casi in modo davvero clamoroso ed imprevedibile.

Forse, memore delle esperienze pregresse, Spalletti presenta in campo un Napoli in formazione quasi-tipo, rinunciando a Mario Rui, Zielinski e Lozano, confermando sia il duo-difensivo che la coppia d’attacco che in questo momento sta facendo sfracelli e che anche stasera hanno creato i presupposti della vittoria azzurra in terra emiliana.

Osimhen-Kvara, Kvara-Osimhen, se inverti gli elementi il risultato è sempre uguale: gol. Anche stasera, per la terza partita consecutiva, il nigeriano ed il giorgiano sono andati a segno simultaneamente. Con gol di caratura elevatissima, per preparazione, finalizzazione ma soprattutto pensiero. Si, perchè solo il pensiero di poter fare gol simili a quelli realizzati da Kvara e da Victor, ti fa diventare campione prima nella testa poi nelle gambe; trasformare l’idea in atto pratico trasforma il campione in qualcosa di più, qualcosa che va oltre.

Pensiamo alla falcata vigorosa e feroce con cui Kvara sventra l’asse mediano del Sassuolo prima di depositare il pallone alle spalle di Consigli; pensiamo alla sgabellata che Osimhen scarica sul primo palo del povero numero uno del Sassuolo, con una potenza terrificante e vengono i brividi, non per il freddo, ma nell’ammirazione di tanta bellezza che il Napoli riesce a mettere in campo, l’estasiante dicotomia della giocata individuale inserita nell’armonia di gioco. Kvicha e Osi, i soliti nomi, i soliti noti, che da soli avrebbero potuto segnare altri due-tre gol contro un tenace Sassuolo che, forse, sarebbe stato punito oltre i suoi demeriti.

Buona squadra quella di Dionisi che, coerente con quanto affermava alla vigilia del match, ha espresso una tipologia di gioco propositiva, cercando di controbattere colpo su colpo allo strapotere partenopeo, che comunque c’è stato, bello e visibile, per larghissimi tratti del match. Nulla da dire, dunque, sul punteggio finale, un 2-0 che non fa una grinza, ma va dato atto alla squadra nero-verde di aver avuto un atteggiamento difficilmente riscontrabile in altre squadre della parte destra della classifica.

Buon Sassuolo ma comunque non sufficiente ad arginare l’attacco dominante degli azzurri, che è solo la punta di enorme iceberg, che è visibile in superficie con le giocate talentuose di Kvicha ed Osimhen, ma che meno visibilmente ha le forme e le geometrie di Lobotka, semplicemente sontuoso a metacampo, tentacolando ogni pallone che gli orbita nell’arco di cinque metri: senso della posizione fuori dal comune, occhi dietro la testa, saggezza tattica da vendere all’asta e ricavarne milioni, il Napoli di quest’anno può definirsi Lobotka-centrico. Tutti gli astri gli girano intorno e lui regala luce ad ogni passaggio, senza mai perdere lucidità, neppure nei momenti e nelle zone più delicate del campo, costretto agli straordinari per coprire i buchi lasciati scoperti da Zambo Anguissa, unica nota stonata dell’ennesima serata trionfale di una stagione fin qui strepitosa.

Il camerunense, infatti, appare svagato in mezzo al campo e la maggior parte delle azioni pericolose del Sassuolo nascono proprio da palloni persi dalla mezz’ala o da mancata copertura sulla cui zona di competenza Laurentiè, non per caso il migliore del Sassuolo, agiva creando più volte presupposti di azioni pericolose. Indubbiamente la presenza del camerunense c’è e si fa sentire in mezzo al campo ma non come qualche mese fa, sulla falsariga di quanto accadde la scorsa stagione, allorquando il centrocampista accusò un vistoso calo di rendimento nei primi mesi dell’anno, dopo un avvio di stagione strepitoso. Nulla di grave, per carità, ma Zambo è tra quelli insostituibili, anche perchè Elmas, normalmente il suo “alter-ego” dalla panchina, si sta ritagliando spazi sempre più ampi, diventando sempre più importante nell’economia della squadra, con il suo senso di adattabilità, a cui quest’anno abbina un notevole senso pratico. Sempre nel vivo del gioco, nel cuore del palleggio, aiuta a tenere alta la squadra, spende un giallo quando serve, Spalletti lo fa iniziare come vice-Zielinski, poi lo sposta a destra, al posto di Politano, per poi finire a sinistra, come vice-Kvara. Un po’ il vice di tutti, ma con molto più arrosto che fumo, al contrario del numero venti polacco, che anche da subentrato non ha incantato la platea del Mapei.

La vittoria a Reggio Emilia, che sembrava una sorta di mini-Fuorigrotta, porta anche, ed indiscutibilmente il marchio della difesa azzurra. Terzo clean-sheet di fila per Meret, che però qualche pallone di troppo, dalle sue parti, lo ha visto passare, ma i suoi guantoni, di questi tempi sono ermetici ed impermeabili, se non ci arriva lui ci pensa il palo a salvarne l’imbattibilità, ma anche gli scarpini diventano sempre più precisi, partita dopo partita: il ragazzo è sicuro dei suoi mezzi e calmo e sereno nella testa, aiutato nell’ottemperamento dei suoi doveri dall’impianto difensivo Rrahmani-Kim che, anche stasera, lascia poco o nulla agli attaccanti avversari. Fatta eccezione per Laurentiè, sulla quale Di Lorenzo aveva il compito di chiusura in prima battuta, non sempre eseguito in modo ineccepibile, contro il muro centrale partenopeo Defrel e Pinamonti non hanno avuto modo inpensierire la retroguardia. Rrahmani si è anche tolto lo sfizio di vestirsi da uomo-assist, mandando in porta Osimhen per il gol del 2-0, Kim si è tolto il suo, cercando in più di una circostanza un coast-to-coast, senza costrutto ma sicuramente adrenalinico. Olivera ha chiuso il quartetto difensivo, non facendo rimpiangere Mario Rui, giocando a modo suo, diverso dal modo di fare, estroso, del portoghese, ma vigilante sulle sortite di un Bajrami, vice-Berardi mai in partita.

Insomma, bravi tutti, a partire dall’allenatore Spalletti, che saggiamente ha messo in campo il miglior Napoli possibile, a dispetto di chi predicava un turnover massiccio in vista di Francoforte, ma chi si fidava di questo Sassuolo? I fatti hanno dato ragione al mister di Certaldo, che si è trovato di fronte una squadra spavalda, motivata e per nulla intimorita dalla potenza distruttiva della capolista. Brava la squadra a tenere altissimi il pressing ed il palleggio, nonostante la capacità dei padroni di casa di controbattere colpo su colpo, in particolar modo, nell’immediata ripresa del gioco dopo aver subito i due gol. Distratto il Napoli, ancora sotto l’effetto sedativo dei festeggiamenti ma soprattutto poco cinico a non chiudere la partita già nel primo tempo, quando il Sassuolo ha accusato pesantemente il raddoppio di Osimhen, sfiorando più e più volte le terza capitolazione, graziato solo da errori di mira (nel primo tempo) dello stesso centravanti, e dalla bravura di Consigli (nella ripresa).

Basta e avanza per portarsi a distanza siderale dall’Inter, che riceve in casa l’Udinese e, come il Napoli, con l’incombenza dell’impegno continentale alle porte. Il Napoli non si è lasciato distrarre, chissà se i nerazzurri non possano lasciare per strada altri punti per permettere agli azzurri di avvicinarsi ulteriormente al terzo tricolore. Manca poco al traguardo, solo poche picconate, come quelle di stasera per sfatare ad abbattere il tabù Mapei Stadium. Un buon segno anche questo.

I voti: Meret (6,5); Di Lorenzo (6); Rrahmani (7); Kim (7); Olivera (6,5); Zambo Anguissa (5,5); Lobotka (8); Elmas (6,5); Politano (6); Kvaratshkelia (8); Osimhen (7,5).

Dalla panchina: Lozano (6,5); Zielinski (5,5); Ndombele (5,5); Zerbin (sv); Simeone (sv).
Il mister: Spalletti (7).

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