Napoli, dal “gelo” di Dimaro alla meraviglia: il carro è per tutti

Napoli, dal “gelo” di Dimaro alla meraviglia: il carro è per tutti

Non si dimenticano i mesi di smarrimento vissuti questa estate con le cessioni eccellenti, ma questa squadra ha stupito anche la stessa società che ha operato in maniera certosina: questa meraviglia è per tutti


Durante un’estate torrida come quella scorsa, i tifosi azzurri venivano gelati da quelle cessioni definite eccellenti, di quei calciatori che avevano fatto la storia recente del club, quali Mertens, Insigne, Koulibaly, Fabian Ruiz, e nessuno poteva anche lontanamente immaginare cosa ne sarebbe scaturito.

Durante il ritiro di Dimaro l’aria era tesa. Sul campo di Carciato probabilmente si avvertiva di meno, ma per le vie della cittadina trentina e soprattutto per quelle del capoluogo campano e su tutti i social, sembrava di vivere uno smarrimento misto a rabbia, perché il mercato del club sembrava attivo solo in uscita.

Aurelio De Laurentiis barricato nel suo Hotel durante la prima fase dei due ritiri estivi azzurri. Spalletti visibilmente preoccupato che nelle occasioni concesse tra interviste, conferenze stampa e palchetti, cercava di tenere unita la piazza provando ad infondere fiducia e serenità.

Cristiano Giuntoli spiegò a fatica l’addio di Koulibaly in teatro a Dimaro, cercando di trovare le parole adeguate alla partenza del perno principale della difesa, venduto ad una cifra record (40 milioni circa ndr) se consideriamo l’età del calciatore ed il suo ultimo anno di contratto.

Kvaratskhelia, Kim Min-Jae, Ndombele, Raspadori, e chi più ne ha più ne metta, hanno caratterizzato un vero e proprio cambiamento dell’asset della squadra. Giovani di belle speranze, giocatori che dovevano consacrarsi definitivamente, insomma era un mix che poteva regalare gioie e dolori, con l’attenuante del “primo anno insieme”, che spesso viene dato anche a rigor di logica, ad una squadra che si è formata da poco e che ha cambiato tanto.

Obiettivo dichiarato: abbassare il monte ingaggi, ridare nuova linfa al progetto e puntare nei prossimi anni alla conquista dello Scudetto (le parole di Adl furono chiare in tal senso).

Quando il patron in conferenza stampa dichiarò di voler puntare a vincere il tricolore, a tutti balzò agli occhi l’espressione non proprio convinta di Luciano Spalletti, che doveva allenare un gruppo quasi completamente nuovo e per lo più giovane.

Le critiche, il tanto famigerato movimento “A16”, oggi ancora viene schernito e deriso. Ma chi si aspettava un exploit così importante? Non ci credeva neanche il mister, da persona navigata quale è, da tecnico esperto Spalletti predicava fiducia alla fine del mercato ma anche calma: “Sono andati via i migliori, questo gruppo è nuovo e giovane, bisogna capire cosa possiamo fare”, questo un po’ il succo dei suoi tanti interventi.

Poi la meraviglia. Quello che non ti puoi aspettare nonostante una programmazione impeccabile. Nonostante idee chiare e logiche societarie finanziarie da non perdere mai di vista in un calcio sempre più alla deriva dal punto di vista finanziario.

Associare tutto questo in così poco tempo ancora oggi diventa difficile da realizzare, da comprendere, sembra di vivere quella gioia mista ad attendismo, un po’ per scaramanzia classica di una città che non smette mai di esserlo nel suo DNA, ed un po’ perché effettivamente tutta questa bellezza sembra assomigliare troppo al sogno di chiunque.

È facile oggi criticare chi per amore provava rabbia ed incredulità, ma quello che si sta realizzando va oltre ogni possibile previsione.

Con il fiato sospeso e la gioia nel cuore, la città merita di esplodere, e questa volta di felicità, e godersi una gioia ricercata dall’annata 89-90, e tutti hanno il diritto di essere su quel carro, senza fare nessuna distinzione, perché anche quelle critiche, erano intrise di amore.