Casoria, spari perché non paga il pizzo sulla piazza di spaccio: “Paga oppure non vendi la droga”

Casoria, spari perché non paga il pizzo sulla piazza di spaccio: “Paga oppure non vendi la droga”

L’uomo fu raggiunto da colpi di pistola dopo che prese le difese della donna che vendeva gli stupefacenti


CASORIA – Nella giornata odierna, presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale, i Carabinieri della Compagnia di Casoria (Na), hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di DI MICCO Francesco (già detenuto per altra causa), 31enne, ritenuto gravemente indiziato del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e porto illegale di arma da sparo in concorso con altri soggetti, al momento non meglio identificati, commessa nella sera tra il 30 e il 31 gennaio 2022.

Le indagini, all’epoca dei fatti condotte dai militari della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria (Na), e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sono state avviate all’indomani del ferimento da colpi d’arma da fuoco subito da M. A. 45enne, originario di Caserta (Na), verificatosi la sera del 30 gennaio 2022. In quella circostanza, la vittima si era recata autonomamente presso l’ospedale di Frattamaggiore per curare le ferite riportate alla gamba sinistra.

Seppur l’uomo abbia provato a convincere i militari dell’Arma di aver subito nel comune di Crispano (Na) un tentativo di rapina poi andato male, le successive indagini hanno consentito, invece, di inquadrare quell’episodio come un tentativo estorsivo perpetrato da Di Micco Francesco per recuperare somme di denaro provenienti da una piazza di spaccio gestita nel comune di Crispano dalla compagna della vittima, C. F. (detenuta per altra causa).

Quell’attrito sarebbe poi culminato in un’aggressione fisica verso la donna e l’esplosione di colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima che, nel frangente, ne aveva preso le difese. Le indagini hanno evidenziato come quella spedizione punitiva fosse avvenuta presso l’abitazione C./M., e sarebbe stata ordinata – per sua stessa ammissione – dall’attuale collaboratore di giustizia C. F., questi legato a elementi di spicco del clan Sautto, nel tentativo di imporre alla donna il versamento di parte dei profitti provenienti dalla piazza di spaccio.

Durante le investigazioni, il sopralluogo dei militari dell’Arma aveva consentito di accertare come l’aggressione fosse avvenuta a Crispano presso l’abitazione della C., ove erano stati rinvenuti su un muro dei buchi causati da esplosioni di colpi d’arma da fuoco e coperti con dello stucco, nel tentativo di celarne le tracce.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari di essa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.