Napoli a ferro e fuoco, cronaca di una guerriglia annunciata: adesso fuori i colpevoli

Napoli a ferro e fuoco, cronaca di una guerriglia annunciata: adesso fuori i colpevoli

Vergogna per le strade di Napoli: chi pagherà per tutto questo?


NAPOLI – Una devastazione senza precedenti. Scontri tra sostenitori tedeschi e polizia e la paura che ad entrare in rotta di collisione possano essere proprio le due tifoserie. Tutto annunciato, tutto già previsto. Eppure nessuno è riuscito a fare niente. Il tam tam tra Prefettura di Napoli e Tar ha portato all’unico risultato che non doveva essere raggiunto: confusione.

Una confusione che non ha fatto che alimentare la rabbia tra due tifoserie che già all’andata si erano scontrate. La vendetta, o meglio il regolamento di conti, era nell’aria già da tempo eppure nessuno ha fatto niente per evitare quanto si è visto questo pomeriggio a Napoli. Perché bloccare la trasferta, poi consentirla, poi bloccarla ancora? Perché, una volta deciso lo stop ai tedeschi, non si sono messe in atto le necessarie misure per fermare cortei non autorizzati in città degli stessi sostenitori di Francoforte e la sfilata di vere e proprie squadre punitive?

A farne le spese chi non poteva far altro che assistere passivamente al disastro. In primis i commercianti, se è vero com’è vero che al centro storico, tra Pignasecca e piazza del Gesù, gli esterni delle attività della zona sono stati devastati. Chi li ripagherà dopo questo fallimento tutto italiano? Non c’è controprova ma, forse, oltre il suolo nostrano tutto questo non sarebbe accaduto. Perché era stato promesso e doveva essere evitato.

Uno dei capi ultras dell’Eintracht Francoforte aveva detto: “Mi tiro fuori perché sono padre e devo pensare alla mia famiglia, ma a Napoli arriveranno in tanti e gli scontri ci saranno al 100%”. Lo sapevano già. Tutti. Dai tifosi agli organi competenti. E mentre capitan Di Lorenzo faceva appello alla correttezza dei tifosi napoletani, già tutti gli altri, nessuno escluso, pianificavano un pomeriggio di guerriglia urbana. E nessuno è stato in grado di fermarla. Ecco perché la domanda” di chi è dunque la colpa?” sembra essere davvero retorica.