Focus Juventus – Napoli. Come cinque anni fa, ma ancora più bello. Jack da tre punti ed è quasi Scudetto!

Focus Juventus – Napoli. Come cinque anni fa, ma ancora più bello. Jack da tre punti ed è quasi Scudetto!

La squadra di Spalletti ad un passo dalla storia e dal suo terzo Scudetto, dopo la vittoria al fotofinish ottenuta sul campo della Juventus. Il lampo decisivo è di Raspadori, entrato da pochi minuti, che con il suo sinistro decide il match. Napoli campione se, alla prossima, batterà la Salernitana e la Lazio non vincerà al Meazza.


TORINO – Come cinque anni fa, più bello ancora. Un lustro or sono Koulibaly con la sua incornata regalava tre punti al Napoli, corsaro allo Stadium riaprendo la corsa allo Scudetto che, purtroppo, si richiuse dopo una settimana con il famigerato crollo di Firenze ed il campionato perso in albergo.
Cinque anni dopo, il sinistro di Jack Raspadori, in pieno recupero, chiude ormai definitivamente ogni discorso Scudetto che, ormai, attende solo la certificazione matematica.

Ci pensa Jack Raspadori, il nuovo uomo della provvidenza che, dopo il gol contro lo Spezia, a tempo quasi scaduto, si ripete contro un’altra bianconera, realizzando un gol pesantissimo, sicuramente il più decisivo della sua giovane carriera. Il sinistro al volo sull’invito di Elmas era un cioccolatino troppo invitante per essere lasciato lì, sprecato, ed il ragazzino ha mostrato un saggio di talento scaraventando in rete non solo il pallone insieme a tutta la rabbia possibile, per quella parte di stagione che si è perso, dopo aver recitato così bene la prima parte di stagione da protagonista, almeno fino alla sosta Mondiale.

Premio meritato per l’ex-Sassuolo, che regala alla squadra, ai tifosi e alla città intera non solo tre punti contro la rivale di sempre, al termine di una partita durissima e straordinariamente convulsa nelle sue battute finali, nelle quali la Juventus era andata a bersaglio due volte, gol annullati in ambo i casi, il primo  per fallo in partenza di Milik su Lobotka; il secondo per un pallone uscito (nettamente) sulla linea di fondo prima del cross di Chiesa per Vlahovic, che ha poi (inutilmente) segnato. Le uniche due vere ed importanti occasioni pericolose create dalla Juventus in un secondo tempo che ha visto un Napoli dominante a larghissimi tratti, lasciando alla squadra di Allegri poche sortite offensive, ma mancando il colpo mortifero per la solita, endemica, mancanza di determinazione e cinismo sotto rete. Almeno fino al minuto novantadue, quando Jack buca Szczesny chiudendo giochi, partita, incontro ed anche campionato.

Un ottimo Napoli che inizia maluccio ma sale di tono con il passare dei minuti, senza incantare nel primo tempo, ma capace di gestire una Juventus che, rispetto al Napoli aveva un bisogno molto più fare punti per cementare la qualificazione in Champions, nella quale adesso è ufficialmente (e nuovamente) coinvolta, dopo la restituzione dei quindici punti da parte del Collegio di Garanzia del CONI, almeno provvisoriamente, ed una qualificazione in semifinale di Europa League, ulteriore stimolo positivo che avrebbe potuto avere un peso sotto l’aspetto psicologico contro la squadra di Spalletti, ancora “toccata” dopo la cocente delusione europea.

Se vi fossero state titubanze, almeno sotto quest’aspetto, il Napoli fuga ogni dubbio giocando una partita solidissima, più nella testa che nelle gambe, comunque toniche nonostante la battaglia contro il Milan. Spalletti opta per un paio di cambi rispetto al solito Napoli, preferendo Juan Jesus e Ndombele al posto di Rrahmani e Zielinski, per garantire più freschezza e solidità ad una squadra che nelle ultime uscite non è stata brillantissima.

Forse non lo è stata neppure stasera, perchè in attacco i limiti emersi nell’ultimo mese si sono palesati nuovamente, con Osimhen troppo poco sollecitato ed un Kvaratshkelia lievemente in crescita rispetto alle ultime prestazioni ma lontano dallo spumeggiante Kvara di un mese e mezzo fa. Eppure, il Napoli riesce a mettere in difficoltà la Juventus che si arrocca e cercando, timidamente, qualche ripartenza per far male agli azzurri, che dietro giocano sicuramente in modo più sicuro ed efficace: Kim ridà smalto ad una difesa che acquisice sicurezza con la sua presenza e, difatti, Milik non è mai un pericolo reale per la porta di Meret che, deve preoccuparsi, più che altri, di inserimenti di centrocampisti ed attaccanti esterni. Sul versante esterno, Di Lorenzo si conferma sicuro e solido anche contro uno dei clienti più scomodi della Juventus, Kostic, che come il capitano dispone di una grande capacità atletica e tecnica di base importante, ma limitato dal numero ventidue partenopeo a poche battute sul copione, così come Chiesa, subentratogli, indubbiamente  più “fastidioso” ma sufficientemente arginato. Se la cava discretamente anche Olivera, che dalla sua parte aveva Soulè che non gioca una grande partita e per questo sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più da parte dell’uruguagio, cercando di aiutare Kvara nel suo spossante lavoro contro i soliti due-tre avversari: poche le discese di Mathias, poche le volte in cui si sovrappone o viene coinvolto, ma in fase difensiva è attento anche se qualche problema in più Di Maria glielo crea; l’argentino, più fresco, è ben altra storia rispetto a Soulè e si vede.

Buona prova in media, quanto meno in relazione alle ultime prestazioni nelle quali il reparto mediano è stato forse più in apnea. Ndombele viene preferito a Zielinski e la scelta se, da un punto di vista atletico, porta i suoi benefici, qualcosa in meno lo offre sul piano squisitamente tecnico-tattico, dove il francese paga un dazio importante a Piotr. Tante le scelte sbagliate del francese, impreciso al tiro e titubante in occasioni che poteva e doveva sfruttare meglio. Zielinski, subentratogli, riesce con un qualche guizzo a fare molto di più mettendosi a giocare tra le linee, toccando pochi palloni ma importanti, tra cui quello allungato a Elmas, che confeziona l’assist vincente.

Zielinski, cha allunga ad Elmas che serve Raspadori: una vittoria che giunge interamente dalla panchina, una fonte più che redditizia ad inizio stagione ma alla quale Spalletti non ha più attinto in questo anno solare. Buono l’ingresso di Zielinski, storico quello di Raspadori ma eccellente anche quello del macedone, probabilmente la chiave capace di mandare in tilt i collaudati meccanismi difensivi di Allegri che, se non una vittoria, almeno pensava di portare a casa un prezioso pareggio. Elijf si piazza a destra in sostituzione di un deludente Lozano e già dai primi palloni lascia intravedere quella verve e la scossa di cui il Napoli aveva bisogno per cercare il colpo storico. Il numero sette è l’alternativa che agli azzurri mancava, troppo prevedibili nella vana ricerca di Osimhen e nella giocata ad effetto di Kvicha, diventando la carta che spariglia il match su quel versante destro sul quale il Napoli ha spinto tanto ma con poca incisività con Lozano.

E poi ci sono Zambo e Lobotka che hanno giocato la loro onesta partita: il camerunense che mostra qualche segnale di crescita atletica, recuperando palloni e facendo sentire la sua presenza fisica, non sempre, contro il centrocampo bianconero, sicuramente il reparto dal quale ci si aspettavano i pericoli maggiori, con le incursioni di Rabiot in particolar modo. Anche Lobotka si è sacrificato per la causa, in una partita non tra le migliori ma indubbiamente di sostanza: stanchissimo lo slovacco, tra i pochi a non tirare mai il fiato e sotto costante osservazione degli avversari, ma che ci mette l’anima e, come in occasione del gol segnato, poi annullato, da Di Maria, il piede, ad anticipare Milik, che poi commette fallo.

Nota finale a Spalletti, condottiero di questo Napoli alla conquista del suo terzo Scudetto, che ormai non può più sfuggire. Il mister di Certaldo s’illumina d’immenso leggendo le difficoltà della squadra, rinunciando ai balbettanti Rrahmani e Zielinski e poi piazzare il tris vincente sul finale di partita, ma soprattutto, straordinario nel tenere carica emotivamente la squadra, impedendo un contraccolpo psicologico all’indomani di un’eliminazione cocente quanto immeritata contro il Milan. Venire allo Stadium e accerchiare la Juventus, costringendola a giocare di rimessa, imponendo il proprio gioco è l’ennesimo capolavoro del mister e della squadra che, più che meritatamente, appongono il tassello decisivo sul terzo titolo nazionale. Ma adesso c’è da chiudere il discorso con l’aritmetica, che passa attraverso una vittoria contro la Salernitana ed una non vittoria della Lazio a Milano, contro l’Inter, per poter iniziare i festeggiamenti ufficiali; quelli ufficiosi sono iniziati già da tempo e la vittoria di stasera non è stata altro che un ulteriore incentivo. Come cinque anni fa, più bello di cinque anni fa e stavolta non si perderà in albergo. Forza ragazzi, manca davvero pochissimo.

I voti: Meret (6); Di Lorenzo (6,5); Kim (6,5); Juan Jesus (6); Olivera (6); Zambo Anguissa (6); Lobotka (6); Ndombele (5,5); Lozano (5,5); Osimhen (6,5); Kvaratshkelia (6).

Dalla panchina: Elmas (7); Raspadori (7,5); Zielinski (6,5); Rrahmani (sv).

Il mister: Spalletti (7,5).

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