Focus Lecce – Napoli. Al Via del Mare riprende la corsa-Scudetto. Tre punti in Salento ed ora testa alla Champions

Focus Lecce – Napoli. Al Via del Mare riprende la corsa-Scudetto. Tre punti in Salento ed ora testa alla Champions

Il Napoli rialza la testa, riprendendo la corsa Scudetto interrotta la scorsa settimana contro il Milan. Gara difficile al Via del Mare, decisa da un’autorete di Gallo, che fissa il 2-1 finale. Nel primo tempo Di Lorenzo porta in vantaggio gli azzurri, ad inizio ripresa risponde Di Francesco. Napoli nuovamente a +19 sulla seconda. Infortunio per Simeone, entrato in campo da poco.


LECCE – Quella del Via del Mare era una verifica importante, perchè c’era da capire se quella contro il Milan fosse stato il classico scivolone che una squadra, come il Napoli di quest’anno, per la legge dei grandi numeri si trova a doversi confrontare, oppure c’era davvero motivo di preoccupazione, non tanto da un punto vista aritmetico, considerato ancora l’enorme vantaggio di cui gli azzurri possono disporre, ma sotto il profilo fisico-atletico, aspetto che il Milan ha fortemente messo a nudo nella nefasta notte del Maradona.

La capolista però c’è e risponde positivamente alle sollecitazioni di una settimana paradossalmente turbolenta, farcita di polemiche nell’ormai storico duello De Laurentiis-tifioseria e dalle preoccupazioni dopo la traumatica sconfitta rimediata dal Milan. La squadra di Spalletti emette così il consueto scontrrino da tre punti che è ormai una tassa fissa per le squadre che si trovano ad ospitare la capolista. Solo contro l’Inter e la Fiorentina hanno evitato di lasciare la posta piena in mano al Napoli; non il Lecce che, nonostante una buona prestazione deve arrendersi ad un Napoli più forte tecnicamente e all’episodio sfortunato che ha condannato la squadra di Baroni alla sua sesta sconfitta consecutiva.

Una partita che si preannunciava ostica, proprio per l’incognita di quella che sarebbe potuta essere la risposta del Napoli post-Milan ed anche perchè il Lecce, nonostante una classifica adesso preoccupante ed uno stato di forma non eccellente (per usare un eufemismo) è comunque squadra capace di togliere punti alle cosiddette “grandi”, come accaduto proprio al Napoli, in quel del Maradona nel match di andata.

Stasera, però, altra storia, anche se il Napoli non ha certo dato dimostrazione di aver smaltito le scorie dell’umiliazione patita dal Milan. Non è solo quello: la squadra è stanca e i ritmi bassissimi con cui affronta il match ne è una lampante dimostrazione. Poche idee, tante imprecisioni, squadra sulle gambe a cui non è bastato un mini turnover per sopperire ad un deficit fisico iniziato già qualche mese fa ma che solo adesso è sotto gli occhi di tutti. Ad inizio Aprile tutto ciò può essere anche lecito se non si entrasse nella fase più importante non solo della stagione ma della storia del Napoli, in un mese nel quale si deciderà sicuramente il futuro prossimo in campionato ed in Champions.

Questo Napoli di stasera ha dato l’impressione di essere, stanca indubbiamente, ma anche la sensazione di amministrare le risorse a disposizione, preservandosi, nella mente e nelle gambe, il meglio nel doppio confronto con il Milan. Contro il Lecce è una strategia che ha pagato, considerato l’enorme gap tecnico esistente tra le due formazioni, che ha premesso ad un Napoli “da compitino” di portarsi a casa la vittoria senza fare grosse cose, anzi, senza girarci attorno, giocando male.

Colpe del Napoli da dividere equalmente con i meriti del Lecce a cui la sconfitta è davvero indigesta ma per i salentini gira davvero tutto storto, come dimostra l’autogol di Gallo-Falcone che regala i tre punti al Napoli. Una prova generosa, fatta con gli stessi ingredienti utilizzati dal Milan per soggiogare gli azzurri ma, naturalmente, con una qualità minore, ma che non è bastata contro il cinismo della capolista che, nel primo tempo, va a bersaglio nella unica vera azione costruita, sfruttando le palle da fermo e sbloccando il match con un’incornata forte e precisa del capitano, Di Lorenzo, di gran lunga il migliore in campo in maglia azzurra. Quarto gol stagionale per il capitano, curiosamente, come i precedenti tre (tra campionato e Champions) tutti lontano da Napoli, ma come gli altri, estremamente pesante: è il gol che permette di andare in vantaggio ed amministrare il punteggio con il possesso palla, centellinando al minimo risorse importanti che sarebbero andate bruciate se il risultato non si fosse sbloccato subito.

Ed anche perchè su quel gol il Napoli prova a vivere di rendita, poichè in attacco non c’è grande verve, e Raspadori, che vince il ballottaggio con Simeone per il ruolo di centravanti, non è in grande giornata ma, almeno per lui, l’alibi della lunga assenza ed un’intesa da ritrovare con i suoi compagni di reparto regge più di altri. Inoltre, il povero Cholito, costretto all’ennesima panchina stagionale, oltre al danno riceve la beffa, infortunandosi dopo una manciata di minuti dal suo ingresso in campo. Sperando non sia nulla di grave la noia muscolare che ne ha causato la sostituzione.

Un problema, vista l’assenza di Osimhen che sembra essere recuperabile per il big-match di Champions e che è diventato un mezzo dramma, considerata la modestia del rendimento dell’attacco azzurro in sua assenza. Simeone flop contro il Milan; Raspa altrettanto a Lecce; Kvicha stanco ma che almeno cerca il colpo ad effetto; Lozano che ha più verve del georgiano ma che spreca sulle gambe degli avversari e sui guantoni di Falcone quanto di buono riesce a costruire, ormai una costante per l’attaccante messicano sempre meno attaccante.

Assenza del bomber nigeriano a parte, Spalletti deve far fronte ad un altro delicato problema che affligge la mediana: la rinuncia a Zielinski, sostituito da Elmas ha ridato quella frizzantezza che il polacco non riusciva più a garantire. Elijf se la gioca contro il ruvido centrocampo leccese, portandosi a casa la cosiddetta “pagnotta” in una gara generosa ma senza grossi picchi. Più preoccupante Zambo, anche questa sera in penombra, lontano dalla brillantezza che è solito sfoggiare ad inizio stagione: Spalletti non lo turna praticamente mai ed il camerunense ha le batterie scariche da almeno due mesi e avrebbe bisogno di riposo, ma da quest’orecchio Spalletti è sordo e d’altra parte, con chi sostituirlo? Ndombele non ha le stesse caratteristiche del mediano ex-Fulham e neppure la diligenza tattica propria a Zambo che gli permette di sopperire alle carenze fisiche. Ci sarebbe Demme, oggi infortunato, ma praticamente fuori dal cono visivo del mister. Dunque ci tocca “ammirare”, per così dire, Zambo che corricchia in mezzo al campo, in affanno contro il pressing esercitato dal Lecce, senza mai aver modo di emergere e di offrire supporto al povero Lobotka, anche lui a corto di fiato e meno lucido di qualche settimana fa.

In difesa, Kim ritorna a essere molto simile a quello apprezzato fino a prima della sosta e non la irrispettosa imitazione vista contro il Milan, e così anche il resto dell’apparato difensivo che, gol di Di Francesco a parte, ha dovuto sbrigare abbastanza lavoro. derivante da un filtro di centrocampo minimo e la volontà del Lecce di recuperare al primo svantaggio, missione riuscita, poi il secondo, per fortuna, missione fallita al secondo tentativo.

Dunque, tre punti che fanno classifica e che dovevano rappresentare il toccasana e la svolta del dopo-Milan. Non c’è stato il bel gioco e per una volta, siamo contenti solo del risultato. In Champions servirà cambiare totalmente registro: il Milan giocherà esattamente come una settimana fa al Maradona, toccherà adesso agli azzurri scendere in campo e dimostrare che queste ultime due partite, non brillantissime, sono state, nella loro bruttezza, architettate a tavolino, per spostare i fari sul Milan e far loro vestire gli scomodi abiti della squadra favorita dal pronostico. Intanto, tre punti a Lecce significano avvicinarsi sensibilmente all’obiettivo Scudetto, ma in molti, la scorsa settimana, avevano già iniziato a puntare l’indice sulla squadra, dimenticando quanto di buono è stato fatto in questi mesi. La Champions sarà un’altra storia, ma il Napoli, comunque vada, la sua l’ha già riscritta.

I voti: Meret (6,5); Di Lorenzo (7); Rrahmani (6); Kim (6,5); Mario Rui (6); Elmas (6); Lobotka (6); Zambo Anguissa (5,5); Lozano (5,5); Raspadori (5); Kvaratshkelia (6)-

Dalla panchina: Simeone (sv); Ndombele (5,5); Olivera (sv); Zerbin (sv); Politano (sv)

Il mister: Spalletti (6)

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