Focus Bologna – Napoli. La doppietta di Osimhen non basta. Finisce al Dall’Ara la rincorsa a quota 91 punti

Focus Bologna – Napoli. La doppietta di Osimhen non basta. Finisce al Dall’Ara la rincorsa a quota 91 punti

Partita vera e spattcolare al Dall’Ara, penultima di campionato che vede affrontarsi due delle migliori realtà calcistiche italiane. I campioni d’Italia affrontano il Bologna di Thiago Motta, squadra che offre un gran calcio guidata da un potenziale candidato alla panchina azzurra. Non basta ai partenopei il doppio vantaggio, realizzato da Osimhen: i padroni di casa rimontano con Ferguson e De Silvestri per un 2-2 finale che rovina la rincorsa degli azzurri al record di 91 punti, ottenuti dal 2017-2018 da Sarri. Domenica l’ultima contro la Samp per la festa del Maradona, con la consegna ufficiale del trofeo del vincitore della Serie A.


BOLOGNA – Iniziano il primi caldi, primi segnali di una stagione calcistica ormai agli sgoccioli e che per il Napoli non aveva più nulla da dire già da qualche settimana, per non dire qualche mese; ma la trasferta di Bologna, penultima di campionato ed ultima trasferta stagionale, era tappa fondamentale per perseguire l’ultimo vero “target” (se così possiamo definirlo) ufficioso della stagione: il record dei 91 punti, detenuto dal Napoli di Sarri, raggiunto nella stagione 2017-2018.

Ebbene, quel record, almeno per questa stagione, resterà intoccato, perchè il Napoli, obbligato a vincere sia oggi, al Dall’Ara, che nell’ultima di campionato, contro la già retrocessa Sampdoria, si fa rimontare due gol dai felsinei in una gara comunque “vera”, nonostante la classifica, per entrambe le formazioni, fosse ormai “congelata”. Pretesto, questo, per apprezzare una partita senza ansia da classifica ed incline più allo spettacolo che alla ricerca del risultato. Inoltre, il confronto tra due squadre che propongono un ottimo calcio era un altro tema interessante di questo match, altrimenti senza grandi spunti di cronaca: c’era la curiosità di testare,”sul campo”, la bontà del calcio proposto da Thiago Motta, uno dei tanti nomi in lista del possibile post-Spalletti, sul cui futuro conosceremo l’epilogo, molto verosimilmente, dopo la partita contro la Sampdoria e la festa-Scudetto.

Il mister italo-brasiliano non tradisce le aspettative, presentando un Bologna per niente intimorito dal giocare contro i campioni d’Italia, una squadra costantemente alla ricerca del gol, cercando di non perdere mai la propria identità di gioco, anche quando, ad un certo punto, la sua squadra si è trovata a rincorrere un doppio svantaggio, probabilmente immeritato.
Si, perchè oggi è stato un Napoli in chiaroscuro, capace di colpire cinicamente il Bologna, punendolo con Osimhen, approffittando un generoso regalo di Skorupski, nel primo tempo, e di un pallone in uscita regalato al Napoli, nel secondo.

A proposito di Osimhen, migliore in campo per gli azzurri: per lui due gol che gli danno la certezza di aver vinto la classifica dei bomber di Serie A, portandosi a 25 marcature in campionato. Il nigeriano, oltre ai gol, ci mette tanta rabbia agonistica senza mai risparmiarsi su nessun pallone. La coppia di marcatori, Lucumì-Bonifazi ha il suo gran lavoro per contenere l’esuberanza e lo strapotere atletico del centravanti partenopeo, non sempre riuscendovi. Ed è la prima volta, dopo tante partite, che Victor ha tante opportunità di far valere la sua progressione in profondità: Thiago Motta difende sufficientemente alto con la sua linea difensiva da offrire gli spazi necessari al bomber nigeriano per poter scattare in profondità; una novità negli ultimi mesi, durante i quali gli azzurri hanno fronteggiato squadre dalla spiccata vocazione difensiva.

Croce e delizia per il mister felsineo, che con la sua dottrina del fare gioco attraverso la costruzione dal basso offre il fianco ai campioni d’Italia, bravi nella riconquista di tanti palloni nella tre-quarti di campo avversaria, ma poco abili a convertire quei possessi in vere e proprie occasioni di gol. Tranne che per il regalo di Skorupski che, con un disimpegno errato, regala pallone e porta vuota al numero nove azzurro che davvero non può sbagliare. Ed il Napoli del primo tempo è tutto lì, se si eccettua una conclusione di Zerbin che il portiere polacco contiene a fatica. Il Bologna, come detto, in mezzo al campo c’è è si vede, con la presenza di Arnautovic, che in attacco può garantire fisicità e colpi di genio, con la velocità di Barrow, che sul fronte sinistro d’attacco, propone quei cambi di passo ed accelerazioni che il Napoli soffre e le geometrie di Dominguez e Ferguson, bravi a ritagliarsi i loro spazi alle spalle dei mediani azzurri, in difficoltà, in certi spezzoni di gara, nel contenerne gli impeti.

Proprio sul versante sinistro d’attacco del Bologna, fronte destro difensivo azzurro, la squadra di Spalletti ha avuto più di una difficoltà: il mister di Certaldo propone, per l’occasione, un binario destro tutto nuovo, con Bereszynski chiamato in causa per dare un meritato turno di riposo al capitano Di Lorenzo, in avanti, in assenza di Elmas, Politano e Lozano, la scelta di Zerbin appare obbligata. Poco convincente la prova del terzino polacco, sul cui giudizio pesa (positivamente) l’assist per il secondo gol di Osimhen e una grande chiusura su Sansone, prossimo alla comoda battuta verso Gollini, e (negativamente) gli affanni alla continua rincorsa di Barrow prima, e Sansone e/o Zirkzee poi, ad agire scambievolmente sulla sua zona; altrettanto poco convincente la prestazione di Zerbin, che sbaglia tocchi apparentemente facili, timoroso nel dover giocare senza il supporto di un monumento come Giovanni Di Lorenzo a coprirgli le spalle o a coadiuvarlo nella proposta offensiva. Pochi i lampi per l’ex-Frosinone, che queste occasioni dovrebbe sfruttarle meglio. Sul versante opposto, Kvicha continua il suo digiuno di gol con una partita in linea con il resto della squadra: avulso per lunghe frazioni di gioco per poi entrare in partita regalando numeri di altissimo lignaggio, sfiorando la marcatura con un suo marchio di fabbrica: tunnel sull’avversario e fendente di destro a radere il montante alla destra dell’immobile Skorupski. Sarebbe stato il gol che avrebbe chiuso la partita e che avrebbe cambiato il giudizio sulla prova di Kvara, impreciso come difficilmente gli abbiamo visto fare. Ma cosa gli possiamo rimproverare? Solo una piccola nota stonata che non intacca il suo status in questa squadra. Purtroppo, Kvicha ci abituati troppo bene e abbiamo affinato il palato grazie alle sue giocate (in realtà, il palato del tifoso napoletano è, da sempre, altamente raffinato).

Sufficiente la partita di Kim, che si perderà (da calciatore in campo) l’ultima contro la Sampdoria con un intervento forse evitabile. Rrahmani deve dividersi le sofferenze sul centro-sinistra con Bereszynski, mentre dall’altro lato Olivera rovina una buona prova con le due indecisioni che favoriscono la rimonta bolognese: si lascia cogliere impreparato sulla sua zona dall’inserimento di Ferguson, che aveva seguito l’azione, riprendendo la corta respinta di Gollini su tiro di Zirkzee; poi si fa sovrastare sullo stacco di De Silvestri, che insacca il pareggio. Chissà, magari Gollini avrebbe potuto essere più reattivo, ma ovviamente le colpe del gol di De Silvestri, vanno addebitare esclusivamente al laterale uruguagio.

Chiaro-scuro anche la line di centrocampo che, fin quando ha avuto fiato per reggere l’onda d’urto del Bologna, se l’è cavata, fino ad un certo punto, con la solita esperienza di Lobotka, sebbene non appariscente e luminoso come in altre partite, con la fisicità di Zambo Anguissa, andata a scemare con il passare dei minuti, anche a causa del gran caldo e con la presenza di Zielinski che, oltre per qulache calcio d’angolo e alcune piroette palla al piede, di buona fattura e pregevole tecnica, per carità, ma che nulla aggiungevano alla manovra. L’ingresso di forze fresche, da parte di Motta hanno cambiato radicalmente le carte in tavola, portando, con la freschezza atletica di Moro, Zirkzee e Sansone, quell’elemento capace di spostare l’equilibrio dalla parte dei padroni di casa, in concomitanza con l’uscita dei pezzi forti di Spalletti, quali Kvara, Osimhen e Kim. Difatti, gli azzurri si sgretolano in opposizione alle ottime manovre congeniate dal Bologna, sprotetto dal filtro di centrocampo che, fino a qualche minuto prima, aveva dimostrato di poter reggere l’impatto della controffensiva rosso-blu alla ricerca della rimonta, improbabile dopo il raddoppio di Osimhen, amara realtà al gol di De Silvestri che poteva trasformarsi in clamorosa beffa al minuto 96, quando il gol di Sansone è stato (giustamente) annullato, per offside. Sarebbe stato troppo per un Napoli non nelle sue giornate più eccellenti, ma neppure così pessimo.

Le scelte dalla panchina hanno rappresentato un fattore decisivo per l’esito di questa partita: l’ingresso di Moro, Zirkzee e Sansone hanno dato, come detto, quella spinta che al Bologna serviva per cercare di recuperare; gli ingressi di Simeone, Raspadori, Zedadka e Juan Jesus hanno invece rappresentato un “minus” per la squadra, che dall’uscita dei “titolari” hanno iniziato un percorso di sofferenza culminato nel pareggio. Jack fatica a trovare una sua posizione in campo, il Cholito non ha più modo di rendere magici i suoi ingressi in campo, poichè le occasioni per poter far male, per lui, sono centellinate; di Karim Zedadka possiamo solo dire che era giusto offrire qualche minuto anche a chi, come lui, ha dovuto scaldare la panchina per tutta la stagione, dunque impossibile avere pretese; Juan Jesus ci ha messo l’esperienza ma anche il brasiliano ha avuto le sue difficoltà nel finale. Nessun problema, ci mancherebbe altro. Si tratta, naturalmente (e come sempre si specifica) di contestualizzare gli episodi circoscritti alla sola partita di oggi e che nulla si vuole togliere alla fantastica stagione del Napoli e a nessuno dei ragazzi.

Sarebbe stato bello coronare la stagione con il raggiungimento della famosa “quota 91”, che resterà ancora marchio e proprietà di quel fantastico Napoli targato Sarri. Pazienza: vorrà dire che ci saranno due Napoli da commemorare, quello dei 91 punti e quello dello Scudetto; ad avercene di questi problemi. Se ne riparlerà nelle prossima stagione, cercando nuovamente l’impresa che partirà da Luglio prossimo. Prima, c’è da chiudere gloriosamente questo campionato, con la consegna del trofeo al Maradona, per l’ennesima giornata di festa che attende il pubblico napoletano. Poi, si vedrà.

 

I voti: Gollini (6); Bereszinsky (5,5); Rrahmani (5,5); Kim (6); Olivera (5); Zambo Anguissa (6); Lobotka (6); Zielinski (5,5); Zerbin (5); Osimhen (7,5); Kvaratshkelia (5,5)

Dalla panchina: Raspadori (5,5); Simeone (5,5); Juan Jesus (5,5); Zedadka (5,5); Gaetano (sv)

Il mister: Spalletti (5,5)

 

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