Focus Napoli – Sassuolo. Undici metri per il primato. Gli azzurri a punteggio pieno con Osimhen e Di Lorenzo

Focus Napoli – Sassuolo. Undici metri per il primato. Gli azzurri a punteggio pieno con Osimhen e Di Lorenzo

Prima di campionato davanti al pubblico del Maradona e i campioni d’Italia non tradiscono le attese, regolando il Sassuolo con un gol per tempo, nel 2-0 finale grazie al penalty di Osimhen e Di Lorenzo. Esordio di Kvaratshkelia. Espulso Lopez ad inizio ripresa.


NAPOLI – Seconda giornata di campionato, primo appuntamento al Maradona per i campioni d’Italia, che il calendario opponeva al Sassuolo, appuntamento molto meno scontato rispetto a quanto i pronostici, e i valori tecnici, raccontavano. Gli azzurri a caccia di conferma dopo la buona prestazione e i primi tre punti di Frosinone in una partita messa, forse, troppo in secondo piano per lasciare spazio agli sviluppi di calcio-mercato che ha visto il Napoli protagonista, suo malgrado, della trattativa, purtroppo sfumata, per Gabri Veiga che, da papabile nuovo acquisto si è trasformato, in un battito di ali, in un’occasione mancata.

Ma, se lo spagnolo rappresenta un passato durato un attimo, mentre il presente si chiama Sassuolo e una vetta della classifica da tenere ben salda, conquistando altri tre punti e ulteriore fiducia in un futuro che, mercato a parte deve, considerato lo scorso campionato e un blocco praticamente identico (Kim a parte) essere carico di ottimismo.

E gli azzurri non si lasciano sfuggire l’occasione per far loro la vittoria, nel 2-0 finale (gol di Osimhen su rigore e Di Lorenzo) in un match dominato a larghissimi tratti, beneficiando anche dell’espulsione di Maxime Lopez che, ad inizio ripresa decide di insultare l’arbitro e farsi mandare negli spogliatoi, lasciando agli azzurri ulteriore libertà di azione, come se non bastasse quella su cui poteva contare in parità numerica.

Un risultato anche abbastanza bugiardo, poichè il 2-0 non rende giustizia per quanto la squadra di Garcia riesce a produrre, soprattutto dopo l’espulsione di Lopez, dopo la quale il povero Consigli si è visto arrivare calciatori azzurri e tiri in porta da ogni dove. Soltanto la solita imprecisione sotto rete, la bravura dell’estremo difensore nero-verde e la voglia di fare accademia invece di badare al sodo ha permesso agli emiliani di tornare a casa con un passivo accettabile.

Discreti gli ultimi quindici minuti del primo tempo per la squadra di Dionisi, che ha alzato di qualche decina di metri il suo baricentro di gioco; situazione di gioco probabilmente accettata da un Napoli in surplus, avendo trovato il gol del vantaggio con Osimhen ma boccheggiante, ad un certo punto, in una serata così climaticamente torrida. Prima e dopo solito dominio dei partenopei, che fanno girare il pallone a piacimento, aumentando i giri e abbassandoli secondo le esigenze, segnando il raddoppio con Di Lorenzo, dopo il rigore fallito da Raspadori.

Proprio il capitano è il migliore in campo di questa partita, che conferma l’eccellente prestazione di Frosinone, magari anche migliore per qualità e quantità che Di Lorenzo riesce ad offrire in tutto l’arco del match. Stasera, il numero 22 fornisce un assist dorato che Raspadori manda a sbattere sul palo; si procura il calcio di rigore che sblocca la partita e, sulla delizia di Kvara, si presenta davanti a Consigli, riuscendo laddove suoi colleghi, per ruolo più qualificati di lui in ambito realizzativo, hanno steccato. Questo è solo l’aspetto offensivo, perchè in difesa non soffre l’esuberanza e velocità di Laurentiè, sulla carta il cliente più scomodo da affrontare, ma reso mansueto dalla prova gagliarda del capitano, coadiuvato comunque da uno Zambo Anguissa in forma atletica straripante e da Rrahmani, pulito e preciso anche in questa serata.

Amir e Juan Jesus si organizzano in un reparto arretrato che non va mai in sofferenza, tollerano il giusto la presenza poco pericolosa di Pinamonti, mai veramente in partita e sostituito da Mulattieri. Interressanti le uscite palle al piede che vedono i due centrali molto coinvolti frequentemente nel fraseggio dal basso e altrettanto disinvolti nel far uscire il pallone, in modo pulito, dalle zone calde. Così come Meret, che con i guantoni ci fa poco, mentre con gli scarpini lavora molto di più, e comunque non commette sbavature: il portiere si gode la partita da spettatore non pagante ammirando i suoi compagni, impegnati costantemente nella metà campo avversaria. Anche Olivera gioca una buonissima partita, non ai livelli del suo omologo di destra, ma fa valere la sua presenza, fastidiosa e scorbutica (in senso buono) con il suo continuo infilarsi nell’out di sinistra, approfittando delle migrazioni di Raspadori prima e Kvaratshkelia poi verso il centro del campo, diventando un’opzione preziosa quando c’è da dare profondità all’azione ma con attaccanti e trequartistio compressi dalla densità creata dal Sassuolo.

In mezzo al campo Zambo si presenta al Maradona in sontuosità, straripando di atletismo e fisicità, talvolta incontrastabile per il comparto mediano di Dionisi, completamente scardinato dalla sola presenza del camerunense, che si occupa sia dell’interdizione che della distribuzione del pallone con eleganza, velocità ed intelligenza; unico appunto: in zona gol si rende protagonista di scelte incomprensibili, scegliendo sempre l’opzione più complessa o, almeno, quella meno convincente sul piano della praticità. Più volte in buona posizione preferisce un passaggio improbablie ad una conclusione più comoda, oppure lo si vede tentennare prima di battere a rete, consentendo al Sassuolo di rimediare in extremis. La prestazione resta comunque di ottimo livello. Così come quella di Zielinski, scheggia imprendibile per i mediani nero-verdi, capace di nascondere il pallone e di farlo recapitare a destinazione senza intoppi. Partita di grande livello, alleggerito dalla mancato arrivo di Gabri Veiga che lo rende, anche per questo (almeno per il momento) la mezz’ala sinistra titolare; stasera in grande spolvero come in questo 2023 quasi mai si è visto. Da applausi alcune sventagliate a lunga gittata ad aprire il gioco e permettere al Napoli di uscire da situazioni intricate. Anche lui, pecca di precisione, quando, con la tecnica che ha, potrebbe fare tantissimo di più con la porta ben disegnata davanti a sè, ma questo è lo Zielinski degli ultimi anni, quello che ti fa innervosire, ma stasera gli si perdona anche qualche conclusione fuori misura. In mezzo al campo, Lobotka resta il faro attorno a cui la squadra gira intorno. Anche se lo slovacco ci mette qualche minuto per mettere a fuoco l’andamento del match, per crescere poi alla distanza diventando il catalizzatore di tanti palloni, ma anche ultimo baluardo sulle marcature preventive, andando personalmente a ripendersi palloni direttamente dai piedi dei dirimpettai neroverdi. Garcia gli risparmia gli ultimi dieci minuti, passando ad un desueto 4-4-2 con la presenza di Cajuste e Zambo, in un esperimento che, chissà, potrà ripetersi anche in altre occasioni.

Colui che si ripete sempre è Osimhen, anche oggi a bersaglio, calciando benissimo dagli undici metri, sbloccando il risultato e lasciando, in un inaspettato impeto di generosità, il secondo a Raspadori. Partita, come sempre, generosa, fatta di corsa e lotta contro Erlic e Tressoldi che gli si incollano alla maglia impedendogli spesso di giocare liberamente. Manca un colpo di testa, per lui semplice semplice, mandando il pallone a lato, a pochi centimetri dal palo di Consigli, ma il suo lo fa e la sua presenza basta da sola per mettere in allarme l’apparato difensivo del Sassuolo. Per la prima volta, gioca in coppia con un altro centravanti Simeone, per un’intesa che potrebbe rappresentare una delle novità proposte da Garcia.

Ai lati del nigeriano agivano Positano e Raspadori: buone notizie da parte di Politano, che conferma la buona prestazione dello Stirpe, anche non andando a bersaglio ma rendendosi utile sull’out destro, creando con Di Lorenzo pericoli in serie. Gli automatismi ci sono, gli interscambi di ruolo, con il capitano che entra dentro l’area e il laterale romano a creargli spazio, o ad entrare dentro al campo sono stilettate che al Sassuolo fanno male. Entra Elmas, ed anche lui si ritaglia il suo spazio andando vicino alla terza rete, nei pochi minuti concessigli dal mister. Sull’altro versante Raspadori continua nel suo rapporto conflittuale con il gol: se il palo colpito, dopo pochi secondi, può essere addebitato alla sfortuna, il calcio di rigore è davvero tirato male, con una rincorsa obbrobbriosa a rievocare quella, famigerata, di Zaza contro la Germania di Euro 2016. Però Jack ci mette la solità generosità, rincorrendo il Bajrami di turno, che con la sua padronanza tecnica avrebbe creato problemi ad Olivera, se lasciato solo. Niente di grave, per carità, solo una partita-no, anche condizionata di giocare contro la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio. Problemi che Kvara non si crea, che al primo pallone toccato, spedisce in porta Di Lorenzo con un pallone semplice ma letale. Primo assist per Kvicha, che fornisce qualità ad ogni giocata e al quale adesso non resta che risolvere il problema del gol, che sicuramente gli mancherà, come manca a tutti i grandi attaccanti. Fondamentale, però, che il georgiano sia decisivo in ogni salsa si gusti: bomber o assistman, Kvicha è fondamentale e anche stasera l’ha dimostrato, con la giocata che ha chiuso un match che, nonostante il vantaggio di un gol e di un uomo, di questi tempi poteva nascondere delle insidie.

Napoli che risponde presente, che scende in campo con la mentalità giusta e che fa capire alle pretenders allo Scudetto che non c’è davvero voglia di restituire il tricolore dopo solo una stagione. Tre punti convincenti ma che, con un certo ottimismo, lasciano spazio ad ulteriori miglioramenti. Garcia è allenatore esperto e consapevole del valore, tecnico e umano, che questa squadra sa offrire e del quale, siamo sicuri, saprà esprimersi ancora meglio tra qualche settimana, quando i carichi di lavoro saranno in via di smaltimento ed il calcio-mercato sarà finalmente chiuso. Nel frattempo, godiamoci il primato in classifica in attesa della prima verifica importante che il calendario presenterà il prossimo week-end, quando al Maradona si presenterà la Lazio di Sarri, ancora a secco di punti. L’obiettivo è categorico: fare in modo che i capitolini, secondi in classifica e capaci di espugnare Napoli nello scorso torneo, tornino a bocca asciutta anche dal Maradona.

I voti: Meret (6); Di Lorenzo (8); Rrahmani (6,5); Juan Jesus (6,5); Olivera (6,5); Zambo Anguissa (7); Lobotka (6,5); Zielinski (7); Politano (7); Osimhen (6,5); Raspadori (5,5).

Dalla panchina: Kvaratshkelia (7); Simeone (sv); Elmas (6); Ostigard (sv); Cajuste (6)
Il mister: Garcia (7)

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